La sentenza per il suo ruolo nella persecuzione dei partiti islamici. Cristiano, interlocutore internazionale del regime di Hussein, è stato ministro degli Esteri durante la Prima Guerra del Golfo. Ue: “Pena di morte inaccettabile”
L’ex vicepremier iracheno Tareq Aziz è stato condannato a morte dal Tribunale speciale di Baghdad. Considerato il volto umano del regime di Saddam Hussein, cristiano, è stato a lungo ministro degli Esteri. La condanna riguarda il suo ruolo nella persecuzione dei partiti islamici negli anni del regime di Saddam Hussein, secondo quanto hanno reso noto fonti giudiziarie.
L’Unione europea ha definito inaccettabile la pena di morte decisa per Tareq Aziz. L’Alto rappresentante della politica estera della Ue Catherine Ashton ha inotre detto, come ha riferito il portavoce, che chiederà all’Iraq di bloccare l’esecuzione.
Tareq Aziz, 73 anni, nell’agosto scorso era stato condannato a sette anni di carcere per il suo ruolo nella deportazione di popolazioni curde dalle regioni petrolifere del nord iracheno. Nel marzo del 2009 gli era stata inoltre inflitta una condanna a 15 anni per le sue responsabilità nell’esecuzione di 42 commercianti e uomini d’affari a Baghdad nel 1992. Una sentenza emessa solo due settimane dopo che era stato assolto dall’accusa di aver svolto un ruolo nell’uccisione e nella deportazione di sciiti nel 1999, per i quali invece fu condannato alla sua terza sentenza capitale Alì Hassan al-Majid, noto come “Alì il Chimico”.
Tareq Aziz fu l’unico gerarca del regime di Saddam Hussein ad essere accettato come interlocutore internazionale. Nato con il nome cristiano di Michael Yuhanna nel 1936 a Mosul, nel nord dell’Iraq, da famiglia cattolica di rito caldeo, Tareq Aziz è laureato in lingua e letteratura inglese. Giornalista, poi ministro dell’Informazione, è stato a capo degli Esteri per otto anni, in particolare durante la prima Guerra del Golfo del 1991. Divenuto in seguito vice premier, membro del Consiglio del Comando della Rivoluzione (Ccr), il 14 febbraio del 2003, poco prima dello scoppio della guerra in Iraq, fu ricevuto per un colloquio da Papa Giovanni Paolo II. Dopo l’invasione dell’Iraq sparì nel nulla. Il 9 aprile del 2003, la sua lussuosa villa fu setacciata dai marines e poi saccheggiata dalla folla. Aziz si consegnò alle forze americane a Baghdad il 25 aprile dello scorso anno. Dinanzi alle continue pressioni esercitate dagli Usa perché la dirigenza irachena si dimettesse, Tareq Aziz aveva così risposto: “Qualcuno non comprende che siamo patrioti. Noi in Iraq siamo nati e in Iraq moriremo”.
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