Duro scontro nel Consiglio dei ministri tra i responsabili del dicastero dell’Economia e dell’Ambiente. Lei lo attacca per i tagli, mentre lui se ne va sbattendo la porta. Il litigio continua anche dopo, davanti ai giornalisti
Il clima sempre più teso all’interno della maggioranza si fa sentire anche nel corso del Consiglio dei ministri dove venerdì 5 novembre sarebbero volate parole pesanti tra il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo e Giulio Tremonti. Secondo alcune ricostruzioni, rilanciate dal sito Dagospia e poi dall’Ansa, di fronte alla protesta della deputata siciliana per alcuni tagli al suo dicastero, il ministro dell’Economia avrebbe risposto un po’ acido: “Te lo spiego dopo”. Un tono che avrebbe fatto infuriare la Prestigiacomo che, tra la muta sorpresa dei suoi colleghi, avrebbe risposto: “Qui non siamo a scuola. Siamo tutti ministri. E abbiamo tutti il diritto di sapere le cose pubblicamente. Quindi ti dico che, su questa materia dei fondi, non sei ben informato!”. E di fronte a un tentativo di risposta del responsabile di via XX settembre lei avrebbe insistito con durezza: “Non dire cretinate. E piantala di trattarci come scolaretti!”.
A questo punto Tremonti si sarebbe alzato per andare a parlare all’orecchio di Berlusconi. Il premier avrebbe tentato di calmare gli animi invitando da un lato il ministro dell’Economia ad essere più ricettivo e quello dell’Ambiente a usare un linguaggio più consono. La Prestigiacomo quindi si sarebbe scusata per il termine “cretinate”, ma avrebbe confermato il succo del suo discorso, facendo nuovamente infuriare Tremonti che, con sorpresa dei presenti, avrebbe lasciato la sala.
Lo scontro è proseguito anche dopo la fine del Consiglio dei Ministri con dichiarazioni al vetriolo di entrambi i ministri. Parlando con i giornalisti Tremonti ha commentato con sarcasmo la vicenda: “Oggi mi sono arrivate le scuse anche da Prestigiacomo. Mi sono commosso”. Pronta la risposta del ministro dell’Ambiente: “Bene, allora commento anche io: pensavo che fossero bolle di rabbia…”.