Dopo le proteste la controreplica: «Era una battuta, ma forse si sentono in colpa». Il Senatur: «Spqr? “Sono porci questi romani”». Insorge la politica romana. E Totti: venga a dirlo al Colosseo
Umbaerto Bossi (Cavicchi) |
MILANO – Umberto Bossi rispolvera vecchie battute contro la capitale e copiando Asterix e Obelix che trasformavano l’acronimo Spqr (senauts populus que romanus) in «sono pazzi questi romani», dà una versione sua dell’antico motto: «Sono porci questi romani». Una battuta, la sua, che ha scatenato molte reazioni indignate nella Capitale e che ha anche indotto il Pd ad annunciare una mozione di sfiducia nei confronti del ministro delle Riforme. Il quale, inserata, torna sull’argomento e precisa: «La mia era una battuta, ma dalle reazioni che vedo in queste ore mi viene da pensare che a Roma si sentano in colpa».
FEDERALISMO E SPQR – Bossi aveva parlato a Telepadania a margine di una serata dedicata alle selezioni di Miss Padania a Lazzate, comune a cavallo tra le province di Monza e Como, balzato agli onori delle cronache qualche anno fa per la decisione dell’allora sindaco e ora senatore Cesarino Monti di indire i «concorsi padani», attribuendo residenti punteggi più alti nei concorsi pubblici. Bossi non ha voluto parlare con gli altri giornalisti e ai microfoni dell’emittente amica aveva spiegato: «Dopo il federalismo si farà il decentramento dei ministeri» che non possono stare tutti a Roma, dove trovi le scritte S.P.Q.R., cioè Senatus Popoluus que Romanus, che qui al nord si dice ‘Sono Porci Questi Romani». «Il federalismo – aveva aggiunto – è pronto, siamo al dunque, è messo in cassaforte perchè non passa dall’Aula ma in Consiglio dei ministri, dove la Lega conta. Poi ci sarà il passo successivo, il decentramento».
IL GRAN PREMIO DI F1 – Bossi aveva poi affrontato la questione del gran premo di Formula Uno e del possibile spostamento della corsa da Monza a Roma, dove si lavora al progetto di un circuito stradale all’Eur: «Monza non si tocca e a Roma possono correre con le bighe». Immediatamente, dopo la diffusione delle sue parole, si è scatenata l’ondata delle reazioni.
LA POLITICA INSORGE – «Bossi piuttosto che fare il comico dovrebbe svolgere il suo compito di ministro», ha dichiarato, in una nota, il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti. Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, si appella a Berlusconi: «Intervenga affinché i ministri tengano un atteggiamento istituzionale e politico più consono alla loro carica e più rispettoso del ruolo di Roma Capitale e della dignità dei romani». Aggiunge il presidente della Regione Lazio, RenataPolverini: «I cittadini di Roma e del Lazio meritano rispetto». Secondo il ministro Giorgia Meloni, invece, «le battute di Bossi nei suoi comizi sono spesso fastidiose, ma non costituiscono una linea politica». Per PierFerdinando Casini, leader dell’Udc: «la Lega sa solo insultare e lanciare spot propagandisti». E Francesco Rutelli (Api) arriva a chiedere le dimissioni di Bossi da ministro. Dall’opposizione, il Pd annuncia una mozione di sfiducia nei confronti del ministro. L’Idv di Antonio Di Pietro, invece, punta il dito contro il direttore del Tg1, Augusto Minzolini, accusato di non avere dato neppure la notizia della polemica scatenata dalle parole del Senatur.
«VENGA A DIRLO IN CURVA SUD» - Ma non c’è solo il mondo della politica. «Ammiro Bossi per la sua personalità – ha detto il capitano della Roma, Francesco Totti, che si è sentito offeso dalle parole del capo leghista -. Spero che ne dia prova facendo questi bei discorsi su Roma e i romani anche davanti al Colosseo o sotto la Curva Sud».
Redazione online