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È nata la bimba della donna in coma

TORINO – la piccola sta bene: si chiamerà Edil. La madre, una somala di 28 anni, era tenuta in vita solo per salvare la figlia

Issa Muhyaddin, marito della donna somala, e la dott.ssa Evelina Gollo primario di Anestesia e Rianimazione

TORINO – E’ nata intorno alle 11 all’ospedale Sant’Anna di Torino la bambina la cui mamma, in coma da un mese, era tenuta in vita solo per farla nascere. La piccola pesa 800 grammmi e sta bene. La piccola si chiamerà Edil, come la madre, la donna di 28 anni colpita da una grave forma di tumore al cervello, ancora in coma irreversibile. Ieri la gestazione era entrata nella 28/a settimana e i medici hanno tentato di prolungare il più possibile la permanenza della bambina nel grembo materno. La neonata, come tutti i nati prematuri, è stata ricoverata nel reparto di terapia neonatale intensiva. Ad eseguire il taglio cesareo è stata l’equipe della dottoressa Tullia Todros all’interno del reparto di Rianimazione dell’ospedale, dove era stata allestita una speciale sala parto per consentire l’intervento. Sarebbe stato il peggioramento delle condizioni della donna, che rischiava di mettere in pericolo la vita della bambina, a far decidere i medici per l’intervento. In ospedale c’era anche il marito, arrivato dalla Somalia a Torino per assisterla. I medici seguivano l’evolversi della situazione da una settimana, preparandosi all’intervento in qualsiasi momento. Ieri, l’ultima ecografia che aveva rivelato come il feto fosse cresciuto di quasi 200 grammi nelle ultime due settimane. Stamani la decisione di procedere.

La mamma che non potrà mai posare lo sguardo sulla sua creatura era arrivata a Torino direttamente dalla Somalia. Stava malissimo, era diventata quasi cieca. Il cognato, da tempo in città, l’aveva fatta venire qui, incinta del sesto figlio, per essere assistita al meglio. La diagnosi era stata implacabile. Cancro al cervello, maligno. Gli specialisti del Cto in agosto avevano operato la donna incinta per alleggerire la compressione del tumore sulle fibre ottiche. Le hanno ridato temporaneamente la vista, non il futuro. Troppo estesa la massa di cellule impazzite, nessun miracolo possibile. Dopo qualche giorno la paziente incinta era peggiorata, per complicazioni metaboliche, temute, non rare in casi come questi. I medici di via Zuretti avevano dovuto dichiarare la morte clinica cerebrale della paziente ma non hanno smesso di combattere. Anzi. Si sono fatti affiancare dai ginecologi del San’Anna. E appena la donna è stata stabilizzata, il 6 settembre, l’hanno trasferita nel polo specializzato dove le macchine le hanno permesso di far crescere la figlia.

Issa, marito e padre, vorrebbe che almeno il figlio più grande, 9 anni appena, venisse a Torino per dare l’addio alla madre, «sepolta qui, con rito musulmano, perché con la situazione che abbiamo in Somalia non è nemmeno pensabile di portarla a casa». Ma è anche combattuto. «La nonna che sta con i bambini è anziana e malandata. Il maggiore è gli occhi degli altri quattro, legati e dipendenti da lui». E poi sono d’ostacolo i problemi burocratici e gli intralci legati al drammatico quadro in patria. «L’ambasciata è stata spostata a Nairobi. Bisogna trovare qualcuno che ci vada per fare le pratiche richieste. Potrebbe essere molto pericoloso».

È nata la bimba della donna in comaultima modifica: 2010-09-28T12:12:16+02:00da
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