Guerra dei numeri sulla caccia. Per il ministro l’88% è contro, per i cacciatori il 55% è pro. La denuncia delle associazioni venatorie: adesioni raccolte in maniera fittizia, gli italiani non sono con lei
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Uno scorcio del sito «La coscienza degli animali». Il ministro Brambilla dic: «Oggi parlare di abolizione della caccia non è più un tabù» |
MILANO – Ci sono sicuramente anche il signor Mano Destra, il signor Mano Sinistra e perfino Paolino Paperino tra i sottoscrittori del manifesto «La coscienza degli animali», lanciato a maggio dal ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, e dall’oncologo Umberto Veronesi (e sostenuto tra gli altri da Renato Zero, Vittorio Feltri, Dacia Maraini e Franco Zeffirelli). Personaggi inesistenti, di assoluta fantasia, ma che contribuiscono a formare quel totale di 121.475 sottoscrittori dell’iniziativa ostentato a caratteri evidenti nel sito web creato per l’occasione. E chissà quanti altri di questi cittadini fantasma ci sono in quel totale. A sostenerlo sono le principali associazioni venatorie italiane che, riunite nel coordinamento Face Italia e nel Comitato nazionale caccia e natura, hanno voluto dimostrare, con una prova sul campo documentata da un video postato su YouTube, che chiunque può aderire al manifesto senza che vi sia alcun tipo di controllo, neppure automatico, sull’effettiva esistenza in vita dei sottoscrittori. Nessuna conferma di registrazione via mail (e questo consente iscrizioni anche con indirizzi di posta elettronica inventati di sana pianta) e nessuna richiesta di dati sensibili. Insomma, dietro quei 121 mila «amici» del comitato Brambilla-Veronesi ci potrebbe essere chiunque. O nessuno.
«FERITA PER L’AMBIENTE» – La mancata autenticazione delle adesioni non sarebbe un problema se non fosse che quei numeri vengono spesso citati dal ministro Brambilla come riscontro della volontà popolare di politiche più sensibili al benessere degli animali. Martedì si è tenuta a Roma la seconda giornata nazionale della Coscienza degli animali e nell’occasione l’esponente del governo è tornata a parlare di caccia e della possibilità che essa venga progressivamente ridimensionata ed abolita. L’attività venatoria, secondo il ministro «è un’enorme ferita per l’ambiente, una minaccia per interi ecosistemi, una pratica sistematica di distruzione che mette in pericolo gli equilibri di un mondo che si è formato in milioni di ann». Il sito dedicato al manifesto titola oggi perentoriamente: «Oggi parlare di abolizione non è più un tabù». Ma secondo i cacciatori questa può essere soltanto l’opinione della presidente dei Circoli della Libertà ma non può essere fatta passare certo come l’orientamento diffuso tra i cittadini italiani. E uno dei motivi è proprio quello delle sottoscrizioni «farlocche». Anche noi abbiamo fatto una prova analoga a quella documentata nel video di Face e Cncn e non è stato difficile fare rientrare tra i sottoscrittori anche un certo Silvio Berlusconi residente ad Arcore e la cui mail ha come dominio palazzochigi.it.
«BOLLETTINO DI GUERRA» – C’è poi un’altra guerra di numeri ed è quella legata ai sondaggi tra la popolazione: il ministro ancora ieri ha parlato di un’88% di italiani che considera la caccia «un’inutile crudeltà che andrebbe vietata o molto più rigidamente regolamentata» e lo ha fatto citando i risultati di un sondaggio dell’Ipsos commissionato dal suo ministero. Forte di questi numeri, il ministro ha parlato della «strage che in questi giorni si consuma nelle valli, nei boschi, nei campi, ovunque si muova qualcosa che abbia una parvenza di vita» e ha detto che «se i cacciatori, come dicono, amano veramente la natura, comincino a dimostrare di amarla sul serio, smettendola in primo luogo di sparare a fringuelli e ad altri indifesi testimoni di un mondo a cui dobbiamo garantire il futuro». Non solo: «Basta scorrere il bollettino di guerra degli ultimi due mesi – ha ricordato Brambilla – per rendersi conto dell’accanimento con cui costoro ’amano’ la natura. Quasi ogni fine settimana, feriti, non solo tra i cacciatori ma anche tra i passanti, i ciclisti. Nella scorsa stagione venatoria abbiamo contato 24 morti e 71 feriti. Oggi, a soli 2 mesi dall`apertura della caccia 12 persone hanno già perso la vita, altre 15 sono state ferite. E non tutti cacciatori».
L’ALTRA CAMPANA – Ma anche i cacciatori hanno per le mani un sondaggio, realizzato in questo caso da Astra ricerche, e da quello emergerebbe che «la maggioranza degli italiani, il 55%» è a favore della caccia a condizione che essa sia sostenibile, regolamentata e sicura». «Tuttavia – fanno ancora notare i sostenitori della pratica venatoria – il 45% degli italiani ha dichiarato di non conoscere le norme e i limiti che regolano in italia la materia da oltre 20 anni». Quello che sta succedendo, a loro opinione, è che la caccia «sta diventando il capro espiatorio dei problemi di consenso, sviluppo e gestione del nostro Paese non risolti dalle istituzioni. Ora viene addirittura chiamata in causa come deterrente per il turismo, senza rflettere sul fatto che i turisti stranieri che visitano il nostro Paese provengono da nazioni in cui la caccia viene esercitata senza alcun problema».
L’ENDORSMENT DI BERLUSCONI – Tra i cacciatori italiani e il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, non corre buon sangue e questo è noto. L’esponente di governo ha colto più di un’occasione per esternare la sua avversione alla pratica venatoria, ma in questa sua campagna sembra ora essere sostenuta anche dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che in un messaggio alle associazioni ambientaliste del fronte anti-caccia (Lav, Lipu, Enpa, Wwf) le aveva ringraziate per il loro operato, parlando di «battaglie che sono condivise dalla maggior parte degli italiani». E quanto alla Brambilla aveva spiegato che «in accordo con la presidenza del Consiglio, si è resa interprete di queste esigenze e opera con efficacia per la loro tutela». Insomma, un endorsment con tutti i crismi che ha sollevato più di un malumore tra le doppiette italiane, che nelle ultime tornate elettorali avevano votato per il centrodestra che al proprio interno ha molti esponenti espressamente pro-caccia. Uno di questi, l’eurodeputato Silvio Berlato, qualche tempo fa aveva raccolto le firme di tutta la delegazione italiana del Ppe a margine di una lettera in cui si chiedeva a Berlusconi di zittire il ministro anti-caccia. Ma il risultato era stato l’opposto di quanto sperato: il ministro ha incassato l’appoggio pubblico del premier. E ha fatto una gran fatica il ministro Carlo Giovanardi, schierato con i cacciatori, a far passare il messaggio che non è vero che il governo la pensa così. La base dei cacciatori è arrabbiata e sui propri forum non la manda a dire: «Caro Pdl il nostro voto non lo avrai più».