Sollecitate pena anche per gli altri 6 imputati. E’ accusato di associazione per delinquere finalizzata all’appropriazione indebita
Massimo Faenza (Imago) |
MILANO – Si avvia verso la conclusione lo scandalo legato alla banca Italease. Cinque anni e mezzo di carcere è la condanna chiesta oggi a Milano per l’ex amministratore delegato di Banca Italease, Massimo Faenza, dal pm Roberto Pellicano al termine della requisitoria del processo per la vicenda dei derivati, in cui gli imputati sono accusati di associazione per delinquere finalizzata all’appropriazione indebita.
LE ALTRE RICHIESTE – Il rappresentante della pubblica accusa ha poi sollecitato una pena di 4 anni e mezzo di reclusione per l’ex manager della banca d’affari Pino Arbia e per gli intermediari Luca De Filippo e Leonardo Gresele; 1 anno e 4 mesi e un anno e 6 mesi rispettivamente per i mediatori Claudio Calza e Gianluca Montanari. Tre anni sono stati chiesti per l’ex direttore finanziario Maurizio Mian. Nella requisitoria, Pellicano ha parlato di «fatti molto gravi che hanno procurato danni ingentissimi e che hanno danneggiato un’istituzione, ricadendo sulla collettività». «Questa associazione a delinquere – ha aggiunto Pellicano – aveva una struttura molto sofisticata ed è stata distruttiva dei beni patrimoniali cento volte di più di una che commette centinaia di rapine». Un’associazione che «ha tentato di distruggere le prove e aveva progetti futuri e della quale i partecipanti avevano piena consapevolezza di fare parte».
LA STORIA – La vicenda Italease assume rilievo giudiziario con l’arresto di Danilo Coppola ad opera della Procura di Roma nel marzo 2007. È quanto emerge dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere del Tribunale di Milano, in cui viene sottolineata «una colleganza di malaffare» tra Massimo Faenza e il suo uomo di fiducia, Claudio Calza, e l’immobiliarista romano, all’epoca detenuto. Dalla ricostruzione emerge che Faenza percepiva somme di denaro che Coppola dava a Calza e che quest’ultimo girava all’amministratore delegato di Banca Italease. Giro di soldi che consentiva poi a Coppola di accedere a finanziamenti da parte dell’istituto di leasing. Da un’intercettazione tra Coppola e la moglie citata nell’ordinanza emerge che l’immobiliarista romano aveva chiesto alla consorte di «contattare Faenza dell’Italease e di dirgli che lui (Coppola, ndr) gli ha dato un sacco di miliardi e che quindi Faenza non deve rientrare con i finanziamenti in quanto se lo fa succede la fine del mondo».
Redazione online