La giovane marocchina è stata la star della festa alla discoteca Albikokka. Arrivata in Ferrari e avvolta da un abito di Yves Saint-Lauren, ha detto: “Volevo un po’ di tranquillità”. Sul caso continua lo scontro tra Maroni e il pm dei minori.
“Da Catania mi hanno proposto di fare l’insegnante di danza del ventre in una palestra. Non ho fatto un corso, credo di averla nel sangue la danza. L’ho imparata da mia madre che è di origini marocchine e non egiziane, come qualcuno ha detto”. Karima El Mahroug, in arte Ruby Rubacuori, lancia la battuta così, sulla famosa telefonata alla questura di Milano, quando il premier disse che era la nipote del presidente egiziano Mubarak. Ruby scherza e racconta, con la cronista di origini siciliane accenna una battuta in dialetto, mentre il buttafuori del ristorante sul mare Albikokka, dove è stata la guest star della festa per i cinque anni del locale (guarda le foto della serata), non la perde di vista un secondo. “Mi piacerebbe tornare in Sicilia – racconta, fasciata dal suo abito turchese Yves Saint-Lauren – non è vero che sono scappata da lì. Ma per una ragazzina, Milano è come l’America per gli immigrati degli anni Sessanta. Solo che una volta che ci vivi, ti rendi conto che non è tutto oro quello che luccica. A Milano esistono solo le grandi marche, l’apparenza, invece a Catania ti diverti con una pizzetta e una birra”. La sua serata Karima – arrivata a bordo di una fiammante Ferrari rossa – l’ha trascorsa al tavolo con alcuni giornalisti e con uno dei proprietari del locale. Tra un risotto all’astice e aragosta. “E’ stata una serata tranquilla – prosegue – abbiamo parlato di tutto tranne che dei discorsi su Berlusconi. Avevo bisogno di un po’ di tranquillità, dopo tutte le cattiverie scritte in questi giorni”.
Ma intanto continua lo scontro sul caso Ruby. Al pm del Tribunale dei minori di Milano Anna Maria Fiorillo che aveva smentito la ricostruzione dei fatti resa in Aula dal ministro dell’Interno Maroni ( guarda il video) il titolare del Viminale risponde annunciando una querela. Secondo Maroni le dichiarazioni del magistrato sarebbero diffamatorie.
“E’ come la ciliegina sulla torta”, commenta Annamaria Fiorillo. “Finalmente potrò dire in veste di indagata quello che ho sentito al mio telefono quella notte. Non sono ancora riuscita a esprimere in modo corretto quello che è accaduto”.
In due interviste a Repubblica e al Messaggero e in un colloquio con il Corriere della Sera, il pm dei minori di Milano Annamaria Fiorillo, che mercoledì 10 novembre ha presentato un ricorso al Csm chiedendo un chiarimento sulle dichiarazioni di Maroni e del procuratore Bruti Liberati, aveva già ribadito di non avere mai autorizzato l’affidamento di Ruby alla consigliera regionale del Pdl Nicole Minetti, e aveva ricostruito con la sua versione quanto accaduto nella notte tra il 27 e il 28 maggio: “Quello che ha dichiarato in aula Maroni non mi va giù. Non mi è sembrato possibile che un ministro vada in Parlamento a dire queste cose. Io che ero là non posso permetterlo”.
A questo punto mi pongo una riflessione, io stesso per trovare lavoro mi sono dovuto far raccomandare altrimenti non riuscivo nemmeno a valicare il cancello d’ingresso, ci sono laureati che per trovare un posto di lavoro sicuro devono scappare dall’Italia, c’è gente che per difendere il proprio posto di lavoro rischi la vita, si proprio così, la vita per riuscire a conservare il proprio lavoro per poter sopravvivere, gente che si alza di mattino presto, ore 5:00 se non prima per potersi guadagnare quel poco che gli passa il lavoro, ne potrei elencare tanti di casi simili di cui nessuno ne parla tranne quando succede una disgrazia o vengono compiuti degli atti estremi per poter far sentire la propria voce.
Oggi abbiamo raggiunto l’apice, anche se accade spesso nell’ultimo periodo che persone sconosciute e che nessuno sapesse chi erano e dove fossero ad un tratto diventino delle vere star e che tutti le vogliono. Non riesco a capire come si possa in tempo di crisi sociale, culturale, economica e morale far risaltare tanto delle persone che magari sono anche intelligenti e forse anche più di qualcun’altro. Ma che vengono pagate solo per stare al centro dell’attenzione e far pubblicità ad un qualcuno o qualcosa questo mi rattristisce e mi provoca sdegno e preoccupazione.
Spero che qualcuno metta fine a questa farsa da baraccone e da circo e si pensasse di più ai problemi reali del nostro paese piuttosto che pensare a come vengono chiamate gentilmente dai loro stessi fornitori di sesso (i nostri politici), con aggettivi quali “puttanelle”, quando poi sono loro stessi a istigare le ragazze a prendere come esempio persone del genere quali simbolo di una vita più agiata. Non riesco a continuare a raccontare di episodi che, rappresentando la realtà facciano si che ognuno possa fare le medesime cose così come ce le fanno vedere, e proprio vero che la politica sta andando a PUTTANE…………..