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Messina, lite tra medici in sala parto: gravissimi la mamma e il bambino

I sanitari si stavano picchiando quando sono iniziate le complicazioni. Il marito: intervento in ritardo, aperta un’inchiesta. la donna ha avuto un’emorragia, il piccolo due arresti cardiaci

MESSINA – Il travaglio è cominciato, la gestante è stata portata in sala parto, quando all’improvviso i medici cominciano a litigare. Scoppia una rissa: uno prende l’altro per il collo, l’altro dà un pugno contro la finestra e si ferisce a una mano. Intanto le condizioni del bambino diventano critiche: occorre un cesareo d’emergenza. Ma tutto va storto: il piccolo va due volte in arresto cardiaco, la mamma un’ora dopo il parto ha un’emorragia e deve essere operata una seconda volta, per l’asportazione dell’utero. Ha dell’incredibile l’episodio di malasanità accaduto giovedì al Policlinico di Messina. La donna, messinese di 30 anni, adesso è ricoverata in gravi condizioni e solo nella giornata di domenica i sanitari hanno sciolto la prognosi e annunciato che potrà essere dimessa nei prossimi giorni. Il piccolo Antonio, il neonato, ha invece iniziato a respirare meglio e, fanno sapere i medici, il coma farmacologico cui è stato sottoposto potrebbe essere tolto in giornata. Sui presunti danni cerebrali riportati durante il parto saranno invece effettuati esami specifici nelle prossime ore. Il marito 37enne della paziente, Matteo Molonia, ha intanto presentato una denuncia ai carabinieri, la Procura ha già aperto un’inchiesta. I due medici sono stati sospesi dal servizio.

LA RISSA – La donna è entrata in sala parto giovedì scorso, accompagnata dal marito e dal giovane ginecologo che l’aveva seguita durante la gravidanza, per dare alla luce il suo primo figlio. A innescare il litigio tra i due medici. Per la direzione dell’ospedale la scintilla sarebbe stata «un trattamento terapeutico iniziato dal medico più giovane, all’insaputa del collega più anziano». Secondo il marito della donna, a scatenare il diverbio degenerato in zuffa, sarebbe stata la proposta del medico curante che riteneva necessario un cesareo, mentre l’ospedaliera propendeva per il parto naturali. In pochi minuti è successo il finimondo. Il medico di turno in ospedale si è scagliato verbalmente contro il ginecologo della signora urlando:  «Tu non sei nessuno, fino a quando ci sono io, non ti puoi permettere di operare nessuno senza il mio consenso». Dalle minacce i due sono arrivati alle mani, il medico ha preso per il collo il collega e lo ha sbattuto contro il muro. Il ginecologo ha reagito sferrando un pugno contro una vetrata che è andata in frantumi, e si è ferito alla mano sinistra. Intanto la donna attendeva di partorire, mentre altri medici ed infermieri tentavano di riportare la calma. Il tracciato cardiaco del bambino ha mostrato un preoccupante abbassamento della frequenza cardiaca, e i medici hanno deciso di effettuare il taglio cesareo per tentare di salvarlo. Al papà i medici hanno detto che era tutto a posto, che moglie e figlio stavano bene, ma un’ora dopo il parto il ginecologo di famiglia lo ha avvertito che le condizioni della moglie erano peggiorate per via di una copiosa emorragia. La donna è stata operata d’urgenza per l’asportazione dell’utero. Il neonato è stato trasferito in Terapia intensiva: entrambi sono in prognosi riservata, anche se le condizioni della donna sarebbero in miglioramento.

SOSPESI DALL’ATTIVITA’ – «Siamo molto rammaricati, ho sospeso i due medici dall’attività ambulatoriale». Lo dice il prof. Domenico Granese, direttore dell’unità operativa di ostetricia e ginecologia del Policlinico di Messina, che però esclude un nesso tra quanto accaduto e le condizioni della paziente e del neonato. «Ho inviato – prosegue Granese – una lettera alla direzione sanitaria per comunicare la sospensione dei medici che torneranno al lavoro solo quando la direzione lo riterrà opportuno». Per Granese «quello che hanno fatto è grave, ma ci tengo a precisare che la donna è stata male non per la lite o per un eventuale ritardo negli interventi da parte dei medici». «Tutto si è svolto regolarmente – assicura il direttore del reparto di ginecologia – L’intervento dei sanitari visto le complicazioni della donna è stato tempestivo. Non c’è alcun rapporto tra la lite e le complicazioni della donna che sono sorte a prescindere da quello che è accaduto». Tuttavia sono stati sospesi: «Il loro comportamento è stato comunque inqualificabile. Come si fa a prendersi a pugni in un reparto di ospedale?». Intanto il Policlinico di Messina ha aperto un’indagine interna sul gravissimo episodio che ha coinvolto due medici in sala parto.

LE INDAGINI – Il sostituto procuratore di Messina, Francesca Rende, sta ascoltando il personale del Policlinico per ricostruire quanto accaduto nella sala parto del reparto di ginecologia e ostetricia. «Sebbene ancora non ci siano riscontri oggettivi al racconto fornito dall’uomo – fanno sapere i militari dell’Arma incaricati delle indagini – stiamo cercando di capire se effettivamente la lite tra i due sanitari sia direttamente connessa con le complicazioni e i danni subiti dalla moglie e dal bambino». «È necessario fare chiarezza al più presto. Disporrò subito una verifica per far luce sui fatti. Chiederò una relazione per capire cosa è accaduto in quella sala parto del Policlinico di Messina. Certo, se le cose sono andate davvero come sono riportate dai media i fatti sono estremamente gravi», afferma l’assessore regionale alla Sanità della Sicilia, Massimo Russo. «È assolutamente inaccettabile quanto accaduto al Policlinico di Messina. È incredibile che vengano messe a rischio vite umane per alcune azioni irresponsabili di professionisti che non svolgono il proprio dovere», afferma il vice presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sulla Sanità, Giovanni Burtone. «Come commissione d’inchiesta – aggiunge l’esponente del Partito democratico – abbiamo immediatamente chiesto all’assessore regionale alla Sanità e al direttore generale del Policlinico di Messina una dettagliata relazione sui fatti e su eventuali iniziative adottate o da adottare».

IL MINISTRO – «Non deve più accadere, abbiamo già attivato gli ispettori». Questo il primo commento del ministro della Salute, Ferruccio Fazio, intervisto dal Tg2 sulla vicenda della lite avvenuta in sala parto a Messina che avrebbe ritardato l’intervento e su cui è stata aperta un’inchiesta. «Questo – ha detto Fazio – è chiaramente non solo un episodio di malasanità, ma un episodio assolutamente indecoroso: non deve più succedere. Certe cose – ha aggiunto – succedono purtroppo, prevalentemente, anche se non unicamente, in regioni in cui c’è, diciamo, un lassismo della sanità. Abbiamo attivato gli ispettori, d’intesa con l’assessore Russo, che ha anche lui attivato un’inchiesta amministrativa». Riguardo ai due medici al centro della vicenda, «il problema – ha osservato Fazio – non sono queste due persone. Sono, evidentemente, anche queste due persone. Ma il problema reale è mettere in essere dei meccanismi per cui questo non succeda più e quindi dare un sistema alle Regioni che ancora non ce l’hanno e che sono, combinazione, quelle in deficit economico. La sanità cattiva, lo abbiamo detto tante volte – ha concluso – è quella che costa di più».

IL SINDACO – Il giudizio di Fazio non è però piaciuto al sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca: «Il pur deprecabile gesto dei due medici che, all’interno delle sala operatoria, hanno litigato non può autorizzare il ministro della Salute ad affermare che certe cose possono accadere solo in determinate Regioni». «Che la sanità in Sicilia non funzioni – ha aggiunto Buzzanca – è fin troppo evidente, ma spalmare la colpa su tutti significa non volere individuare i veri responsabili. Bisogna correggere gli errori che partono dalla cattiva organizzazione dell’assessorato alla Sanità siciliana che pensa solo a fare proclami piuttosto che porre in essere concreti interventi di rilancio della sanità in Sicilia». «Sono dispiaciuto – ha concluso – perchè, per colpa di qualcuno, si finisce col gettare ombre sulla qualificata opera dei tanti medici messinesi che, con spirito di servizio, abnegazione e passione, ogni giorno, nel contesto difficile nel quale operano, riescono a garantire la salute dei cittadini messinesi».

LA COMMISSIONE PARLAMENTARE MANDA I NAS – La Commissione parlamentare di inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale invierà i Nas al Policlinico di Messina. «Ho giá predisposto una richiesta di relazione su quanto accaduto al Policlinico di Messina, da inviare all’assessore regionale alla Sanitá della Sicilia e al direttore generale del Policlinico messinese. Serve fare luce al più presto, perchè se quello che sta emergendo è la verità ci troviamo di fronte a un caso di malaciviltà. Altro che malasanitá». A chiedere una relazione dettagliata urgente è il presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori sanitari, Leoluca Orlando, dopo quanto è successo al Policlinico messinese, dove una lite tra due medici in sala parto avrebbe ritardato l’intervento sanitario con conseguenti complicazioni per una donna di 30 anni e per il bambino. «Famiglia – aggiunge Orlando – a cui va la mia solidarietà». «Intanto, in attesa che la magistratura faccia luce sui fatti – conclude il presidente della Commissione – è bene che i due medici siano stati immediatamente sospesi. Era quello che la Commissione chiedeva».

Redazione online

Messina, lite tra medici in sala parto: gravissimi la mamma e il bambinoultima modifica: 2010-08-29T12:49:25+02:00da
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