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Governo ancora ko alla Camera: Fli e Udc votano contro

E’ bastato un emendamento del partito di Casini per fare andare ancora “sotto” la maggioranza in Aula. Il testo votato riguardava la riforma dell’Università, proprio nel giorno delle proteste di studenti e ricercatori in tutta Italia

ROMA – L’iter dei lavori parlamentari rischia di diventare un vero e proprio Vietnam per il governo. Dopo i due voti contrari di martedì il governo è stato battuto ancora in aula alla Camera nel corso dell’esame del ddl università. E’ stato infatti approvato con i voti di Futuro e Libertà e dell’opposizione un emendamento dell’Udc su cui l’esecutivo aveva espresso parere contrario. La proposta di modifica, spiega la centrista Paola Binetti, «riguarda l’opportunità di riconoscere il valore del lavoro dei medici impegnati nei policlinici universitari in attività di formazione». L’emendamento è passato con 284 sì, 254 no e cinque astenuti. Fli aveva più volte criticato la riforma universitaria voluta dal ministro Gelmini. Commenta ironico con i cronisti in Transatlantico il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini: «Sono andati sotto su un nostro emendamento? Sono davvero sorpreso…».

IL PREMIER – Poche ore prima il premier Silvio Berlusconi aveva tentato un’apertura verso l’Udc. «All’Udc suggerisco un appoggio esterno al governo». È l’indicazione che il presidente del Consiglio ha rivolto al partito di Pier Ferdinando Casini durante la conferenza stampa per presentare un pacchetto di misure per l’occupazione giovanile. «Ciascuno dovrebbe restare fedele al voto ricevuto. L’Udc si è presentato da solo, per l’opposizione di Gianfranco Fini che non voleva facesse un accordo con il Pdl. Oggi l’Udc avrebbe l’occasione di dimostrare che non pensa solo al tornaconto del proprio leader, ma a quella del Paese che ha necessità di avere una maggioranza stabile», ha aggiunto Berlusconi.

CASINI – Un invito quello del presidente del Consiglio che vedeva la secca replica di Casini ai microfoni del Tg3: «Questo governo dovrebbe dimettersi. Se veramente Berlusconi ha a cuore il Paese più che la sua poltrona e la sua permanenza a Palazzo Chigi, si dimetta, apra una crisi vera, perchè il governo “vivacchia” e non ce la fa ad andare avanti, e poi vedremo di trovare le soluzioni giuste»

BOSSI – Secondo il leader della Lega, un eventuale appoggio dei centristi al governo «sarebbe positivo». «Se la vedano loro. Berlusconi è il capo», ha detto conversando con i giornalisti. «Berlusconi sa, io non so, noi daremo il voto della Lega – ha aggiunto -. La fiducia la voteranno non solo i finiani ma anche a sinistra perchè tutti hanno paura di andare al voto. La crisi ora sarebbe veramente pericolosa».

UDC – Prima di Casini era intervenuto il segretario nazionale dell’Udc Lorenzo Cesa: «I suoi consigli sono troppo interessati per risultare credibili. Pensi lui all’interesse del Paese e non perda un’occasione storica: si dimetta e apra una fase politica nuova». «Prima Berlusconi deve dimettersi, poi siamo disposti a discutere di soluzioni per il bene del Paese», ha aggiunto il presidente del partito, Rocco Buttiglione. Sul tema replica anche il deputato finiano Fabio Granata: «La risposta dell’Udc è positiva perché vuol dire che si sta ragionando sul futuro dell’Italia e non sulla semplice sostituzione dei nostri ministri con i loro».

FINI – Poi il capo del governo ha risposto a Fini, il quale gli aveva chiesto di fare «un passo indietro». «Credo che a farlo dovrebbero essere altri, come il presidente della Camera che invece di essere super partes è stato di parte e ha fondato un partito sulla sua figura di leader».

BONAIUTI – Un’affermazione quest’ultima corretta poi dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti: «Leggiamo alcune agenzie di stampa erroneamente titolate, nella quali si asserisce che il Presidente Berlusconi avrebbe chiesto le dimissioni del Presidente Fini. È sufficiente leggere le dichiarazioni testuali del Presidente Berlusconi per comprendere che così non è. L’invito a fare il passo indietro riguardava, con ogni evidenza, la posizione politica e le indicazioni, anche odierne, di alcuni esponenti di Futuro e Libertà di votare la sfiducia al Governo, nonchè – prosegue Bonaiuti – l’ennesima richiesta di dimissioni del Presidente Berlusconi, fatti che contrastano con la conclamata volontà degli elettori».

MAGGIORANZA ED ELEZIONI – Berlusconi era intervenuto anche sul voto di fiducia del prossimo 14 dicembre: «Avremo una maggioranza, una buona maggioranza sia al Senato sia alla Camera. Se alla maggioranza della fiducia non dovesse seguire una maggioranza capace di rendere possibile l’approvazione delle riforme, ci recheremo dal capo dello Stato e chiederemo il ritorno alle elezioni».

GOSSIP E DISINFORMAZIONE – «Ha ragione Sarkozy: basta disinformazione. Questo governo continua a lavorare nonostante il gossip e le polemiche», ha detto Berlusconi, che poi con una battuta a differenza del presidente francese si è detto sicuro che tra i giornalisti presenti alla conferenza stampa non ci sia alcun pedofilo. «Il presidente del Consiglio ha raggiunto un risultato epocale al vertice Nato di venerdì e sabato, e invece i giornali hanno titolato su una vicenda di gossip, quasi non mettendo in prima pagina un traguardo impensabile. Il Tg3 poi è anche peggio di Telekabul».

POLEMICHE – Il Cavaliere non ha lesinato poi battute a tutte le polemiche di questi giorni. A chi chiede al governo di fare di più, come il presidente della Ferrari Luca di Montezemolo, risponde: «Parlare è facile, fare i fatti è difficile. E noi stiamo facendo i fatti. Ho sentito affermazioni sul fatto che l’Italia non riesce ad aumentare il Pil al pari di altri Paesi. Si dimentica che abbiamo ricevuto eredità drammatiche dai governi precedenti, che pesano sulla nostra economia e che non possono essere risolte con un colpo di bacchetta magica».

GIOVANI – Infine il tema sul quale era stata convocata la conferenza stampa insieme al ministro della Gioventù, Giorgia Meloni. Il governo pensa a un’imposta forfettaria del 10% in tre anni per incentivare i giovani a creare nuove imprese. «Sarebbe un grande incentivo: ne stiamo discutendo con Tremonti e le forze sociali. Poi uno deve sapersi aiutare da sé, credere in se stesso, darsi obiettivi ambiziosi e poi sacrificarsi», ha detto Berlusconi. Per il sostegno all’imprenditoria giovanile (il governo intende coloro che hanno meno di 35 anni), il ministero metterà in campo 216 milioni di euro, che dovrebbero diventare 300 grazie al cofinanziamento pubblico e privato. Queste le proposte: bonus di 5 mila euro all’azienda che assume a tempo indeterminato un giovane disoccupato o precario under 35 con figli. Per la casa: fino a 200 mila euro di mutuo per l’acquisto della prima casa a coppie sposate con o senza figli il cui reddito complessivo non superi i 35 mila euro e derivi per più della metà da contratti di lavoro atipici. Per l’impresa: finanziamento pubblico fino al 40% di una nuova iniziativa privata promossa da under 35 con particolare riguardo all’ecoinnovazione, al talento artistico-culturale, alla commercializzazione di brevetti e innovazioni frutto della ricerca universitaria. Lo studio: fino a 25 mila euro di prestito garantito e agevolato per quegli studenti che vogliono frequentare l’università. L’inserimento nel mondo del lavoro: 20 campus per il job placement dei migliori laureati.

Redazione online

Governo ancora ko alla Camera: Fli e Udc votano controultima modifica: 2010-11-25T04:54:32+01:00da
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