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Lcd, disco, modem e batteria 25 anni fa il primo notebook

Nell’autunno del 1985 iniziavano in Italia le vendite del Toshiba T1100, considerato il padre dei portatili moderni. In un peso di “soli” 4 kg aveva monitor a cristalli liquidi, floppy disk e connessione internet

Pesava “solo” 4 chili, contro gli almeno 10 chilogrammi dei trasportabili dell’epoca, ma soprattutto era il primo, vero computer portatile dedicato al grande pubblico, quello che oggi viene definito come “consumer”. Il Toshiba T1100, presentato alla fiera di Hannover nell’aprile del 1985, entrò in commercio in tutto il mondo e in Italia proprio nel mese di settembre.

Costi proibitivi, per l’epoca, l’equivalente degli attuali 4.000 euro. Aveva un lettore di floppy disk da 3,5 pollici (innovazione rispetto ad Apple, che aveva presentato più o meno nello stesso periodo un “trasportabile” con floppy da 5,25 pollici), una memoria ram di 512 Kb, display in bianco e nero da 9,1 pollici (tutti gli altri avevano ancora i famigerati “fosfori verdi”): non poteva certo considerarsi un “tascabile” come siamo abituati oggi (31 centimetri di larghezza, 6,6 centimetri di spessore e 30 centimetri di profondità), ma aveva una caratteristica assolutamente innovativa, la possibilità (opzionale e a caro prezzo) di integrare un modem per la connessione telefonica (internet era ancora una risorsa per pochi addetti) a 14,4 Kbps. Praticamente un equivalente dei modem gprs che oggi troviamo soltanto sui più vecchi cellulari.

I puristi hi-tech contesteranno subito che, all’epoca, anche altre aziende avevano realizzato computer più o meno (molto meno che più…) portatili, come Seiko o Radio Shack. Ma il Toshiba T1100 si caratterizzava per tre fondamentali caratteristiche, praticamente presenti oggi in tutti i notebook: lo schermo lcd, le batterie ricaricabili interne, un sistema di memorizzazione permanente (in quel caso su floppy da 3,5 pollici) e la compatibilità Ibm  (che voleva dire, in prospettiva, il sistema Dos, “base” dei Microsoft Windows futuri).

Paradossalmente, proprio queste innovazioni segnarono una certa difficoltà, per Toshiba, di riuscire ad affermare il proprio prodotto sul mercato. A volere questo “portatile” fu soprattutto l’attuale presidente della multinazionale nipponica, Atsutoshi Nisida, allora solo capo progettista: le previsioni di vendita erano di almeno 10 mila unità, ma l’impatto fu, all’inizio, meno promettente per un motivo fondamentale: tutti i programmi disponibili all’epoca “giravano” su floppy da 5,25 pollici. Soltanto quando Lotus decise di far migrare il suo database “1-2-3” sul nuovo formato da 3,5 pollici, il notebook di Toshiba cominciò ad avere il successo che s’era prefissato il suo ideatore.

Così, il T1100 fece la sua prima, massiccia apparizione in Germania, poi negli Stati Uniti e, infine, in tutti le altre nazioni europee, oltre al Giappone. Con un occhio attento anche all’intrattenimento, perché oltre a tutti i programmi indispensabili per la produttività aziendale che erano disponibili in quegli anni, Toshiba convinse anche Microsoft a realizzare un “Flight Simulator” che potesse girare sul nuovo formato dei floppy.

In pochi mesi, il primo vero portatile della storia vendette quei 10 mila pezzi “agognati” dal suo creatore. La vita del T1100, però, fu relativamente breve, sia perché le aziende concorrenti si gettarono a capofitto nella produzione di analoghi “notebook”, sia perché la stessa evoluzione tecnologica di Toshiba rese rapidamente il prodotto obsoleto. Già a metà del 1986, quindi ad appena 8-10 mesi dalla comparsa del T1100, la multinazionale giapponese produsse il primo portatile con processore Intel 286 (il T3100) e, alla fine dello stesso anno, il primo notebook con hard disk interno, il T3100e. Ma la strada del computer da taschino era ormai aperta.

Lcd, disco, modem e batteria 25 anni fa il primo notebookultima modifica: 2010-10-02T15:46:45+02:00da
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