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Governo battuto alla Camera Giovedì incontro Bossi-Fini

La maggioranza va sotto a un emendamento sulla cooperazione italia-libia. Bersani: «La maggioranza formalizzi la crisi». Bocchino (Fli): «Il governo deve fare un accordo con noi»

Berlusconi e Bossi durante la visita in Veneto (Ansa)

ROMA – Il governo scricchiola, ma non cade. Per conoscere il suo futuro c’è addirittura chi – come fa il ministro Sacconi – suggerisce di «chiederlo alla zingara…». Nel frattempo la maggioranza è stata battuta tre volte alla Camera su emendamenti sui rapporti Italia-Libia.

EMENDAMENTI – Sì della Camera alle mozioni dell’Udc e a quella fatta propria da Fli dopo che il governo l’aveva ritirata (in seguito all’approvazione di un emendamento dei radicali) sui rapporti tra Italia e Libia. I testi approvati impegnano il governo «a proseguire nell’attuazione degli impegni sanciti dal Trattato italo-libico di amicizia, in vista della creazione di un forte e ampio partenariato bilaterale in tutti i settori; a svolgere un ruolo di stimolo sul rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali; nell’ambito di controllo e regolamentazione dei flussi migratori, a proseguire nella collaborazione con Tripoli in materia di lotta all’immigrazione clandestina e di contrasto alle attività delle organizzazioni criminali dedite al traffico di esseri umani, lungo le linee direttrici delineate in questi ultimi mesi che hanno consentito un radicale ridimensionamento nell’afflusso di clandestini sulle coste italiane». In base all’emendamento dei radicali, passato con il voto determinante di Fli, il governo viene quindi impegnato «a sollecitare con forza le autorità di Tripoli affinché ratifichino la Convenzione Onu sui rifugiati e riaprano l’ufficio dell’Unhcr a Tripoli quale premessa per continuare le politiche dei respingimenti dei migranti in Libia».

POLEMICHE – «Che Fli voti con l’opposizione non fa più notizia, ma votando un emendamento come quello che è passato ci si dovrà assumere la responsabilità di rivedere i barconi di disperati sulle coste italiane». Questo il commento del ministro della Difesa e coordinatore del Pdl, Ignazio La Russa. «Noi insisteremo per la politica dei respingimenti – ha aggiunto – è quello di Fli mi sembra un boomerang per una formazione che dice comunque di essere di centrodestra». Ai giornalisti che hanno chiesto se il voto di Montecitorio possa condizionare le prove di intesa nella maggioranza che Umberto Bossi porterà avanti in queste ore con Fini, La Russa ha risposto: «Non credo che un singolo voto possa cambiare qualcosa da quel punto di vista». Secondo il finiano Italo Bocchino quanto avvenuto dimostra che «il governo non ha una maggioranza se non fa un accordo preventivo con Fini». Quanto all’influenza potrà avere sulla mediazione affidata a Bossi, il capogruppo dei futuristi a Montecitorio risponde: «Noi facciamo di testa nostra, votiamo secondo la nostra coscienza».

SACCONI – «Non è sulla Libia che cade il governo, ovviamente» ha commentato a caldo il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi. «Futuro e libertà – ha aggiunto Sacconi – conferma la vicinanza ai radicali». A chi gli chiedeva se ormai sia inevitabile una rottura, Sacconi ha risposto: «Niente è inevitabile tranne la morte».

PD – «Penso che ormai la crisi sia conclamata e che questo sia dovuto anche all’opposizione che sta facendo bene il suo mestiere. Non c’è più spazio per i traccheggiamenti: la maggioranza deve rendere formale la crisi», ha detto il segretario Pd Pier Luigi Bersani. «Dimostriamo di essere in grado di incidere, da adesso in poi, in tutti i principali passaggi parlamentari». «Non è stato mai negoziato con la Libia un accordo sui respingimenti», sottolinea Massimo D’Alema. «La decisione di operare i respingimenti è una decisione autonoma del governo italiano e nulla di questo tipo fa parte del trattato di amicizia con la Libia». Quanto all’emendamento approvato, l’ex premier spiega: «Vincola il governo italiano, non quello libico, a rispettare le convenzioni internazionali, ciò che il governo italiano non ha fatto».

GIOVEDÌ INCONTRO BOSSI-FINI – È stato fissato per giovedì l’incontro tra Umberto Bossi Gianfranco Fini, dopo lo strappo del presidente della Camera a Bastia Umbra e l’incontro ad Arcore tra il premier Silvio Berlusconi e il leader del Carroccio. Lo si apprende da fonti parlamentari della maggioranza.

Redazione online

Governo battuto alla Camera Giovedì incontro Bossi-Finiultima modifica: 2010-11-10T10:55:01+01:00da
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