Il 45enne è in coma e rischia la vita: Si ipotizza intervento neurochirurgico. Picchiato anche un fotoreporter che riprendeva l’auto incendiata. «L’aggressore non ha agito da solo»
Il fotoreporter bastonato mentre immortalava l’auto incendiata (Salmoirago) |
MILANO – L’auto di due dei testimoni dell’aggressione subita ieri a Milano da un tassista ricoverato in coma, è stata data alle fiamme e minacce sarebbero state rivolte ad altri. La notizia, confermata in ambienti investigativi, viene rilanciata dal vice sindaco Riccardo De Corato. «La gravissima notizia che alcuni testimoni dell’aggressione al povero tassista abbiano avuto la macchina bruciata e siano stati oggetto di pesanti minacce deve suonare da campanello d’allarme – sostiene -. E dovrebbe determinare un’immediata risposta da parte dello Stato in quel quartiere. Con la disposizione di un presidio fisso di Polizia di Stato. Questo pesante clima mafioso di intimidazione è inaccettabile e va subito affermata la legge. Non si può rimanere impassibili». E proprio per aver scattato alcune foto all’auto incendiata il fotoreporter Maurizio Maule dell’agenzia Fotogramma è stato a sua volta aggredito lunedì pomeriggio. E’ successo in via Luca Ghini alle 15. Secondo il racconto del fotografo, uno sconosciuto l’ha colpito con il manico di una scopa mentre stava scattando alcune immagini della vettura bruciata. La vittima ha riportato una vistosa ferita al naso ed è stata soccorsa dal personale del 118. Due giovani sono stati invitati a salire sulla volante e sono stati accompagnati in Questura. Ci sono stati anche momenti di tensione: uno dei due, fermato per un semplice controllo, ha provato a resistere, aiutato da una decina di residenti, tra cui alcuni suoi amici. Alla fine è stato caricato sulla volante.
GRAVISSIMO IL TASSISTA – Intanto le condizioni di Luca Massari, il tassista 45enne finito in coma, «rimangono gravi, con persistente pericolo di vita». Lo riporta il bollettino medico dell’Ospedale Fatebenefratelli di Milano, dove Massari è in cura. Il tassista era stato aggredito per aver investito e ucciso un cane. «Il paziente è in coma, sedato – riporta Marco Cigada, responsabile della struttura semplice di rianimazione del Fatebenefratelli – senza variazioni neurologiche significative rispetto al giorno precedente. Si sta valutando l’opportunità di un intervento neurochirurgico». Il procuratore capo di Milano, Edmondo Bruti Liberati, si è recato questa mattina all’ospedale Fatebenefratelli. «L’indagine – ha assicurato il magistrato – verrà svolta con massima attenzione e serietà vista l’estrema gravità delle modalità con cui è avvenuto il fatto». Bruti Liberati si è trattenuto coi i familiari riuniti al capezzale del congiunto, esprimendo loro solidarietà.
IL PRECEDENTE – Intanto si è appreso che Morris Michel Ciavarella, l’uomo che ha picchiato a sangue il tassista – ma secondo alcuni testimoni sarebbero più d’una le persone che hanno partecipato al pestaggio – ha un precedente per lesioni non gravi, che risale a tre anni fa e per il quale è stato condannato a una multa davanti al giudice di pace. Inoltre, stando a una prima ricostruzione, ci sarebbero alcune discrepanze tra la versione fornita dall’aggressore e quella della sua fidanzata e della proprietaria del cane. All’aggressione nei confronti del tassista, avvenuta in largo Camillo Caccia Dominioni, non distante dal quartiere Stadera, avrebbero assistito decine di persone. Inoltre, viste le condizioni del conducente dell’auto pubblica, che ha anche lesioni a un polmone e alla milza, sarebbe poco credibile la versione fornita da Ciavarella, il quale ha sostenuto di averlo solo spintonato. Il pm Tiziana Siciliano, titolare dell’inchiesta, dovrà inoltrare nelle prossime ore all’ufficio Gip la richiesta di convalida del fermo.
LA POLEMICA – Intorno alla vicenda, sta montando una polemica sulla sicurezza tra Lega e centrosinistra. La Lega Nord, con l’eurodeputato Matteo Salvini, ha subito proposto di permettere alla categoria degli autisti di utilizzare strumenti di difesa personale come spray urticanti e sfollagente e ottenere corsie semplificate per il porto d’armi. «Come dimostra quanto avvenuto oggi a Milano – ha detto Salvini – quella del tassista è una professione a rischio, si permetta allora ai tassisti di dotarsi di strumenti di autodifesa, come spray urticanti e sfollagente fino al porto d’armi semplificato». Le dichiarazioni di Salvini non sono piaciute al centrosinistra. Il candidato alle primarie per il sindaco di Milano Stefano Boeri le ha bollate come «irresponsabili e provocatorie», spiegando che il leghista «trasforma un terribile episodio di cronaca in occasione di campagna elettorale». Anche per l’altro candidato alle primarie, Giuliano Pisapia, «non è più accettabile che Salvini, e altri della Lega e del PdL, dinanzi a fatti anche molto gravi li strumentalizzino e pensino di trasformare Milano in un saloon del Far West». Anziché di armi, Pisapia ha proposto che «i taxi vengano dotati a spese del Comune di dispositivi automatici di allarme che permettano ai tassisti di avvisare, in piena sicurezza personale, le forze dell’ordine».
LE PROPOSTE – «Non lasciare soli i tassisti» è la priorità del vicesindaco di Milano, Riccardo De Corato: «Abbiamo fatto un bando per estendere l’installazione delle telecamere sui taxi – ha spiegato – ma ci vuole qualche strumento in più. Dobbiamo trovare, con le forze dell’ordine, normative che diano la possibilità di una maggior tutela alle categorie a rischio, come questa. Quello di oggi è un atto gravissimo». Il sindaco Letizia Moratti ha riferito: « Ora stiamo lavorando a una proposta, che ho incominciato a vedere in questi giorni e che porteremo all’attenzione della categoria, per potere avere tutti i tassisti collegati con la nostra centrale oltre che con la loro centrale. Questo sarà un passo in più nei confronti della sicurezza. Credo che questa, delle tecnologie, sia la risposta più vera e più efficace».
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