Toccherà al sottosegretario Giovanardi dare inizio al convegno. Nei giorni scorsi, il presidente del forum delle associazioni, Francesco Belletti, aveva manifestato imbarazzo per la prevista partecipazione del premier
MILANO – Non sarà Silvio Berlusconi ma Carlo Giovanardi, a nome del governo, ad aprire lunedì 8 novembre a Milano la seconda Conferenza nazionale della famiglia. Due giorni fa Francesco Belletti, presidente del Forum delle associazioni famigliari, aveva espresso «imbarazzo» per la prevista presenza del premier alla Conferenza dopo le ultime vicende con escort e minorenni che hanno visto coinvolto Berlusconi. «Con la presenza del premier», aveva detto Belletti, «ci dispiacerebbe che l’attenzione mediatica si concentrasse sugli stili di vita personali dei politici».
GIOVANARDI – Il governo ha dato quindi incarico al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega alle Politiche per la famiglia, Carlo Giovanardi, a presenziare a nome dell’esecutivo alla conferenza che si svolgerà a Milano dall’8 al 10 novembre. Il Consiglio dei ministri, spiega una nota, «auspica che dall’ampio confronto e dibattito che vedrà protagonisti tutti gli attori coinvolti, possano scaturire idee e proposte per definire nuove e più incisive politiche familiari, anche in vista della prossima adozione del Piano nazionale per la famiglia».
«EVITARE STRUMENTALIZZAZIONI» – Giovedì Giovanardi aveva ipotizzato che ad aprire l’appuntamento milanese sarebbe stato Berlusconi ma, secondo quanto ha appreso l’Ansa da ambienti governativi, Berlusconi non parteciperà per «evitare attacchi e strumentalizzazioni preannunciate». «Se la Conferenza sulla famiglia deve essere un momento in cui si parla della famiglia», si apprende dalla stessa fonte, «non vogliamo che possa invece essere un’occasione per attaccare e strumentalizzare il presidente del Consiglio, come molti hanno già preannunciato». La decisione del premier di non partecipare alla Conferenza «toglie quindi ogni alibi di disturbo. Il governo invece ritiene che questa sia un’occasione assolutamente importante per approfondire le tematiche della famiglia».
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Il Presidente
La famiglia : continuatrice di valori etico-sociali.
I dati statistici nel Rapporto Annuale Istat 2005, che ho solo ed in quelli successivi, consentono di rilevare una progressiva erosione del concetto famiglia in favore di forme di convivenza diverse.
La famiglia italiana, che quei rilevamenti statistici, forse, vogliono affermare lo sviluppo di una cultura troppo spesso indirizzata contro ogni forma di vita sociale e di vincolo matrimoniale in favore di nuove modalità dell’essere famiglia , resta salda e costituisce la famiglia “tradizionale.”
Pur tra le crescenti difficoltà, possibile frammentazione delle forme familiari, fallimenti, crisi con tenitrice di stress, capacità di “tenuta” che si fa sempre più labile e debole od altre anomalie, la famiglia resiste ancora in questo contesto economico-culturale malgrado, ripetiamo, i segnali di intensa fragilità.
Quella “tradizionale”, e con questa espressione vogliamo riferirci alla vera famiglia, continua :
1.) a mantenere la promessa di fedeltà reciproca dei coniugi,
2.) a farsi carico dei propri figli,
3.) ad aiutare i propri genitori anziani,
4.) a curare i propri membri disabili.
E su questo ultimo “aspetto assistenziale” che ci vogliamo fermare per analizzare questa “situazione”.
E’ fuor di dubbio, come abbiamo osservato, che la fondamentale istituzione assistenziale è la famiglia fulcro indispensabile e centrale della vita della società.
Ma uno dei problemi più scottanti e più difficili di maggior rilievo in questi ultimi tempi che affliggono le famiglie dei disabili psico-fisici è l’incertezza del “dopo”, cioè del “dopo la morte” di colui/colei che sostiene il peso dell’assistenza, soprattutto per non avere ancora una ragionevole sicurezza o certezza sui vari tempi assistenziali che il proprio familiare malato dovrà affrontare.
Il “Dopodinoi”, cioè gli interventi che si ritengono necessari per garantire l’assistenza ed il sostentamento ai soggetti privi di sostegno familiare e di autonomia, anche a causa di gravi handicap, è una “forma” che è stata presa in considerazione solo a parole, e non attuata ( però da noi preconizzata da lungo tempo).
La dignità umana va rispettata nella sua essenza, perché il livello di civiltà si misura nel rispetto della persona : di ogni persona e non da “ necessità politiche”!
Oggi, il “Dopodinoi”, questa forma di assistenza si è fatta sempre più urgente, necessaria, impellente anche in conseguenza dello sviluppo di quella erosione di valori della famiglia indicati dall’Istat, ipotizzando al “ricovero di massa” in quello di “poche unità” quali casa-famiglia , comunità alloggio od altro in grado di garantire parzialmente l’affetto familiare, ma con quella solidarietà che pur non trascurando l’ambito della normalità sappia dare quell’aiuto necessario per compensare il deficit di natura organica, motoria , sensoriale.
Un “sistema di vita” che pur essendo extra familiare si riveli idoneo, per non dire indispensabile, ai bisogni assistenziali ed esistenziali della persona con un incisivo handicap..
Fra fra le grandi necessità della famiglia , che l’Ente l’Istat non ha saputo individuare tra le più urgenti priorità riguardano le reti informali all’interno e tra le famiglie.
E’ vero che si conferma la presenza di una insostituibile capacità di cura ed accadimento , di aiuto informale e gratuito che circola tra le famiglie e le generazioni ( ad esempio affidamento dei figli minori ai nonni), ma diminuisce significativamente il numero di famiglie che ricevono aiuti informali soprattutto dalle Istituzioni, temi che devono essere affrontati in maniera efficace, decisiva e senza indugio.
Qualcuno ha scritto che l’Italia ha bisogno di una “ecologia morale”.
E’ vero!, perché il quotidiano antagonismo politico e quel negare ogni valore etico coperto da una superficiale solidarietà, sono elementi che avvelenano l’atmosfera familiare e fanno perdere di vista le priorità che il Paese vuole ed abbisogna !
Comunque a margine della Conferenza Nazionale sulla Famiglia, mi permetto rendere necessario che siano tenute di priorità assoluta due importanti condizioni :
1.) è FAMIGLIA anche quella che accudisce ai propri familiari disabili, siano essi fisici che psichici, ( molto spesso dimenticata, per non dire ignorata);
2.) il “DOPO DI NOI”, cioè dopo la morte di colui/ei che sostiene il peso dell’assistenza e la costituzione di un Fondo nel quale confluire tutto quanto perviene al “soggetto” o un Fondo per il sostentamento, amministrato da un Ente Pubblico che garantisce la continuazione della solidarietà.
Lo tenga ben presente la “Conferenza Nazionale sulla Famiglia. !
A buon intenditor, poche parole!!!
Previte
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