Rientrate in mattina le salme dei soldati. Ad accoglierli il presidente della Repubblica. La Russa: “Lasciare Herat entro il 2011”. La rabbia di un parente: “Godetevi lo spettacolo”
Accolte da Giorgio Napolitano e Silvio Berlusconi sono rientrate le bare dei quattro alpini caduti in Afghanistan. Le mani appoggiate sulla bara, avvolta nel Tricolore: un gesto diventato ormai purtroppo consueto. Il Capo dello Stato ha reso omaggio così alle salme dei quattro alpini uccisi sabato in Afghanistan.
I feretri sono stati portati a spalla dai loro stessi commilitoni. Sulla pista dell’aeroporto di Ciampino, sotto una pioggia sottile, ci sono le massime cariche dello Stato, i parenti, un picchetto del Settimo reggimento Alpini di Belluno, il loro reparto, ed una rappresentanza di tutte le Forze Armate. Presenti anche i vertici militari. Le bare, allineate sulla pista, sono state prima benedette dall’ordinario militare, monsignor Vincenzo Pelvi, poi il saluto commosso del Capo dello Stato.
Dolore, ma anche rabbia, all’aeroporto di Ciampino, da parte di alcuni parenti dei quattro alpini caduti in Afghanistan. “Signor ministro, godetevi lo spettacolo” ha detto uno dei familiari rivolto al ministro della Difesa, Ignazio La Russa, poco prima che le bare venissero messe a bordo dei carri funebri. Interpellato dai giornalisti su questa circostanza, il ministro della Difesa ha commentato: “I parenti, in queste occasioni, hanno diritto a qualsiasi reazione emotiva. Sia quella di quello zio, sia quelle affettuose dimostrate da altri parenti anche oggi”.
Si accende intanto la polemica politica sulla possibilità di dotare di bombe i caccia italiani. Il ministro della Difesa Ignazio La Russa chiede che sulla questione si pronunci il Parlamento. Apre al confronto il Pd. Da diverso tempo sono in corso trattative non ufficiali coi talebani per mettere fine alla guerra, ammette il presidente afgano Hamid Karzai. In un’intervista a La Stampa, inoltre, il ministro della Difesa ipotizza che il contingente italiano potrebbe lasciare l’Afghanistan prima del previsto.