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L’Ateneo: docenti a contratto per rimpiazzare i ricercatori in protesta

LA LOTTA AI TAGLI. La reazione:una mossa grave, ma andremo avanti

Saranno sostituiti da docenti a contratto i ricercatori dell’Alma Mater che hanno deciso di non fare lezione per protesta contro la riforma Gelmini. Il Senato accademico di questa mattina ha deciso all’unanimità di spedire un format di lettere a tutti i presidi, che a loro volta la inoltreranno ai loro ricercatori chiedendo se hanno intenzione di aderire al blocco della didattica o meno. La risposta è attesa entro venerdì alle 12 e chi non risponde verrà considerato come non disponibile a fare lezione. Ogni Facoltà spedirà i dati raccolti alla sede centrale dell’Ateneo, che in base alla mappatura fatta deciderà quanti e quali corsi coprire con bandi per docenti a contratto. La priorità sarà per gli insegnamenti fondamentali dei corsi di laurea, con il rischio quindi che in caso di sciopero di massa dei ricercatori possano saltare i corsi opzionali. «Manifestiamo comprensione vivissima per la situazione dei ricercatori», assicura il prorettore alla Didattica, Gianluca Fiorentini, a cui il rettore Ivano Dionigi ha affidato la partita. «Il riconoscimento del loro ruolo è il punto su cui abbiamo manifestato il maggior dissenso rispetto al decreto Gelmini – sottolinea Fiorentini- e c’è accordo sulla richiesta dei ricercatori di avere regol chiare per le progressioni di carriera». Insomma, ci tiene a precisare il prorettore, «non c’è nessuna guerra» tra l’Ateneo e i ricercatori. Ciò non toglie che l’Alma Mater abbia comunque deciso di sostituire i ricercatori che si rifiuteranno di fare lezione per protesta contro il Governo.

I RICERCATORI – Una decisione gravissima. Reagiscono così a caldo i ricercatori dell’Alma Mater. Anna Maria Pisi, ricercatrice e rappresentante in Senato dell’area di Scienze biologiche, geologiche e agrarie, ha contestato già tra gli scranni dell’organo accademico la decisione avallata dal rettore Ivano Dionigi. «Per me è una scelta molto grave – attacca Pisi – significa che come ricercatori non valiamo niente per l’Ateneo». Tra l’altro, sottolinea Pisi, «noi ricercatori non siamo obbligati ad assumere carichi didattici. Noi siamo assunti solo per fare ricerca e le lezioni le facciamo gratuitamente». Non è però solo la prospettiva di essere sostituiti a far saltare sulla sedia i rappresentanti dei ricercatori. Anche aver accelerato i tempi da parte dell’Ateneo ha lasciato l’amaro in bocca. Con questa mossa da parte dei vertici dell’Alma Mater, la paura adesso è che la protesta si possa in qualche modo sgonfiare. Anche se Pisi assicura che «andremo avanti comunque: è l’unica arma che abbiamo». Poi aggiunge: «Noi non siamo contro il rettore, chiediamo solo un supporto ai docenti».

L’Ateneo: docenti a contratto per rimpiazzare i ricercatori in protestaultima modifica: 2010-09-15T10:44:37+02:00da
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