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A 140 anni da Porta Pia, nasce “Roma capitale”

Dopo il via libera del governo, il 20 settembre entra in vigore il primo decreto del federalismo che riconosce a Roma uno status speciale. Sempre che la Lega non si metta di traverso. Alemanno: “Nuovi poteri e procedure più snelle”

 

A 140 anni dalla breccia di Porta Pia, nasce Roma capitale. Alla città dei Papi, già sede del Regno d’Italia prima di diventare il cuore delle istituzioni repubblicane, nel 2001 è stato riconosciuto con una modifica della Costituzione che è “la capitale della Repubblica”. Adesso, nove anni dopo, nell’ambito della riforma sul federalismo, è stato avviato il percorso che porterà a garantirle più ampi poteri rispetto ad un qualsiasi Comune, in virtù del suo essere sede di organismi nazionali e internazionali. Del suo essere, appunto, capitale.

Il primo decreto, varato oggi dal Consiglio dei ministri e approvato ieri con il via libera bipartisan dalla commissione bicamerale per il Federalismo fiscale (a favore anche il Pd, contro solo l’Idv), è quello che definisce i confini dello status di Roma. Il consiglio comunale diventa Assemblea Capitolina, con 48 consiglieri (ma una protesta bipartisan si è sollevata dai partiti romani, che li reputano troppo pochi per una città di quasi tre milioni di abitanti). La giunta Capitolina sarà composta da 12 assessori. Il sindaco potrà essere ascoltato dal Consiglio dei ministri su questioni che investano la capitale. E avrà la possibilità di chiedere all’Assemblea di approvare alcuni provvedimenti con priorità rispetto ad altri, grazie a una procedura d’urgenza.

Queste le novità principali, che entreranno in vigore con la pubblicazione del provvedimento sulla Gazzetta ufficiale sabato, alla vigilia dell’anniversario della breccia di Porta Pia, quando il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sarà ricevuto in Campidoglio dal sindaco Gianni Alemanno per il conferimento della cittadinanza onoraria. Il sindaco ha molto spinto perché il primo passo verso Roma capitale venisse compiuto in coincidenza con quella data e considera l’esserci riusciti un “viatico importante per completare il percorso”. Ma non tutto finora è filato liscio. E soprattutto, il difficile, sottolineano le opposizioni in Parlamento, deve ancora arrivare con il decreto che definirà i poteri della capitale e gli aspetti patrimoniali.

Perché, sostiene l’Idv, questo primo è un “decreto patacca”. Ha disegnato, spiega con toni più soft il Pd, una “vuota cornice”, sulla quale era difficile dissentire. Tanto più che rispetto alla versione originale del testo sono stati eliminati alcuni dei punti più controversi, come l’aumento delle indennità per i membri dell’Assemblea capitolina.

La domanda principale è: accetterà la Lega, che con Umberto Bossi fino all’ultimo ha espresso le sue perplessità e che da sempre è arci-nemica di “Roma ladrona”, di dare più poteri alla capitale? Per il momento, il Carroccio non fa che chiedere a gran voce che i ministeri vengano spostati nelle altre città d’Italia.

C’è poi un altro ostacolo. Sarà difficile mettere d’accordo le istituzioni locali: il presidente della Regione Renata Polverini ha già messo dei paletti al passaggio di poteri al Comune, mentre il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti si sta battendo perché venga riconosciuta la più vasta Area metropolitana.

Ma per ora le polemiche sono messe in stand by. Roma è attesa da un lungo fine settimana di celebrazioni per i suoi 140 anni da capitale, con mostre, convegni e i bersaglieri per le strade. Lunedì a Porta Pia ci sarà, circostanza inedita, il segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone. Insomma, anche il Vaticano, Stato straniero dentro la città, rende i suoi onori a Roma capitale.

A 140 anni da Porta Pia, nasce “Roma capitale”ultima modifica: 2010-09-18T10:40:45+02:00da
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