E sul «Sole delle Alpi» nella scuola di Adro: «Per i simboli della sinistra mai lamentele…». Il ministro inaugura l’anno scolastico al policlinico Gemelli: «Precari? Siglati accordi con le Regioni». Meno ore di lezione e tetto alle assenze Parte la nuova scuola. In mille classi salta il limite del 30 % agli immigrati
Il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini (Eidon) |
ROMA – «Non ricordo un anno scolastico che non sia stato accompagnato da una serie di polemiche e proteste». Così il ministro dell’istruzione Mariastella Gelmini ha risposto ai cronisti che le chiedevano un commento sulle proteste dei precari, non ultima quella di ieri allo Stretto di Messina. «Rispetto – ha detto il ministro che oggi ha inaugurato l’anno nella sezione scuola del Policlinico Gemelli a Roma – tutti coloro che protestano. Credo che questo non sia comunque il primo anno che accade». Sulla questione dei precari, il ministro ha ribadito di aver già risposto, «dopo di che – ha aggiunto – voglio sottolineare che quest’anno la scuola mette al centro gli studenti e non gli interessi corporativi. È fondamentale il diritto dei ragazzi ad avere una scuola di qualità indipendentemente dal loro ceto sociale e dalla regione di appartenenza».
IL NODO PRECARI – L’anno scolastico, ha assicurato il ministro, partirà regolarmente. «Proprio ieri – ha spiegato – abbiamo effettuato un controllo con gli uffici scolastici regionali e riteniamo che l’anno scolastico possa essere avviato in maniera regolare. Tutte le immissioni in ruolo sono state fatte così come le supplenze sono state assegnate. Per quanto riguarda i precari sono stati siglati gli accordi con le Regioni. Il lavoro oneroso che si compie tra fine agosto e i primi di settembre è stato completato nel migliore dei modi».
LA RIFORMA E LA «SFIDA» - In ogni caso, ha fatto notare Gelmini riferendosi alla scuola superiore, «il governo ha predisposto questa riforma ma la sfida deve essere raccolta innanzitutto dagli insegnanti perchè a loro tocca l’onere di applicarla e di collaborare per rendere la scuola davvero un’istituzione eccellente». «Occorre restituire a questa realtà che credo sia uno degli elementi unificanti del paese – ha poi sottolineato – la giusta considerazione e il giusto valore. Oggi la sfida è degli insegnanti».
IL CASO ADRO – Infine le è stato chiesto un commento sull’apposizione del “sole delle Alpi”, uno dei simboli della Lega Nord, sull’edificio della scuola di Adro, nel Bresciano. «Coloro che hanno polemizzato contro il sindaco di Adro – ha detto il ministro . dovrebbero farlo anche le molte volte che ci sono simboli della sinistra che entrano nelle aule. È molto più facile che si verifichino queste situazioni piuttosto che trovare simboli della Lega». Comunque il ministro ha ribadito che la scuola va tenuta «fuori da polemiche politiche. Prendo atto che il sindaco di Adro ha specificato che il simbolo è stato usato non perchè della Lega, ma perchè appartenente all’iconografia del Comune».
Studenti del liceo Tasso di Roma (Italyphotopress) |
Le nuove superiori, con il liceo scientifico senza il latino e il classico con meno geografia e più matematica. Il tetto del 30% per gli stranieri che alla fine ha partorito un topolino, fatto di pochi spostamenti e un migliaio di classi in deroga. E poi la riduzione dell’orario scolastico, il badge per gli studenti, la bocciatura automatica con più di 50 assenze. In questo primo giorno di scuola ci sono tante novità, ma anche tanti vecchi problemi: non solo i precari che aspettano in lista da anni ma anche le classi sovraffollate, i presidi che mancano, gli edifici fuori norma.
Nuove superiori La riforma parte dalle prime classi (quasi 600 mila studenti), mentre chi è più avanti continuerà lungo il vecchio percorso. Gli indirizzi dei licei vengono ridotti a sei, cancellando le 356 sperimentazioni del passato. Per numero di iscritti resta in testa lo scientifico con 115 mila studenti, il triplo del classico. Il liceo delle scienze umane, che prende il posto delle vecchie magistrali, è stato scelto da 27 mila ragazze e ragazzi. Mentre quelli musicale e coreutico (che prepara alla danza) arrivano insieme a poco più di mille iscritti, coprendo comunque tutti i posti disponibili. La tesserina magnetica distribuita due anni fa a molti liceali potrà essere usata per registrare ingresso ed uscita. Ma a decidere sul badge sono i singoli istituti.
Materie Non c’è solo il latino che scompare dallo scientifico e la geografia che al classico dà la precedenza alla matematica. In tutti gli indirizzi vengono potenziate le ore di scienze, fisica e matematica, da sempre il punto debole dei nostri studenti. Si vedrà se basterà per risolvere il problema oppure se quello che serve è un nuovo metodo. Potenziato anche lo studio delle lingue straniere, obbligatorio in tutti e cinque gli anni dei licei. All’ultimo anno un materia non linguistica sarà insegnata direttamente in inglese, come già sperimentato in diverse scuole. Considerando tutte le materie il numero totale di ore a settimana si riduce: negli istituti tecnici e professionali, ad esempio, si scende da 36 a 32. In tutti gli indirizzi, però, si allunga la durata delle lezioni, da 50 a 60 minuti.
Tetto stranieri Il tetto per gli stranieri viene applicato per la prima volta: in ogni classe non è possibile superare il 30% del totale degli alunni. Il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini ha detto più volte che serve per integrare i ragazzi che arrivano da altri Paesi. La circolare è stata firmata dopo l’archiviazione della proposta della Lega, che premeva per le classi di inserimento, cioè riservate agli stranieri messi male con l’italiano. Ma quali sono stati gli effetti pratici del tetto? Pochi. Prima il ministero ha chiarito che non rientrano nel 30% gli stranieri nati in Italia e in ogni caso quelli che parlano bene la nostra lingua. Poi ha detto che nelle situazioni più difficili le classi sarebbero state autorizzate a superare quella soglia. Le deroghe sono state poco meno di mille, soprattutto in Lombardia e Veneto, ma anche in Toscana e Lazio. Alla fine, anche per il taglio degli organici, gli spostamenti per restare sotto la soglia sono stati pochi mentre chi la superava continua a farlo. La prova che molto spesso la politica parla tanto di scuola ma la scuola reale è un’altra cosa.
Classi affollate Per legge il limite massimo di alunni dovrebbe essere 25, ma si può sforare se non è possibile formare un’altra classe. Il limite, quindi, è teorico ed è sempre stato superato. Ma con i tagli degli organici degli ultimi anni la situazione si è fatta più seria. Il record spetta ad un istituto tecnico di Genova con 38 studenti. Ma è ancora presto per dire quanto è aumentato l’affollamento in generale. Nei primissimi giorni di lezione, di solito si procede a una serie di spostamenti per tamponare le situazioni più pesanti.
Cattedre vuote Un altro problema ricorrente ancora più grave quest’anno. La nomina dei supplenti annuali è sempre un’operazione complicata, specie nelle grandi città. Stavolta è partita più tardi del solito perché la manovra economica aveva bloccato le assunzioni nella pubblica amministrazione fermando le immissioni in ruolo che devono essere fatte prima. Tolto lo stop alle assunzioni, la macchina è ripartita ma ha faticato parecchio a recuperare il ritardo. Nelle grandi città alcuni supplenti non saranno in cattedra nei primissimi giorni.
Assenze La regola valeva già per le scuole medie, adesso viene estesa alle superiori. Chi supera le 50 assenze nel corso dell’anno sarà bocciato automaticamente, a prescindere dai voti. La misura è stata estesa non solo per frenare le occupazioni e le autogestioni. Ma soprattutto per rispondere ai diplomifici, le scuole private che regalano promozione e maturità anche a chi frequenta poco.
Edifici non a norma Su 40 mila edifici scolastici circa 15 mila non sono a norma. Quasi uno su due. In 2.400 casi c’è addirittura l’amianto. Il governo ha annunciato l’impiego di un miliardo di euro entro un anno e mezzo. Ma quei soldi non sono sufficienti per tutti i lavori necessari.
Stipendio È una delle grandi preoccupazioni degli insegnanti. La manovra economica ha congelato gli scatti d’anzianità per tre anni. Ma probabilmente gli scatti non torneranno più. Il ministro dell’Istruzione ha detto che saranno sostituiti con aumenti legati al merito. Ma il problema è studiare e mettere a regime un sistema per capire quali sono gli insegnanti più bravi e trovare i soldi necessari. Per il momento è solo una promessa, mentre gli scatti sono stati tolti per davvero.
Redazione online
Lorenzo Salvia