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La trafficante di droga arrestata: «Sono la nipote di Mr. Samsung»

Secondo alcuni famigliari sarebbe nata da un legame “illegittimo”. 29enne dalle tante identità si spaccia per parente del fondatore del colosso high tech. Che però smentisce

Lisette Locascio Lee

WASHINGTON – Lisette Locascio Lee, 29 anni, è finita in bocca all’anti-droga americana in un giorno di giugno. Era appena scesa da un jet privato atterrato a Columbus, Ohio, proveniente da Van Nuys, vicino a Los Angeles. Al suo fianco, come fosse una star, due «assistenti» e la guardia del corpo. Li hanno arrestati – grazie ad una soffiata – non appena hanno iniziato a scaricare dall’aereo una dozzina di valige piene di marijuana.

«SONO LA NIPOTE DI MR. SAMSUNG» – Durante l’interrogatorio Lisette si difende in modo scontato: con la droga non c’entro, ho fatto un favore ad un amico. Poi cerca di spiegare perché non ha certo bisogno di affari illeciti: «Sono la nipote del fondatore della Samsung». Gli agenti e il procuratore registrano e vanno avanti. Per loro Lisette fa parte di un gang di narcotrafficanti. Fine.
La ragazza deve affrontare il processo, fissato per la fine di ottobre. Nelle prime udienze, Lisette Locascio Lee insiste con la storia della Samsung. E cita come testimone sua “zia”, Jen Lee, che racconta in aula quello che sembra un romanzo. «Lisette è la nipote di Byung Chu Lee, fondatore della Samsung – precisa la donna -, e sua madre si chiama Corine. Il problema è che la ragazza è nata dall’unione con un giapponese poco raccomandabile, Yoshi Morita. Ed è ecco perché la famiglia ha deciso di darla in affidamento ad una coppia di conoscenti in California».

TESTIMONIANZE E PROVE – Nei giorni seguenti spuntano le testimonianze degli amici della ragazza, coetanei con i quali ha diviso serate e party a Hollywood o Beverly Hills. In molti raccontano la stessa cosa: «Lisette vantava legami familiari con i grandi nomi dell’industria giapponese, dalla Honda alla Sony. Certamente aveva molto denaro e viveva nel lusso». Nel corso di un’udienza viene poi esibito un documento che, secondo i legali, avrebbe dovuto provare i vincoli con il fondatore della Samsung. Ma per gli investigatori si tratta di una lettera taroccata.

MOLTEPLICI IDENTITA’ – Carte false e nomi falsi di una tipa che pensava di essere furba. Lei si presentava a Los Angeles come “Lisette Lee Morita” o “Lisette Lee Locascio” anche se il suo vero nome è “Lisette Locascio Lee”. Tante identità, affermano gli agenti, che celano azioni criminose. Ammesse, ieri, dal responsabile della gang. David Garrett ha confessato di aver dato alla ragazza e ai suoi «assistenti» 50 mila dollari per ogni viaggio compiuto dalla California all’Ohio: la banda ne avrebbe fatti una decina. Le affermazioni di Lisette, per quanto bizzarre, non potevano passare nel silenzio. E alla fine anche la Samsung è stata costretta ad intervenire: «Nessuna parentela e il documento esibito è un falso». Una smentita che dovrebbe chiudere il caso, ma in tanti pensano che Lisette Locascio Lee inventerà qualche sorpresa.

Guido Olimpio

La trafficante di droga arrestata: «Sono la nipote di Mr. Samsung»ultima modifica: 2010-11-11T17:05:09+01:00da
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