Era già accaduto il 9 novembre. Determinante il voto dei deputati di Fli, allineato con quelli di Pd, Idv e Udc
ROMA – Succede per la seconda volta nel giro di due settimane: la maggioranza è stata battuta nell’Aula della Camera. Possibili prove di crisi politica in corso, in attesa del “non c’è due senza tre”: questa volta la sconfitta del Governo è avvenuta su un proprio emendamento alla ratifica delle modifiche al Trattato dell’Unione europea che assegna all’Italia un seggio supplementare del Parlamento europeo all’Italia. Sull’emendamento, bocciato a scrutinio segreto con 290 no, 251 sì e un astenuto, il governo si era rimesso all’Aula. L’emendamento tendeva a ripartire nuovamente i voti, inizialmente previsti per 72 seggi, per 73, quanti sono i seggi attualmente assegnati all’Italia nell’Emiciclo di Strasburgo. In questo modo, il seggio in più sarebbe andato al Pdl e non all’Udc come previsto in seguito all’approvazione in commissione, la scorsa settimana, di un emendamento dell’opposizione. Per battere la maggioranza a scrutinio segreto è stato determinante il voto dei deputati di Fli, allineato con quelli di Pd, Idv e Udc
SCONTRO BOCCHINO-LA RUSSA – «È evidente che non ci sono le condizioni per cui noi possiamo votare in questo momento la fiducia al Governo Berlusconi». Lo ha detto il capogruppo di Fli alla Camera, Italo Bocchino, a Omnibus, su LA7. «Alla fine sono convinto che Berlusconi sceglierà la via più saggia che è quella delle dimissioni per evitare di essere sfiduciato – ha aggiunto – non c’è dubbio che il passaggio parlamentare non può non essere legato a un elemento di discontinuità».
Riferendosi alle parole del leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini che lunedì ha sottolineato che i centristi non voteranno la fiducia al governo, Bocchino ha commentato: «Casini fa parte dell’opposizione, noi abbiamo altre responsabilità». «Siamo in attesa di una risposta da Silvio Berlusconi – ha ribadito – ammesso che venga fa shopping in Parlamento poi che fa? Se Berlusconi viene il 13 e dice che c’è una situazione di stagnazione, dice ‘mi rendo conto che bisogna fare delle riforme istituzionali, la riforma della legge elettorale, la riforma del Fisco, un grande provvedimento economico e socialè troverà una maggioranza più ampia. Questo chiediamo noi. Non chiediamo posti: li abbiamo restituiti».
LA RUSSA: «LE DIMISSIONI NON CI SARANNO» – La replica del Pdl arriva poco dopo, per voce coordinatore del Pdl e ministro della Difesa, Ignazio La Russa: «E chi ha mai detto che ci sono le condizioni…? Loro chiedono le dimissioni di Berlusconi, le dimissioni non ci saranno, quindi le condizioni evidentemente non ci sono».