A Casal di Principe, alcuni concittadini del muratore che ha coperto la latitanza del boss, ne difendono l’innocenza: “Non so come possa succedere, magari si presenta davanti casa e tu gli apri”. E sull’arresto del boss dicono: “Siamo gente umana”
Il boss Antonio Iovine, capo storico del clan mafioso dei Casalesi? “A me non ha fatto niente di male”. Lo dicono i vicini di casa del muratore Marco Borrata, dove Iovine, “O’Ninno” latitante da 14 anni, è stato catturato il 17 novembre durante il pranzo. La notizia della cattura, a Casal di Principe, non sortisce un grande effetto. Hanno fatto effetto, questo sì, i mitra in mano alle forze dell’ordine. Ma, spavento a parte, i vicini di via Cavour non nutrono particolari sentimenti negativi nei confrondi del boss mafioso.
Antonio Morza, vicino di Borrata (ora accusato di aver coperto la latitanza di O’Ninno), lo difende: “E’ una bravissima persona. La madre, le sorelle sono donne di Chiesa”. Ma allora perchè Borrata ha aperto le porte di casa sua a Iovine? “Non so come possa succedere, magari si presenta davanti casa e tu gli apri”, risponde. Dell’arresto del boss Morza si dice “nè contento, nè non contento. A me non ha fatto nulla di male”.
Rosa Bocchino, dirimpettaia dei Borrata, racconta lo spavento avuto all’arrivo delle forze dell’ordine, il timore dei mitra. Ma su Iovine ha la idee chiare: “Siamo gente umana. Perchè rallegrarsi di un arresto?”.
Intervista al capo della squadra mobile