IL CASO DI CIVITANOVA MARCHE. La proposta di Massimo Mobili: «Tutti i venditori di spiaggia intorno a una tavola, serviti dai bambini»
Riceviamo e pubblichiamo la lettera del sindaco di Civitanova Marche, Massimo Nobili, che interviene sul caso del venditore ambulante bengalese vittima di un episodio di bullismo verificatosi sulla spiaggia della cittadina ad opera di ragazzini di 10 anni.
Egregio Direttore,
sono il sindaco di Civitanova Marche, la cittadina assurta alla ribalta delle cronache perché sulla spiaggia, 5 bambini di 9-10 anni avrebbero preso a calci e insultato un venditore ambulante bengalese. Mi creda, è dura svegliarsi al mattino e scoprire dai giornali di essere sindaco di una città ove il razzismo impera e i portabandiera sono dei ragazzini. E’ duro soprattutto perché so bene che non è questa la gente che amministro e di cui conosco costumi, cultura e tradizioni. Mi sento distante dalla città che emerge dal racconto di una giornalista in vacanza con un’amica, che da 15 metri di distanza dal luogo dei fatti, vede tutto, appunta, si sente agghiacciata per la scena, sente la frase “Amigo, questa è proprietà privata, vattene!”, ma non muove un dito per liberare il venditore dall’incresciosa situazione.
La mia Civitanova agli occhi di tutta Italia viene dipinta così per una brutta vicenda di cui solo la giornalista (e una sua amica!) è stata testimone ma che tutti i presenti negano, così come nega il titolare dello chalet ove sono avvenuti i fatti, mentre la stessa giovane vittima si è allontanato dal luogo del misfatto limitandosi a farfugliare “sono stati cattivi con me”. Personalmente sapevo e so di amministrare una città operosa, dalle sane radici marinare, artigiane e operaie, ove la gente ha saputo creare dal nulla una posizione solida grazie al settore calzaturiero, e sviluppare un commercio d’alto livello. Gente onesta come sanno essere i marchigiani, rispettosa di tutto e di tutti. A Civitanova, città di 40 mila abitanti, la presenza di extracomunitari supera quota 3.000; che tutti sono bene inseriti nel lavoro nonostante la congiuntura negativa globale; che qui hanno piantato le radici numerosi immigrati del sud, del nord e dell’entroterra; che da una quindicina d’anni l’Amministrazione comunale dà un doveroso supporto alle scuole in progetti tesi alla socializzazione e all’accoglienza, e che i pochi episodi di bullismo giovanile non hanno mai coinvolto cittadini extra comunitari. Ecco perché è duro scoprire d’improvviso una città diversa.
E allora, egregio Direttore, non posso non esternare un sospetto: non sarà per caso che nella stampa italiana e in genere nelle agenzie di informazione, si sta radicando la tendenza a cercare lo scoop a tutti i costi, enfatizzando le situazioni, al di là della loro reale portata e dell’effetto che ciò può ingenerare? Nei prossimi giorni mi farò promotore di un’iniziativa: imbandire per tutti i venditori di spiaggia una tavola proprio in quello chalet che è stato teatro dei fatti e chiamerò bambini di 9-10 anni a servire. Sarà un modo per chiedere scusa a tutti gli extracomunitari se è vero quel che è successo; diversamente per dire loro: ecco, amici, noi capiamo i vostri disagi, vi stiamo vicini e vi auguriamo un futuro migliore per voi e le vostre famiglie. Un’ultima considerazione: tra la notizia diffusa da quella giornalista e le proteste di chi nega i fatti, io mi schiero con questi ultimi. Non per spirito di parte ma perché in essa non vedo nessun supporto che non quello di chi l’ha scritta.
Con sincera stima Dr. Massimo Mobili sindaco di Civitanova Marche
Fonte: Corriere della sera