«L’infiltrazione delle mafie al nord è una realtà. la relazione della dia l’ho firmata io». Il Guardasigilli: avanti con l’antimafia dei fatti. Maroni: «Ora la caccia a Denaro e Zagaria, il cerchio si stringe»
MILANO – «Abbiamo arrestato 28 latitanti di massima pericolosità su 30. Restano liberi Denaro e Zagaria, ma il cerchio si sta stringendo, così come è avvenuto per Iovine». È soddisfatto il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, che ha riunito i giornalisti a Palazzo Chigi all’indomani della cattura del boss dei Casalesi. Il responsabile del Viminale ha sottolineato che complessivamente i mafiosi catturati sono 6.754. L’arresto di Iovine rappresenta, secondo Maroni, una conseguenza al cosiddetto «modello Caserta». «Questa – ha spiegato il ministro leghista – è l’antimafia dei fatti e dei successi a cui io e il ministro Alfano ci onoriamo di appartenere». «Questo governo si è qualificato sull’antimafia, con la grande lotta alle mafie, coronata da grandissimi risultati» ha fatto eco a Maroni il Guardasigilli, a Napoli per incontrare i poliziotti che hanno arrestato Iovine. «Non vorremmo – ha aggiunto il ministro della Giustizia – che la caduta di questo governo significasse anche l’interruzione di questo circuito magico di leggi contro le mafie». Per Alfano, insomma, vale la pena «mandare avanti questo governo dell’antimafia dei fatti».
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