Escono le prime indiscrezioni sui file che saranno svelati stasera. Critiche a Mandela, David Cameron e Karzai. Nel dossier ci sarebbero anche informazioni sui rapporti tra Italia e Russia. Washington: “Così si mettono a rischio delle vite”
Trema la diplomazia Usa. Oggi, domenica 28 novembre, dovrebbero essere pubblicati su WikiLeaks gli attesi documenti riservati del dipartimento di stato americano. Secondo il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini, che dice di non conoscere il contenuto delle rivelazioni, la pubblicazione dei file sarà “l’11 settembre della diplomazia mondiale”
perché “faranno saltare tutti i rapporti di fiducia tra gli Stati”.
Prime indiscrezioni – I file in uscita da Wikileaks conterrebbero molte critiche mosse dagli Usa a importanti leader mondiali come Nelson Mandela, Hamid Karzai e il colonnello Gheddafi. Lo anticipano i giornali britannici secondo cui sarebbe a rischio dalla pubblicazione anche la relazione privilegiata Usa-Gran Bretagna per via di alcune osservazioni sul premier David Cameron.
Il giornale Mail on Sunday scrive che il presidente sudafricano accusò il presidente Usa George Bush di essere razzista perché, ai tempi dell’invasione dell’Iraq, ignorò le richieste dell’Onu perche Kofi Annan era di colore. Secondo il Sunday Times invece ci sarebbero rivelazioni esplosive per le relazioni di Usa e Gran Bretagna con opinioni negative date da Washinghton sui governi di Blair, Brown e dello stesso Cameron. Una ‘gelata’ si attende anche per i rapporti di Usa e Russia. Secondo il Kommersant infatti ci sarebbero palesi critiche degli Usa ai leader russi nonche le registrazioni di colloqui tra diplomatici americani russi. Non dovrebbe invece esserci nulla di compromettente per i rapporti tra Usa e Israele. Il premier Benjamin Netanyahu ha fatto oggi sapere di essere stato contattato dal governo Usa in merito ai file Wikileaks da cui non dovrebbero emergere elementi di polemica.
Parla Julian Assange – Il fondatore del sito Julian Assange è intervenuto alla terza conferenza annuale di giornalisti investigativi arabi (Arij), ad Amman in Giordania spiegando che “il materiale che stiamo per pubblicare copre essenzialmente tutte le maggiori questioni mondiali”. “Nell’ultimo mese – ha aggiunto Assange – ho speso tutte le mie energie per preparare la pubblicazione della storia diplomatica degli Usa”.
Washington: “Un pericolo” – Dura la risposta dell’amministrazione americana. “La pubblicazione dei documenti – ha detto l’avvocato del Dipartimento di Stato Usa – metterà a rischio numerose vite di innocenti” così come metterà a repentaglio iniziative militari e cooperazioni tra paesi per far fronte a problemi come il terrorismo e le pandemie”. “Spero che coloro che sono responsabili di questo – ha aggiunto l’avvocato – pensino a queste vite che stanno mettendo in pericolo e mettano un freno a queste pubblicazioni”.
Le anticipazioni di Der Spiegel – Qualche anticipazione arriva dal settimanale tedesco Der Spiegel che nella serata di sabato 27 ha pubblicato sul proprio sito Internet, solo per un breve periodo, un articolo dal titolo “Domande e Risposte”, in cui dava alcune informazioni sui nuovi documenti riservati raccolti dal sito WikiLeaks e anticipati ad alcuni organi di stampa internazionali, tra i quali lo stesso Spiegel. Secondo il sito “Netzpolitik”, la pubblicazione dell’articolo è stata frutto di un errore del sistema di gestione dei contenuti del settimanale. L’articolo è stato subito tolto dal sito, ma Netzpolitik pubblica un link al testo dello Spiegel, che era stato ripreso da un blog prima che venisse cancellato.
Cosa bisogna aspettarsi – Solo il 5% dei documenti che Wikileaks si appresta a pubblicare riguarderebbero l’Europa mentre la gran parte si riferirebbero a Medio Oriente e Asia.
Solo 4.330 sono così “esplosivi”, avrebbe scritto lo Spiegel nell’articolo, che sono stati classificati “Noform”, cioè off-limits a qualsiasi governo straniero. Come già riferito da alcuni organi si stampa internazionali, inoltre, poco più della metà dei documenti non ha alcuna restrizione, il 40,5% è classificato “confidenziale” e solo il 6% è “segreto”, mentre non c’è alcun documento “top secret”.
Ogni documento, oltre al testo del messaggio, indica la data, l’autore, il destinatario e il livello di segretezza. I documenti, scritti dai diplomatici, dagli ambasciatori, dai consoli oppure dai dipendenti delle ambasciate, forniscono per ciascun Paese valutazioni sulle situazioni politiche e informazioni di background. In alcuni casi, secondo l’articolo, tracciano anche profili psicologici di singoli politici. Gran parte dei documenti è successiva al 2004, uno risale al 1966 e 9.005 sono stati inviati nei primi due mesi di quest’anno. Lo Spiegel non pubblicherà in Rete tutta la documentazione, ma solo alcuni estratti.
I documenti sull’Italia – Secondi indiscrezioni la documentazione riguarderebbe anche i rapporti tra il nostro Paese e la Russia. Ma il ministro degli Esteri Franco Frattini, in un’intervista sul Corriere della Sera ha detto che non commenterà i file riservati. “Non si possono e non si debbono commentare – spiega Frattini – notizie frutto di un reato per il quale si sta procedendo penalmente”. E sulla possibilità di aprire anche in Italia procedimenti penali contro Julian Assange, il fondatore di WikiLeaks, dice: “Credo che la magistratura dovrà valutare seriamente. Da giurista posso dirle che il reato c’è”.
Da dove vengono i documenti – Secondo l’articolo dello Spiegel la documentazione contiene oltre ottomila “direttive” del ministero degli Esteri Usa alle sedi diplomatiche in tutto il mondo. I documenti, spiega l’articolo, provengono dalla rete ‘SIPRNet’ (Secret Internet Protocol Router Network), cioè un sistema di reti di computer interconnessi tra loro utilizzato dai ministeri degli Esteri e della Difesa Usa per trasmettere informazioni riservate, incluse quelle classificate ‘segrete’. Nel complesso, 2,5 milioni di dipendenti e funzionari hanno accesso ai documenti che vengono trasmessi attraverso la rete ‘SIPRNet’.