Informati Subito

Banche: ripartono i rincari Salgono bonifici e bollette

Conti correnti: Trasferiti sui clienti i maggiori costi per la trasparenza. Oltre 8 euro per i pagamenti allo sportello, fino a 4,5 gli ordini ricorrenti. Stop alle domiciliazioni gratis

(Laura Ronchi)

Per le banche italiane è finita un’estate calda. Per i loro clienti inizia un autunno rovente. Sono bastati quattro mesi, il periodo maggio-settembre, da quando cioè la Banca d’Italia ha obbligato gli istituti a mettere a fianco di ogni conto corrente l’Isc (l’indice sintetico di costo annuo), perché partisse la corsa ai rincari. Ieri è toccato ai prelievi, ora è la volta dei pagamenti: bonifici e utenze, le bollette. Anche su operazioni finora a costo zero, come domiciliazione e ordine ripetitivo.
C’è chi non faceva pagare il bonifico permanente e ora chiede fino a 4,5 euro, come il Monte dei Paschi di Siena. Chi voleva zero per la domiciliazione delle utenze e adesso chiede 85 centesimi, come Ubi. Chi il bonifico via Internet lo eseguiva gratis e oggi invece applica una commissione di un euro (sempre Mps). In più è spuntato un nuovo costo nelle banche: la «rata finanziamenti per acquisti». Si paga un euro, è la new entry di Mps e della Popolare di Milano.


Le cause

Due le cause: l’entrata in vigore della direttiva europea su incassi e pagamenti (Psd, Payement service directory, decreto 11 del 27 gennaio, pubblicato venerdì scorso sul sito di Bankitalia), che toglie alle banche l’introito sui giorni di valuta (in particolare sui bonifici); e l’adeguamento alla maggiore trasparenza voluto dalla Banca d’Italia, Isc in testa. «Ci aspettavamo i rincari – dice Chiara Fornasari, partner di Prometeia -. Le banche stanno recuperando su queste commissioni i maggiori costi sostenuti, il lavoro in più».

Scoperto costoso
Il tutto con una forbice dei tassi che continua ad allargarsi: il rendimento medio di un conto corrente, nel panel di Corriere Economia , è oggi dello 0,04%, contro un tasso massimo sullo scoperto di conto che arriva ormai al 14,58% (in assenza di fido). È quasi un punto in più rispetto al 13,91% di maggio. «A mercato fermo, le banche non hanno interesse ad aumentare la raccolta, alzando i rendimenti dei conti correnti – dice Fornasari -. E non c’è concorrenza sugli impieghi, i prestiti: quindi i tassi sugli scoperti non si abbassano. Anzi, ci aspettiamo una crescita ulteriore, anche in vista di Basilea 3».

Abbiamo analizzato i conti correnti per famiglie di sei istituti, Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mps, Bnl, Bpm, Ubi (vedi tabella). Alcuni hanno ritoccato le spese al rialzo, in particolare proprio il Montepaschi presieduto da Giuseppe Mussari, da luglio presidente anche dell’Abi, e l’Ubi. Altri no, come Intesa Sanpaolo, Bnl e Unicredit (che però era già intervenuta su canone e prelievi in primavera). La media naturalmente è quella di Trilussa, ma lo stesso significativa. A fianco dei picchi, nelle operazioni in filiale e con i contanti, da evitare assolutamente – un bonifico per cassa allo sportello costa ancora fino a 8,5 euro (Intesa Sanpaolo) e il pagamento delle utenze, sempre allo sportello e per cassa, sfiora i 6 euro (5,8 euro in Bpm) – sono cresciuti gran parte dei costi medi.

Capitolo bonifici. Per l’«effetto Mps», in media sono saliti tutti: 6,81 euro quelli per cassa (era 6,73), quasi 2 euro quelli permanenti (1,88 euro contro 1,28 a maggio), 54 centesimi online (erano 37). In compenso, è sceso da 4,03 a 3,86 euro il bonifico allo sportello con addebito in conto, sempre per l’effetto Mps, che, questa spesa, l’ha ridotta.

Capitolo utenze. Con l’Ubi che rompe il fronte del gratuito, ora si pagano persino le domiciliazioni: 14 centesimi in media. Il gruppo guidato da Victor Massiah (che, fra l’altro, ha anche alzato il costo del prelievo Bancomat su altra banca, da 1,8 a 1,9 euro) è l’unico finora a chiedere questa commissione, ma c’è da credere che seguiranno altri.

Quanto agli altri canali: pagare le bollette per cassa costa in media ormai 4,15 euro (era 3,81), allo sportello con addebito in conto 2,32 euro (era 2,30), via Internet 76 centesimi (erano 72). «Abbiamo alzato i costi, che ricordiamo sono solo per i nuovi clienti, per due motivi – dice Mps -. Primo, perché i nostri listini erano fermi da anni. Secondo, per l’impatto della direttiva su servizi e pagamenti, che ha spinto le banche a riequilibrare la struttura dei costi. Per noi ci sono maggiori oneri, perché elimina totalmente i ricavi dai giorni-valuta». Il paradosso è che questa direttiva è nata, come l’Isc, a vantaggio dei consumatori. Il bicchiere mezzo pieno è che, grazie alla trasparenza, oggi i clienti possono confrontare davvero i costi. E decidere, nel caso, di cambiare la banca.


I più colpiti sono i pensionati. La richiesta all’Abi di Mussari? Mantenere i costi dei conti correnti stabili per almeno dodici mesi

A farne le spese sono stati soprattutto i pensionati «con operatività media», quelli che, il conto corrente, lo usano abbastanza di frequente. Sono loro i più colpiti dai rincari estivi delle banche, a giudicare dalla variazione dell’Isc, l’Indicatore sintetico di costo, il «cartellino del prezzo» dei conti correnti diventato obbligatorio esattamente quattro mesi fa per volere della Banca d’Italia. Era il 26 maggio quando l’Isc nacque, è già cresciuto: in media dell’1,5%, spesso di più. Al Montepaschi i rincari toccano il 43%.
Lo dicono i dati del consorzio PattiChiari, che raduna circa 700 conti (vedi tabella nella pagina a fianco), e l’analisi di Corriere Economia .

I più penalizzati
Prima dell’estate, i pensionati «con operatività media», secondo le rilevazioni di PattiChiari, pagavano in media 132 euro all’anno per tenere un deposito in banca, ora 134 euro: +1,5%. Seguono le famiglie «con operatività elevata»: Rincaro di due euro, da 144 a 146: +1,4%.
In generale, in soli 120 giorni il prezzo medio di tutti i depositi bancari è salito da 130 a 132 euro, +1,5%: l’equivalente dell’inflazione media stimata dall’Istat per l’intero 2010. Quasi 12 centesimi alla settimana. Nei sei istituti da noi analizzati (vedi tabella sopra) spicca il caso di Mps. Qui il conto «Pensione corrente», destinato ai pensionati «con bassa operatività», è cresciuto da 66,9 a 95,8 euro: +43%. Lo stesso conto, per i pensionati «con operatività media», è aumentato del 13%.
Anche in Unicredit, l’Isc risulta aumentato: in tutti i conti esaminati. In particolare, Genius Ricaricabile, che per le «famiglie con operatività media» ora risulta costare il 12% in più. E i depositi per pensionati, Genius Smart e Genius First, stando ai fogli informativi, sono saliti del 7% e dell’8%. Secondo Unicredit, gli aumenti sono dovuti a un errore di calcolo da loro commesso sui fogli informativi di maggio. Anche il Banco Popolare ha alzato i prezzi: da 72 a 74 l’Isc del suo conto per i giovani.

I virtuosi
Certo, c’è anche chi non ha toccato nulla: sono invariati gli Isc di Intesa Sanpaolo e Popolare Milano. In qualche caso sono stati persino abbassati, come in Bnl. Ma si registrano casi curiosi, come il Banco Popolare che, sui fogli informativi di alcuni conti (come Idea Turismo), l’Isc addirittura non lo riporta. Inesistente. Non è male come inizio.

Alessandra Puato

Banche: ripartono i rincari Salgono bonifici e bolletteultima modifica: 2010-09-27T11:36:41+02:00da
Reposta per primo quest’articolo