Prima l’assalto dei terroristi, poi il blitz delle forze di sicurezza di Baghdad. Il bilancio è altissimo con vittime tra gli ostaggi, gli agenti e gli stessi esponenti del network del terrore. Il luogo di culto era già stato attaccato nel 2004. Il Papa: «Cessi questa violenza feroce»
Al Qaeda torna a seminare il terrore a Baghdad. Un commando armato ha assaltato al tramonto del 31 ottobre una chiesa di rito cattolico orientale nel cuore della capitale irachena durante la messa della domenica prendendo in ostaggio per alcune ore un centinaio di fedeli e due sacerdoti.
Le forze di sicurezza hanno fatto irruzione nella chiesa Saiydat al Nayat (Nostra Signora del perpetuo soccorso) neutralizzando i terroristi. Il bilancio del blitz è però altissimo: almeno 50 morti, tra ostaggi, agenti e terroristi, secondo il comando militare americano a Baghdad.
I feriti sarebbero una trentina, secondo la fonte. “L’operazione si è conclusa con succeso”, ha detto alla Reuters il generale Qassim al-Mussawi, portavoce del comando operativo di Baghdad. I terroristi, che avevano detto di appartenere all’organizzazione Stato islamico dell’Iraq, la cellula irachena di al Qaeda, avevano minacciato di uccidere gli ostaggi se non fossero stati scarcerati alcuni membri del network del terrore di Osama bin Laden detenuti in Iraq e in Egitto.
Prima di fare irruzione nella chiesa di rito cattolico orientale, i terroristi – che indossavano dei giubbetti imbottiti di esplosivo – hanno fatto esplodere un’autobomba e ucciso almeno sei persone. Tra le vittime anche una bambina, come ha rivelato Shlemon Warduni, vicario patriarcale di Babilonia dei caldei. Due delle vittime erano agenti di guardia alla vicina Borsa valori, che secondo alcune fonti sarebbe stato il vero obiettivo del commando.
I terroristi hanno chiamato dall’interno della chiesa la tv locale al Baghdadia. Una fonte ha riferito che il terrorista parlava un arabo classico e non il dialetto iracheno. Durante il blitz delle forze di sicurezza alcuni elicotteri muniti di telecamere hanno volteggiato incessantemente sopra la chiesa che, assieme ad altri cinque luoghi di culto cristiani, era stata già bersaglio di un attacco coordinato dei terroristi il primo agosto del 2004 in cui vi furono morti e feriti.
Una fonte della polizia federale ha detto che i terroristi chiedevano la liberazione di alcuni esponenti di al Qaeda in carcere, tra cui la vedova di Abu Omar al Baghdadi, l’ex capo dello Stato islamico dell’Iraq, ucciso lo scorso aprile. La Farnesina ha espresso “ferma condanna” per l’assalto terroristico prendendo anche atto “della tempestività delle forze dell’ordine irachene per la liberazione degli ostaggi”.
Il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, aveva auspicato “una soluzione pacifica e senza ulteriore spargimento di sangue” al momento della presa degli ostaggi nella chiesa. “I cristiani vivono là una situazione di grande insicurezza e verso di loro esprimiamo solidarietà”, ha detto. I cristiani in Iraq sono circa 500 mila su una popolazione di quasi 31 milioni.
ROMA– «Cessi questa violenza, tanto più feroce in quanto ha colpito persone inermi raccolte nella casa di Dio, cioè casa di amore e di riconciliazione». È l’appello di Papa Benedetto XVI alla preghiera dell’Angelus in piazza San Pietro, dopo il massacro di fedeli siro-cattolici avvenuto domenica in una chiesa di Bagdad a opera di terroristi di Al Qaeda. Il bilancio in Iraq è pesante: 52 morti e 67 feriti tra ostaggi, soldati iracheni e terroristi e il bilancio potrebbe aggravarsi a causa delle gravi ferite di numerose persone. Tra le vittime anche dieci donne e otto bambini, una decina di militari e otto terroristi, che chiedevano il rilascio entro 48 ore di due donne musulmane che secondo loro tenute segregate nei monasteri copti in Egitto, come si legge nella rivendicazione di Al Qaeda. Il pontefice ha espresso «affettuosa vicinanza alla comuntà cristiana duramente colpita» e incoraggia «i pastori e tutti i fedeli a essere forti e saldi nella speranza». Benedetto XVI, «davanti agli efferati episodi di violenza che continuano a dilaniare le popolazioni del Medio Oriente», ha rinnovato il suo «accorato appello per la pace: essa è dono di Dio, ma è anche il risultato degli sforzi degli uomini di buona volontà, delle istituzioni nazionali e internazionali. Tutti uniscano le loro forze affinché termini ogni violenza».
EGITTO – Dopo il comunicato di Al Qaeda, la sicurezza e la vigilanza delle chiese in Egitto sarà rafforzata. È quanto ha dichiarato all’Ansa Rafik Greiche, responsabile per gli organi d’informazione della Chiesa cattolica in Egitto, spiegando che fonti della sicurezza egiziana lo hanno informato lunedì mattina. Si chiamano Camilia Chehata e Wafa Constantine le due egiziane citate da Al Qaeda. Si tratta di mogli di sacerdoti copti che, secondo alcuni, si sarebbero convertite all’islam. Dopo una lite coniugale, Cheata era scomparsa per alcuni giorni nel luglio scorso prima di essere ritrovata dalla polizia a casa di un’amica; gli agenti l’avevano ricondotta sotto scorta al suo domicilio. Costantine era invece scomparsa per breve tempo nel 2004: si era parlato di una sua convesisone forzata all’islam prima che la polizia la ritrovasse e la riaffidasse alla chiesa; la donna era poi entrata per breve tempo in un convento. Le due vicende hanno suscitato forti polemiche in Egitto: i copti hanno parlato di «rapimento e conversione forzata», mentre i musulmani hanno accusato la chiesa di nascondere le due donne, chiedendo il loro rilascio.
Redazione online
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