Appello contro i privilegi. «Siamo il paradiso di ereditieri ed evasori». Siciliotti (Commercialisti): fisco, competitività e burocrazia. Dal governo troppi condoni.
Il congresso dei commercialisti |
NAPOLI – Stanchi di un paese che non cresce, dei sindacati che difendono i privilegi nel pubblico impiego, di una classe politica poco accorta nella gestione del denaro pubblico, e forse anche un po’ delusi dalle prospettive della riforma fiscale alle porte, al cui tavolo non sono stati nemmeno invitati, i commercialisti passano al contrattacco. E lanciano un «patto tra gli onesti» per rompere «l’equilibrio degli squilibri e delle distorsioni su cui si è retta finora l’Italia». Un patto contro l’evasione fiscale, ma non solo, perché non è certo quello l’unico problema. «Cerchiamo di essere onesti con noi stessi. Se l’Italia ha risentito meno di altri della crisi il motivo non è la sua solidità, ma il suo immobilismo. Servono riforme strutturali per creare un nuovo equilibrio sociale» ha detto ieri il presidente del Consiglio dei dottori commercialisti, Claudio Siciliotti, aprendo il secondo congresso della categoria a Napoli, senza risparmiare critiche. Al governo, perché «l’obiettivo dell’ultima manovra è il minimo sindacale dell’ambizione», ai sindacati, che continuano a difendere le garanzie ed i privilegi del pubblico impiego, alla classe politica, anzi al «partito unico della spesa pubblica, che dovrebbe fare mea culpa sulla gestione del bilancio», all’amministrazione finanziaria, «che non prende le distanze dai periodici condoni e scudi fiscali che vanificano la nascita di un nuovo modello culturale». E all’intera società che garantisce «eccessiva tolleranza» all’evasione fiscale da parte di imprenditori e lavoratori autonomi.
Un patto «non partisan», più che «bipartisan», dove ciascuno si impegna a fare la sua parte , a cominciare dai commercialisti perché condannino «a voce alta lo sconcio dell’’evasione fiscale» ha detto Siciliotti, invitato dal sottosegretario all’Economia, Luigi Casero (lui stesso commercialista di professione) ad attuare i proclami «nella pratica, perché poi siamo noi che facciamo i corsi di formazione per imparare ad aggirare il fisco ». Sulla riforma fiscale promessa dal governo, i commercialisti chiedono di essere ascoltati. «Bisogna essere chiari: la riduzione delle tasse ci sarà solo quando si metterà veramente mano alla spesa pubblica per liberare le risorse». Serve coraggio, dice Siciliotti. «Anche per redistribuire il carico fiscale dal lavoro alle rendite. In Italia le tasse sul lavoro sono le più alte del mondo, quelle sulle attività finanziarie, le più basse. E se abbiamo la seconda evasione fiscale del pianeta, è segno che qualcosa non funziona. L’Italia è l’ inferno degli onesti ed il paradiso di ereditieri ed evasori. E se le cose non cambiano non ha futuro ».
Mario Sensini