L’Idv attacca il governo: «Non pensa alle tende dell’Aquila ma alla tenda del dittatore». Duecento avvenenti ragazze convocate all’Accademia libica. «Tre si sono convertite durante l’incontro»
ROMA – «L’Islam dovrebbe diventare la religione di tutta l’Europa». Così il leader libico Muammar Gheddafi ha apostrofato domenica pomeriggio a Roma le centinaia di ragazze convocate per una lezione sul Corano. A raccontarlo è stata una delle giovani hostess, Erika, di Roma, uscendo dall’Accademia libica. Il leader libico, giunto in mattinata nella capitale per celebrare il secondo anniversario della firma del Trattato di amicizia fra Italia e Libia, ha distribuito copie del Corano a circa 500 ragazze, che ha incontrato a scaglioni. «Tre ragazze con il velo si sono convertite con un rito davanti a Gheddafi», ha raccontato Alessandra. «Hanno pronunciato una formula», ha aggiunto. Gheddafi ha collegato – secondo quanto riferito da una delle ragazze – l’ipotesi di un’Europa islamica all’ingresso della Turchia nell’Unione europea. Tra gli argomenti toccati dal colonnello nel corso dell’incontro anche l’amicizia tra Italia e Libia, più volte ribadita dal leader. Molte le domande rivoltegli nel corso dell’incontro con le 500 ragazze. Una di loro, Erika, ricorda che diverse ragazze hanno chiesto approfondimenti di tipo religioso, mentre «un paio sono state le domande a sfondo giornalistico». Un’altra hostess, Tiziana, ha invece raccontato che il buffet non presentava alimenti a base di carne. «È stata una cerimonia molto formale, organizzata meglio del novembre scorso», ha evidenziato Tiziana, che aveva partecipato anche alle due serate di incontri organizzate quando Gheddafi è venuto a Roma per il vertice Fao. La ragazza ha poi riferito che nel corso della cerimonia «sono state rispettate tutte le nostre abitudini. E Gheddafi ha più volte sottolineato che la donna è libera, anche in Libia, dove può accedere a qualsiasi professione». Lunedì, probabilmente in mattinata, si terrà un nuovo incontro tra Muammar Gheddafi e centinaia di ragazze (non è chiaro se le stesse), sempre sui temi dell’Islam e del Corano; ancora top secret luogo e ora.
L’ARRIVO CON LE AMAZZONI – Gheddafi è arrivato a Ciampino alle 13.30, dopo un doppio cambio di programma. Sempre imprevedibile, Gheddafi – che indossava la tradizionale jeard libi e che è sceso dalla scaletta del velivolo scortato da due delle donne che compongono la sua scorta personale – è stato accolto dal ministro degli Esteri, Franco Frattini, e dall’ambasciatore libico in Italia, Abdulhafed Gaddur. Dopo i saluti da cerimoniale, per il leader libico sono previste oltre 24 ore di appuntamenti privati: fino cioè alle 17 di lunedì, quando si terrà il primo appuntamento ufficiale della visita, il convegno all’Accademia libica su «I rapporti fra Libia e Italia», seguito da una mostra fotografica sulla storia del paese nordafricano.
< I PULLMAN PER LE RAGAZZE – Duecento avvenenti ragazze in abiti eleganti sono state convocate per l’incontro pomeridiano con Gheddafi nel cortile dell’Accademia libica a Roma, situata nei pressi della residenza dell’ambasciatore libico sulla Cassia. Il colonnello vi sarà ospitato in questi due giorni con la sua inseparabile tenda beduina, che la volta scorsa venne invece montata nei giardini di villa Doria Pamphilj. Tre pullman hanno accompagnato sul posto le ragazze, reclutate dall’agenzia Hostessweb, che già si era occupata di convocare le 200 ragazze che hanno seguito lo scorso anno gli insegnamenti del leader libico sulla religione islamica.
Ragazze in attesa della lezione di Gheddafi (Ansa) |
LA FUGA DELLE DUE HOSTESS – C’è anche un piccolo giallo: due delle ragazze hanno deciso di andarsene dalla villa poco prima dell’inizio dell’evento. Ai giornalisti assiepati fuori del cancello, che hanno notato quanto apparissero arrabbiate e deluse, non hanno voluto spiegarne il motivo, giustificandosi con un «noi non siamo nessuno». E alla domanda se fosse stata una «brutta esperienza», hanno risposto: «Lasciamo perdere». Le due ragazze hanno lasciato rapidamente l’edificio coprendosi il volto dalle telecamere con il passaporto. La tensione nel gruppo era già emersa prima dell’ingresso in accademia, quando alcune hostess e un coordinatore avevano avuto un acceso diverbio. «Non siamo retribuite» avrebbe poi detto una ragazza ai giornali. La volta scorsa, invece, ad ognuna delle partecipanti all’incontro era stato riconosciuto un «gettone» di 50 euro. Uscendo dall’incontro, una ragazza ha detto che a ciascuna sono stati dato 70 euro, ma con l’ordine di mantenere il segreto. Altre hostess hanno parlato di partecipazione a titolo gratuito o al massimo di rimborso spese. «Mettete nei guai le ragazze – ha detto ai cronisti uno dei responsabili dell’agenzia, che teneva d’occhio le giovani che parlavano ai giornalisti – perché chi rilascia dichiarazioni non verrà pagata». Le tre convertite sono uscite, tra le ultime, tutte insieme, senza rilasciare alcuna dichiarazione. Tutte indossavano il tradizionale chador islamico, dal quale però uscivano i capelli. Dopo qualche minuto, è uscita anche una quarta ragazza, anch’essa con un velo musulmano completamente nero. Secondo alcune delle hostess presenti all’incontro, tuttavia, quest’ultima non si sarebbe convertita in vista dell’arrivo di Gheddafi, ma aveva abbracciato già da tempo la religione islamica.
SCORTA DI AMAZZONI – Anche stavolta il leader libico ha portato con sé la sua scorta di amazzoni e la già citata tenda beduina. Al seguito del rais ci sono poi 30 cavalli arabi con altrettanti cavalieri: lunedì sera, alle 21, si esibiranno nel corso delle celebrazioni previste alla caserma Salvo D’Acquisto, alla presenza del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. I purosangue saranno ospitati nelle scuderie del IV Reggimento dei Carabinieri a cavallo fino al loro ritorno in patria. Lo spettacolo dovrebbe cominciare con alcuni cavalieri libici e proseguirà con il celeberrimo Carosello dei Carabinieri, che andrà in scena proprio in onore del leader libico e vedrà la partecipazione di circa 130 cavalli e cavalieri dell’Arma, due squadroni e una fanfara. Ultimo atto sarà la cena in caserma offerta dal premier italiano, e un ricevimento con 800 invitati.
LE POLEMICHE – Critiche al governo italiano per l’eccesso di accondiscendenza nei confronti del raiss sono arrivate dall’Italia dei Valori. «Il governo Berlusconi si occupa della tenda di Gheddafi ma non si preoccupa delle tende dell’Aquila» aveva detto il senatore Stefano Pedica che aveva accusato l’eseucito di «totale asservimento agli sfizi del dittatore libico, che ha preso il nostro paese come località di vacanza all inclusive». Ai dipietristi replica Margherita Boniver, del Pdl: «L’Idv attacca Berlusconi per aver firmato lo storico trattato di cooperazione e amicizia con la Libia. Si dimentica che il trattato di Bengasi è stato costruito pezzo su pezzo dopo diversi anni di trattativa tra i vari governi italiani e il leader libico, quindi non è frutto di una sola politica. La ricorrenza che viene celebrata lunedì porterà grandi vantaggi e soprattutto la fine dell’epoca coloniale. Ne beneficeranno le imprese, si continueranno ad avere benefici sulla collaborazione nella lotta all’immigrazione clandestina e ci auguriamo potranno avere qualche risarcimento anche le migliaia di cittadini italiani cacciati su due piedi negli anni 70. Tutto questo è evidente per un trattato molto positivo e quindi oltre alle prevedibili eccentricità di Gheddafi bisogna guardare al futuro e continuare sulla giusta strada».
Redazione online