Manifestazioni in tutte le città. Scontri con la polizia a Roma, Milano e Bologna. Occupate 16 stazioni ferroviarie. Berlusconi: “Gli studenti veri sono a casa a studiare”. Governo battuto due volte alla Camera. In corso le dichiarazioni di voto.
“Gli studenti veri sono a casa a studiare, quelli in giro a protestare sono dei centri sociali e sono fuori corso”.
Così il premier Silvio Berlusconi ha commentato le manifestazioni, sfociate anche in alcuni scontri, degli studenti contro la riforma Gelmini. Continua a crescere, infatti, in tutte le città la protesta dei giovani.
In attesa del voto della Camera sul disegno di legge del ministro Mariastella Gelmini, che è atteso proprio per oggi, i ragazzi scendono di nuovo in piazza per far sentire la loro voce. Invadono strade e piazze, bloccano per qualche ora le stazioni ferroviarie dei principali centri urbani del Paese, e si fanno sentire oltre i confini nazionali.
La protesta è infatti arrivata anche a Parigi.
Qui, un gruppo di studenti italiani ha appeso uno striscione contro la riforma dal tetto dall’Arco di Trionfo: “Da Parigi è un no. No al ddl. Riprendiamoci il futuro. Erasmus Parigi”.
Gli studenti, tutti Erasmus, sono riusciti a tenere appeso lo striscione per qualche minuto prima dell’intervento delle forze di sicurezza e della polizia.
16 stazioni ferroviarie occupate – La mobilitazione studentesca si è allargata a macchia d’olio e ha comportato anche disagi alla circolazione. Treni fermi, flussi di traffico rallentati, convogli istradati su itinerari alternativi e tempi di viaggio più lunghi; questo il bilancio della giornata di protesta. Complessivamente sono state 16 le stazioni occupate dagli studenti. Tra le altre Pisa centrale, Torino Porta Nuova, Venezia Santa Lucia, e Milano Rogoredo.
Roma, piazza Montecitorio blindata – Dopo aver partecipato alla manifestazione della Cgil, dopo aver occupato tetti e luoghi simbolo delle città (per non parlare di Internet, con decine di siti e blog usati per scambiarsi informazioni), centinaia di giovani romani si sono dati appuntamento in piazzale Aldo Moro fino a raggiungere Montecitorio, in attesa della votazione da parte dei deputati. Qui le forze dell’ordine hanno bloccato il corteo.
La piazza è infatti blindata, presidiata da un ingente numero di forze dell’ordine che hanno chiuso tutti i varchi di accesso.
I manifestanti hanno così reagito con un fitto lancio di uova, verdura, petardi e carta igienica diretto contro i blindati che sbarrano il passo. Nuove tensioni si sono poi verificate in via del Corso. Manifestanti e polizia sono entrati in contatto e si sono verificati scontri. Ci sarebbero tre feriti tra gli agenti.
Milano, città in tilt – A Milano centinaia di studenti si sono mossi in corteo fin dalle prime ore della mattina. Sono stati fatti blocchi temporanei sulle arterie principali della città: da corso di Porta Genova a viale Monza, da corso di Porta Nuova a piazzale Corvetto. I ragazzi hanno cercato di entrare anche a Palazzo Marino, sede del Comune di Milano. Hanno poi temporaneamente bloccato le stazioni ferroviarie Garibaldi e Rogoredo.
Torino, blitz nella sede del ministero – A Torino invece alcune decine di studenti si sono staccati dal corteo principale e hanno effettuato un blitz negli uffici del Ministero del’Istruzione, in via Pietro Micca. Prima hanno colpito il portone d’ingresso dell’edificio con un lancio di uova, poi lo hanno sfondato e sono saliti al secondo piano, dove hanno si trovano gli uffici, e hanno sfondato un altro portone rompendo una sbarra. Si sono fermati soltanto davanti ai vetri antiproiettile che proteggono i dipendenti del Ministero.
Nel pomeriggio un sit-in ha bloccato per due ore e mezzo il traffico in tangenziale.
Tafferugli a Genova – Scontri con le forze dell’ordine davanti alla Prefettura con un giovane colpito al labbro da una manganellata; la città sporca e imbrattata; fumogeni; uova fresche lanciate contro i muri del palazzi storici e sulla gente; una secchiata di sterco buttata all’interno dello stand di Monte dei Paschi di Siena allestito nella centralissima Piazza De Ferrari, mentre era in corso una diretta tra i dirigenti della Banca e gli imprenditori del capoluogo. Questo il bilancio del corteo degli studenti liceali e universitari genovesi contro la riforma.
Bloccate le autostrade A14 e A12 – A Bologna la protesta anti Gelmini ha bloccato l’autostrada. Il corteo, alcune migliaia tra universitari e studenti delle superiori, è entrato, passando dal casello della Fiera, nel tratto cittadino dell’A14, invadendo entrambe le carreggiate. La circolazione era stata precedentemente deviata dalla polizia.
Anche a Pisa, il corteo degli oltre 5 mila studenti universitari ha raggiunto, oltrepassandolo, il casello di Pisa centro dell’autostrada A12. Per oltre mezz’ora i manifestanti hanno percorso a piedi gli oltre due chilometri della bretella autostradale che collega la città al casello e il traffico in direzione dell’A12 è stato bloccato dalle forze dell’ordine. Una volta raggiunto il casello gli studenti si sono sparpagliati in entrambe le direzioni di marcia all’altezza del varco autostradale.
Palermo paralizzata – In 50 mila hanno ‘occupato’ il capoluogo siciliano in una sorta di asfissiante ‘manovra a tenaglia’ scattata nel giorno del “Blocchiamo tutto day”. Venti i cortei non autorizzati partiti da vari punti della città. Sotto scacco anche il centro città, la circonvallazione, la nevralgica via Crispi, nei pressi del porto. Presidiati luoghi simboli, come la cattedrale o i Quattro Canti, la zona della Presidenza della Regione e dell’Assemblea siciliana.
Venezia: occupata Ca’ Foscari – A Venezia, terminata la manifestazione alla Stazione gli studenti hanno occupato il rettorato dell’Universita’ di Ca’ Foscari. Nel capoluogo veneto si stanno astenendo dalla didattica l’80% dei ricercatori della facoltà di scienze, più dell’80% di lingue e circa il 50% e lettere, minori le adesioni in altre facoltà.
Approvato emendamento anti-parentopoli – Via libera dell’aula della Camera all’emendamento “anti-parentopoli”. La norma prevede che non potranno essere chiamati da un ateneo come professori coloro che hanno “parenti e affini” fino al “quarto grado compreso” con un professore che appartiene al dipartimento o alla struttura che bandisce il posto. Inoltre, prevede ancora la norma, non possono essere chiamati a insegnare in un ateneo coloro che sono parenti del “rettore, del direttore generale o di un consigliere di amministrazione”.
Governo battuto due volte alla Camera – Nella mattinata di martedì 30 novembre la Camera ha approvato un emendamento al disegno di legge di riforma dell’università, presentato da Fabio Granata (Fli), nonostante il parere contrario del governo e della commissione Bilancio. L’emendamento riguarda gli assegni di ricerca e prevede che la norma relativa non possa portare “oneri aggiuntivi”, anziché “nuovi e maggiori oneri” come era previsto nella versione precedente. La modifica è stata approvata con 277 sì e 257 no.
Nel tardo pomeriggio, poi, la maggioranza è andata sotto per la seconda volta: con il parere contrario del governo, commissione e commissione Bilancio l’Assemblea di Montecitorio ha approvato tre emendamenti identici di Fli, Api e Pd riferiti all’articolo 25.
Gli emendamenti sono passati con 283 sì e 261 no. Anche in questo caso, determinante il voto dei deputati di Fli. Si trattava del penultimo emendamento al testo.