Inseguito da anni situato in una remota galassia distante dalla Terra 300 milioni di anni luce
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Ipotesi grafica di un buco nero |
Lo inseguivano da tempo, da anni, il nuovo mostro celeste. Ora gli astrofisici sono riusciti a catturarlo in una remota galassia distante dalla Terra 300 milioni di anni luce. Il soggetto in questione è un buco nero di nuovo tipo, caratterizzato da una dimensione media rispetto a quella dei superbuchi neri incastonati di solito nel cuore delle isole stellari. Ma i conti dei teorici avevano predetto che la popolazione di questi mostri celesti doveva essere variegata includendo quello strano tipo finalmente identificato e che conferma i loro calcoli. L’impresa è riuscita utilizzando il Very Large Telescope dell’Eso, in Cile, il quale ha raccolto immagini della più luminosa sorgente di raggi X battezzata con la sigla HLX-1, come ha raccontato sull’Astrophysical Journal, Klaas Wiersema dell’Università di Leicester. Il getto di raggi X è accanto a una sorgente luminosa in ottico, la quale si ritiene associata all’emissione della potente radiazione. Ora si scruterà in dettaglio questa sorgente per definire meglio il risultato, costruendo un preciso identikit del nuovo e atteso appartenente alla famiglia dei «mostri del cielo». La loro indagine è ritenuta preziosa perché aiuta a comprendere l’evoluzione delle galassie dal momento che sono in grado di influenzarla pesantemente.
Giovanni Caprara