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Positivo al test antidroga il pilota del gommone killer

Tragedia a Posillipo: un natante di sette metri ha investito e ucciso un pescatore subacqueo. Subito soccorso dall’equipaggio dello stesso mezzo, l’uomo è deceduto poco dopo. Il conducente del natante positivo al narcotest

E’ risultato positivo al narcotest effettuato dalla polizia Gianluca Pelliccio il 43 enne che martedì pomeriggio ha travolto ed ucciso il pescatore subacqueo Pasquale Testa nelle acque di Posillipo. Il narcotest ha segnalato la presenza di cocaina, mentre il tasso alcolemico è risultato nella norma. La posizione di Pelliccio, commerciante, denunciato per omicidio colposo, ed aggravata dal risultato del narcotest è adesso al vaglio del pm.

LA STORIA

IN GOMMONE con nove persone a bordo, di cui tre bambini, a meno di trecento metri dalla costa al largo di Villa Rosbery, tra quello che chiamano la Pietra del Sale e lo Scoglio del Presidente. In quel pezzo di mare circondato da scogliere e vietato alle imbarcazioni, Pasquale Luca Testa, 32 anni, stava pescando col fucile da sub, in apnea, come faceva tutti i giorni d’estate. Tranquillo, sicuro che niente potesse accadergli, eppure vigile e attento come sempre.

Alle 18.30 è arrivato il gommone, un Lomac di sette metri, e ha investito Luca Testa, nonostante il sub, senza barca d’appoggio, avesse segnalato con la boa da pesca la sua presenza. Testa ha avuto l’aorta tranciata dal motore del natante ed è morto poco dopo. Alla guida del gommone, Gianluca Pelliccio, un quarantatreenne di via Bernardo Cavallino, che è stato interrogato fino a tardi in commissariato e denunciato per omicidio colposo. Si è fermato e ha cercato di soccorrere il ragazzo, tra l’orrore di quanti hanno assistito al terribile incidente. Ma ormai non c’era più niente da fare: gli occupanti del natante hanno caricato a bordo il corpo per raggiungere l’ormeggio più vicino, il molo del ristorante Giuseppone a Mare, dove hanno atteso l’arrivo della polizia e della Guardia costiera. Dopo i rilievi della Scientifica per circa tre ore il corpo è rimasto sul gommone, coperto da una tovaglia del ristorante, in attesa delle disposizioni della magistratura. In casi come questo non è previsto l’arresto, anche perché non c’è stata omissione di soccorso.

“Mi aveva telefonato –  dice la fidanzata, Valentina De Fenza, 24 anni  –  per dirmi che sarebbe tornato un po’ più tardi: voleva recuperare la maschera che aveva perso in mare due giorni fa”. La coppia di ragazzi era rientrata domenica scorsa da una vacanza di quindici giorni in Grecia, su un’isola di fronte a Itaca: “Era uno attento alle regole. Si è attenuto rigorosamente ai divieti: lì non si poteva pescare e lui non ha pescato niente”. Nulla lasciava presagire che in poco tempo si sarebbe consumata la tragedia che sconvolgerà per sempre i familiari del ragazzo.

Luca, un bel ragazzo alto un metro e novanta, abile pescatore e appassionato del mare, faceva immersioni tutti i giorni e, a detta dei parenti, era cauto ed esperto. Un’abitudine serale favorita dal negozio per animali che aveva in via Posillipo: quando abbassava la saracinesca, correva a praticare il suo sport preferito. L’insegna della bottega ha ancora il segno della sua passione: il pallone da sub. E quel pallone Luca l’aveva bene in vista anche ieri, l’hanno trovato gli agenti del commissariato Posillipo, insieme al fucile con un sarago, la pesca fortunata di un pomeriggio finito in tragedia.

A identificare il corpo, il fratello. Luca era un esperto sub in apnea, aveva fatto parte dell’Associazione sportiva Blue Dream, un gruppo formatosi nel 2004 per diffondere le discipline subacquee senza bombole, con i cui colori aveva vinto molti trofei. “Amava il mare più di se stesso. Lui era il sole di Napoli  –  dice la suocera  –  è rimasto vittima dell’ennesimo episodio di inciviltà, proprio come l’incidente di Palinuro, in cui ha perso la vita una donna e altri due sono rimasti feriti”.

“Ancora non chiara la dinamica dello scontro  spiega l’ammiraglio della Capitaneria di Porto Domenico Picone  ma quello che è certo è che il gommone che ha investito il sub si trovava a meno di trecento metri dalla costa, ossia a una distanza inferiore da quella prevista per legge. E sicuramente una parte di responsabilità va attribuita alla velocità con cui viaggiava il mezzo.

Se a questo aggiungiamo il fatto che eravamo all’imbrunire, e che la visibilità non era ottimale, ecco che tutto si spiega. Molti attribuiscono alla superficialità con cui vengono date le patenti: non è vero, gli esami sono scrupolosi, il problema è che poi i naviganti si dimenticano di rispettare le regole”.

“Luca era attento, sapeva ascoltare il suono del mare e sentiva l’arrivo dei pesci, si sarebbe accorto del rumore del motore, se ce ne fosse stato il tempo”, racconta in lacrime la fidanzata a una funzionaria di polizia che cerca parole di conforto per la ragazza sotto shock. Invece la morte è arrivata all’improvviso per il sub.

STELLA CERVASIO

Positivo al test antidroga il pilota del gommone killerultima modifica: 2010-08-25T15:18:37+02:00da
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