A guidare il gruppo, il segretario Pri Nucara. Spazio poi ai liberldemocratici e al movimento “Noi Sud”. Probabile, secondo alcuni quotidiani, l’ingresso di alcuni esponenti dell’Udc. La Lega: “Siamo perplessi”
Di sicuro, ci saranno l’ex Udc Francesco Pionati e i cinque esponenti di Noi Sud, il partito politico nato da una scissione dal Movimento per le Autonomie e guidato dal sottosegretario agli esteri Enzo Scotti. Con tutta probabilità, si aggregheranno poi anche i liberaldemocratici.
A guidarli ci sarà invece Francesco Nucara, il segretario del partito repubblicano italiano: a lui è toccato l’annuncio dell’imminente formazione del gruppo che – nelle intenzioni dei promotori – renderà il centrodestra autosufficiente dai finiani, dopo il discorso di Mirabello a Gianfranco Fini, che per molti nel centrodestra ha significato la fine del rapporto con il partito del presidente della Camera.
Per i principali quotidiani in edicola oggi, i deputati di “responsabilità nazionale” sicuri di far parte della “scialuppa di salvataggio” del premier sono questi.
Sugli altri, si avanzano solo ipotesi. Anche perché, Nucara, lasciando ieri palazzo Grazioli, si è rifiutato di fornire indicazioni sull’identità dei parlamentari, aggiungendo solo che “si tratta di gente che, repubblicani a parte, finora non ha votato la fiducia a Berlusconi”.
Tra i papabili, il Corriere della Sera annovera almeno sei centristi dell’Udc (quasi tutti siciliani), tra cui spiccherebbero i nomi di Calogero Mannino e Angelo Cera.
Nomi sui quali, secondo la ricostruzione di Repubblica, Casini si sarebbe sfogato: “Se ne vanno? Mi libero di un peso” avrebbe detto il leader Udc, aggiungendo: “Tremavo all’idea di dover ricandidare alcuni impresentabili”.
Non dovrebbero invece far parte del neonato gruppo i parlamentari del Movimento per le Autonomie, che tuttavia hanno già dichiarato che accorderanno la fiducia all’esecutivo.
La Südtiroler Volkspartei starebbe invece trattando l’appoggio esterno.
E non ci sarà di sicuro, Giorgio La Malfa, presidente del Pri, nonché figlio di Ugo, leader storico del partito, più volte ministro. Sul Corriere di oggi dice: “Senta, abbia pazienza: ma io ho una dignità da difendere, una storia personale, ho un nome un cognome, mi chiamo Giorgio La Malfa e francamente, davvero, non ho alcuna intenzione di arruolarmi tra gli ascari di Berlusconi”.
L’imbarco di una nuova truppa che appoggerà l’esecutivo rende però perplessa la Lega: in un’intervista a Repubblica, il governatore Veneto Zaia si dice “perplesso”. “ Su ogni legge si può cercare il consenso in Parlamento – dice l’ex ministro – come è avvenuto anche per il federalismo. Ma di qui a istituzionalizzare una maggioranza diversa da quella uscita dal voto ce ne corre”. In ogni caso, fa sapere Zaia, “sarà Bossi a decidere” anche se, aggiunge, “su questa cosa di Nucara il capo mi sembra molto freddo”.