E’ la giornata di mobilitazione mondiale studentesca. Cortei lungo tutta la penisola contro la riforma della Gelmini. A Milano parte della manifestazione raggiungerà la torre di Via Imbonati sulla quale si sono asserragliati da dieci giorni tre immigrati
ROMA – Per prepararsi già da lunedì sono cominciate assemblee e occupazioni. Srotolati striscioni fuori dagli edifici, chitarre in cortile, notti in sacco a pelo. E poi ancora riunioni, piani organizzativi, tutti al lavoro per preparare il mercoledì 17 della scuola. Italiana e internazionale.
Il Virgilio di Roma occupato (Jpeg) |
GIORNATA STUDENTESCA – Perché il 17 novembre tutto il mondo studentesco scende in piazza. In 100 città d’Italia. Ma anche nel resto d’Europa. Si celebra la 71ma Giornata internazionale per il diritto allo studio, per ricordare quel 17 novembre del 1939 quando durante una manifestazione di migliaia di universitari cecoslovacchi contrari alla guerra, alcuni di loro furono arrestati e giustiziati dai nazisti. A 71 anni di distanza, dopo la crisi economica, in Europa diversi moti studenteschi stanno assumendo dimensioni sempre più vaste: la settimana scorsa migliaia di ragazzi hanno protestato a Londra, pochi giorni prima a Dublino, ma anche in Francia e Portogallo. E non solo: notizie di contestazioni studentesche per rivendicare più diritti sono giunte anche dalle Filippine.
LA PROTESTA ITALIANA – In Italia la maggior parte delle associazioni, aderenti a scuola ed università, ha organizzato cortei in più di 100 città: a sfilare saranno l’Unione degli Studenti, la Rete degli studenti, l’Unione degli universitari e Link-Coordinamento universitario. «Mentre la lista delle mobilitazioni in giro per il mondo continua ad infittirsi – sostiene Sofia Sabatino, portavoce della Rete degli Studenti – in Italia la protesta va avanti da settimane: assemblee, sit-in, cortei ma soprattutto occupazioni, autogestioni e cogestioni di scuole ed università sono le parole d’ordine dell’ultimo mese». E infatti le occupazioni d’autunno sono partite. A Roma, dove licei come Visconti, Mamiani, Manara e Virgilio hanno interrotto le lezioni e annunciato: «Occupazione». A Trieste : occupate quasi tutte le scuole superiori cittadine. A Milano: dove i Collettivi stanno organizzando il secondo No Gelmini Day e mercoledì sfileranno in corteo con il Comitato Immigrati Italia. Una diretta a reti unificate dalle 10.00 alle 12.00, sul network dei media universitari Ustation.it, trasmetterà lo speciale radiofonico live condotto da Radio Bue dell’Università di Padova (www.radiobue.it), in collaborazione con le radio universitarie di Venezia, Perugia, Verona, Catania, Vercelli, Pavia, Trento, Napoli (RUN e F2), Salerno, Roma (Tor Vergata e Sapienza), Palermo, Cagliari, Liuc, Cosenza, Pisa, Teramo e con RADUNI, l’associazione nazionale degli operatori dei media universitari (www.raduni.org). Durante lo speciale collegamenti in diretta dalle piazze della mobilitazione studentesca.
Il No Gelmini Day a Milano lo scorso 8 ottobre (Newpress) |
I CORTEI – A Roma saranno due le manifestazioni di studenti liceali e universitari. Cortei si svolgeranno poi a Trento, Venezia, Padova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Lecce, Palermo, Catania. Le proteste non «segneranno la conclusione del movimento, anzi, nelle prossime settimane partiranno le occupazioni, le cogestioni e le autogestioni anche in altre regioni e città, fino ad arrivare alla data del 27 novembre, manifestazione nazionale della Cgil, in cui gli studenti scenderanno ancora una volta in piazza a fianco dei lavoratori». L’Uds, Unione degli studenti, presenterà anche la propria alternativa di riforma e sul sito dell’associazione ci sono tutte le città dei cortei con i punti e gli orari di partenza.
«NO AI TAGLI» – Ancora una volta, la protesta di studenti e mondo della scuola è contro i tagli previsti in Finanziaria alla scuola. Rete degli studenti e l’Udu (Unione degli universitari) lamentano che «nel maxiemendamento alla Finanziaria, spuntano i fondi per gli atenei privati, 25 milioni, mentre rimane un taglio agli atenei pubblici di 276 milioni complessivamente». Una «operazione taglia e cuci che rende palese che la scelta di questo governo di tagliare sulla scuola pubblica». Non solo. Al centro della protesta sempre il ddl Gelmini in procinto di tornare in discussione alla Camera, dopo il blocco per mancanza di fondi. Claudio Riccio, leader della Rete della Conoscenza: «Se il disegno di legge dovesse essere approvato, l’Università italiana vedrebbe banche, finanziarie, aziende all’interno dei luoghi decisionali, il diritto allo studio smantellato e trasformato in un meccanismo di perversi prestiti d’onore e i ricercatori resi precari a vita».
Redazione online