Il sottosegretario allo Sviluppo Economico chiede al Lingotto di reintegrare i tre operai per “rimanere dalla parte della ragione”. Oggi i tre lavoratori potrebbero ripresentarsi ai cancelli dello stabilimento
Continua a far discutere il caso dei tre operai di Melfi, licenziati dalla Fiat, reintegrati da una sentenza del giudice e che ora vogliono tornare a lavorare nella fabbrica lucana. E per la prima volta interviene sulla questione un esponente del governo. Il sottosegretario allo Sviluppo Economico Stefano Saglia, infatti, nel corso della trasmissione Radio Anch’io ha dichiarato che la Fiat deve applicare la sentenza della magistratura sul caso Melfi e rimanere così dalla parte della ragione.
“Credo che la Fiat da un lato debba applicare le sentenze della magistratura come necessario e dall’altro continuare a rimanere dalla parte della ragione”, ha detto Saglia. Il sottosegretario ha precisato che “il governo non è stato assente” e che “il problema è che con questa vicenda, così come a Pomigliano, si stanno riscrivendo le regole delle relazioni industriali a monte di una decisione che è stata condivisa da tutti e non dalla Cgil che è quello appunto di un rinnovato accordo sulle relazioni industriali. Ora Fiat – ha aggiunto – non deve mettere in imbarazzo parte importante del sindacato che ha condiviso questo percorso”.
Anche la Cgil chiede il rispetto della sentenza. Secondo Susanna Camusso, vicesegretario del sindacato (e probabile prossimo segretario) “le ragioni fornite da Fiat “sono pretestuose”. “C’e’ una sentenza esecutiva della procura di Potenza – ha spiegato Camusso – e la Fiat deve rispettarla. Non c’e nessuno che possa esimersi dal rispettare una sentenza della magistratura con nessuna motivazione e quelle peraltro fonite in questa occasione dalla Fiat sono del tutto pretestuose”. La sindacalista ha quindi tenuto a precisare che “non c’è nessuna differenza tra quanto sostiene la nostra organizzazione di categoria e quanto sostiene la Cgil, perché appunto va fatto rispettare un diritto che è quello del reintegro dei lavoratori”.
La Fiom sta intanto valutando con i suoi legali qual è la migliore strategia da adottare contro l’azienda del Lingotto. Ieri sera, la formalizzazione della denuncia penale contro la Fiat per non aver rispettato la sentenza di reintegro del giudice del lavoro ha attuato una delle due “mosse” decise ieri. L’altra è la richiesta allo stesso giudice che ha deciso il reintegro, Emilio Minio, di precisarne l’applicazione: tale richiesta è allo studio stamani.
Intanto, i tre operai reintegrati – che l’azienda vorrebbe trascorressero i loro turni in fabbrica in una saletta sindacale, regolarmente pagati fino al ricorso sulla riammissione, il 6 ottobre, ma lontani delle linee di produzione della “Punto Evo” – stanno pensando di tornare oggi in fabbrica. Giovanni Barozzino, Antonio Lamorte e Marco Pignatelli hanno deciso di andare allo stabilimento al cambio turno, intorno alle 13.30. Ma la decisione se varcare di nuovo i cancelli non e’ ancora stata presa: verra’ definita piu’ tardi anche sentendo il parere degli avvocati e della Fiom.