Dopo le annunciate dimissioni, il titolare del dicastero delle Pari Opportunità si dice pronta a trattare. Intanto, Franco Frattini e Ignazio La Russa ammettono: esiste un “problema Cosentino”.
“Esiste un problema Cosentino”. “Per il momento può restare, ma non essere rinominato da un’assemblea che controlla”.
Il giorno dopo l’annuncio delle dimissioni di Mara Carfagna (da deputato Pdl e da ministro delle Pari Opportunità), diversi dirigenti del Pdl si schierano in difesa dell’ex presentatrice televisiva.
E nello scontro tra la stessa Carfagna e il coordinatore campano del Popolo della libertà Nicola Cosentino (divisi sulla gestione dell’emergenza rifiuti e sulla politica regionale del partito) danno più ragioni alla prima che al secondo.
Il più netto è il ministro degli Esteri Franco Frattini che, intervistato da Repubblica, dice che l’ex sottosegretario, già indagato per presunti rapporti con la camorra, non può restare a lungo coordinatore e che sicuramente non può essere rinominato da un’assemblea che controlla.
Sulle pagine del Corriere della Sera (sotto l’intervista al Corriere della Sera), invece, uno dei coordinatori nazionali del Pdl, il ministro della Difesa Ignazio La Russa, ammette che esiste un “problema Cosentino”, anche se avverte la sua collega di governo: “Quello che può danneggiare Mara è la troppa esposizione mediatica”.
Intanto, secondo quanto riferiscono alcuni quotidiani, dopo l’annuncio delle dimissioni, Mara Carfagna sarebbe pronta a trattare, “purché il premier mi ascolti”.
Tra le possibilità, ci sarebbe quella di una candidatura a sindaco di Napoli alle prossime elezioni amministrative, anche se Gianfranco Miccichè ha già detto che la accoglierebbe “a braccia aperte” nel nuovo movimento politico da lui fondato, Forza del Sud.
Carfagna e La Russa |
ROMA – Ministro Ignazio La Russa, l’altro ieri, in conferenza stampa, lei ha minimizzato il caso Carfagna e questo sembrava aver fatto precipitare la situazione.
«Nessuno ha minimizzato».
E quel «de minimis»?
«È stato male interpretato. L’ho detto anche a lei».
Le ha telefonato?
«Sì, dopo aver letto i giornali. Le ho spiegato che mi riferivo al fatto che mentre Berlusconi era a Lisbona, a trattare con Obama e a ricevere i complimenti da Medvedev, insistere con le domande sulla Carfagna era sproporzionato».
Non è lei che ha parlato di «gossip»?
«Intendevo dire che nel luogo dove si parla del futuro del mondo era un modo da “gossip” di affrontare i problemi».
Berlusconi con il suo «signora Carfagna» non ha peggiorato le cose?
«Lui si aspettava di gestire il vertice Nato senza questo problema. Non si aspettava di ritrovarsi a dover affrontare la lite tra la Carfagna e la Mussolini».
La Carfagna lamenta di non essere stata ascoltata da voi coordinatori. È così?
«Non è vero. Casomai se c’è una cosa di cui mi pento è di non essermi occupato di quelle vicende. Ora voglio impegnarmi sulla Campania personalmente. Anche perché lì c’è un ex an, Edmondo Cirielli (il presidente della Provincia di Salerno, ndr)».
Alla Carfagna basterà?
«Non lo faccio perché le basti, ma perché ritengo sia giusto. Non dico che Denis Verdini abbia seguito queste vicende male. E del resto, anche se lei non si è ritenuta soddisfatta, l’ha ricevuta un sacco di volte».
E lei?
«Sono stato io a trovare una mediazione in Consiglio dei ministri sul termovalorizzatore di Salerno. Invece di affidare le competenze al sindaco De Luca del Pd, le abbiamo lasciate alla provincia di Cirielli sotto il coordinamento del governatore Caldoro. E ci siamo lasciati con Mara con baci e abbracci. Poi è successo quello che è successo con la Mussolini. E su questo la Carfagna ha ragione».
Al di là delle foto, quali pensa che siano i rapporti tra la Carfagna e il finiano Bocchino?
«Lui è un amico che l’ha aiutata molto all’inizio. Ma in maniera disinteressata e amichevole. Ne sono testimone. Non credo ci sia altro. A Bocchino si possono rimproverare molte cose, ma non questa».
Il problema politico che la Carfagna solleva è Nicola Cosentino.
«Obiettivamente il problema esiste. Quando Cosentino si dimise perché era stato indagato, non fece polemiche. C’era una sorta di accordo tacito che sarebbe uscito dal governo senza clamori, ma sarebbe rimasto coordinatore regionale del Pdl».
Dunque lei parte sconfitta?
«Lei è andata a sbattere su una cosa su cui Verdini non la poteva accontentare in quella fase».
E ora può cambiare qualcosa?
«Non per accontentare lei. Ma perché ci sono le elezioni in Campania. Tutto è aperto. Io le ho consigliato prudenza».
Pensa ne faccia tesoro?
«Questo non lo ha detto. Ma lei è tutto fuorché poco intelligente. Credo che non soffierà sul fuoco».
Ma come pensa che finirà?
«Non la vivo come una telenovela. Ma come una battaglia politica. Comprensibile ma non irrisolvibile. Quello che può danneggiare Mara è la troppa esposizione mediatica».
V. Pic.