L’attivista democratico, in carcere dal 2009, è stato condannato a 11 anni per aver scritto nel 2008 un manifesto che chiedeva libertà di espressione ed elezioni aperte a più partiti. Pechino aveva ammonito il Comitato del premio a non fare questa scelta
Il Nobel per la pace è stato assegnato al dissidente cinese Liu Xiaobo, in prigione per aver diffuso il documento Carta 08, in cui si chiedono riforme politiche, compresa la libertà di riunione, di stampa e di religione. Nei giorni scorsi Pechino aveva ammonito il Comitato a non fare una scelta del genere, ne’ per Liu ne’ per altri dissidenti o fautori dell’ingresso della democrazia in Cina. Liu Xiaobo fu condannato a 11 anni di carcere il 25 dicembre scorso per “incitamento a sovvertire il potere dello stato”. I suoi avvocati, afferma Amnesty, hanno avuto soltanto 20 minuti di tempo per presentare la loro arringa, in un processo che è durato meno di tre ore.
Secondo un messaggio diffuso su Twitter, poliziotti cinesi si sono recati nell’abitazione di Liu Xiaobo a Pechino, secondo un messaggio diffuso su Twitter.
Nato nel 1955 nella città industriale di Changchun, nel nordest della Cina, Liu era un giovane e brillante professore universitario di letteratura quando scoppiò il movimento studentesco del 1989 e fu tra gli intellettuali che si schierarono con i giovani, partecipando con i dirigenti studenteschi Wang Dan e Wu’er xi alla fondazione dell’ Federazione Autonoma degli Studenti che fu la struttura dirigente delle proteste.
Più volte, Liu partecipò al fianco degli studenti ai falliti tentativi di dialogo con le autorità. La situazione su piazza Tienanmen, occupata dagli studenti democratici, precipitò tra la fine di maggio e l’ inizio di giugno, quando fu chiaro che i riformisti del Partito Comunista, guidati dal segretario Zhao Ziyang, erano stati sconfitti e che il leader supremo Deng Xiaoping aveva scelta la via della repressione.
Il primo giugno Liu, insieme al popolare cantante taiwanese Hou Dejan, aderi’ allo sciopero della fame proclamato dagli studenti. Nelle ore e nei giorni successivi Liu Xiaobo, secondo Andrew J. Nathan e Perry Link, autorevoli sinologi e responsabili della pubblicazione del libro The Tiananmen Papers – che rimane la ricostruzione più completa di quei drammatici avvenimenti -, si adopero’ per cercare di convincere i giovani ad evacuare la piazza prima dell’ intervento dell’ esercito. Non ebbe successo, e il 4 giugno i soldati dell’ Esercito di Liberazione Popolare sgombrarono la piazza con la forza, uccidendo centinaia di persone. Pochi giorni dopo Liu Xiaobo, accusato di essere una delle “mani nere” che secondo il Partito Comunista Cinese manovravano gli studenti fu arrestato e trascorse 18 mesi in prigione dopo essere stato condannato come “controrivoluzionario”.
Nel 1995 fu condannato a tre anni in un campo di “rieducazione attraverso il lavoro” per aver diffuso articoli critici verso il governo. Scontata la pena, gli fu vietato di continuare ad insegnare.L’ ex-professore continuo’ a criticare il regime autoritario con saggi e articoli che venivano pubblicati all’ estero e diffusi clandestinamente in Cina. Negli anni precedenti al suo arresto, Liu era diventato uno dei principali punti di riferimento per gli dissidenti cinesi e gli attivisti dei gruppi internazionali per i diritti umani. E’ sposato con Liu Xia, anche lei un’ insegnante. La coppia non ha figli.