Si tratta di un tunisino che era tenuto d’occhio dagli investigatori dal giorno della scomparsa della 13enne di Brembate Sopra. Si era imbarcato da Genova su un traghetto diretto in Marocco. Voci sul fermo di un italiano, ma i carabinieri smentiscono
Le indagini sulla scomparsa di Yara Gambirasio potrebbero essere a una svolta: nella serata di sabato 4 dicembre i carabinieri sono saliti a bordo di un traghetto partito da Genova e diretto in Marocco, sul quale si trovava un extracomunitario magrebino ricercato dagli inquirenti nell’ambito delle indagini sulla tredicenne scomparsa venerdì 26 novembre da Brembate Sopra (Bergamo). Secondo alcune indiscrezioni, il tunisino sarebbe stato trattenuto dai militari per controlli e condotto nella notte a Bergamo per essere interrogato dal pm che si occupa del caso. Uno degli investigatori del comando di Via delle Valli a Bergamo ha precisato che il tunisino è stato portato al Comando provinciale dei carabinieri solo per accertamenti e non ci sarebbe quindi alcun fermo. Smentita anche la voce del fermo di un italiano che, secondo alcune indiscrezioni, si trovava sul traghetto insieme con il tunisino.
Il nuovo scenario arriva dopo una giornata in cui le indagini si sono svolte ancora a 360 gradi. Si sono seguite tutte le piste, dallo squilibrato incontrato per caso, alla banda organizzata nel molestare le ragazzine. Sul tunisino trapelano pochissime notizie. L’uomo era tenuto d’occhio dagli investigatori fin da subito dopo la scomparsa della ragazzina. Ma finora nulla si era saputo su questo filone dell’inchiesta. Il nordafricano, da quanto si apprende, abiterebbe nel bergamasco, ma anche su questo non c’è alcuna conferma. Così come non è chiaro quale ruolo potrebbe avere avuto nel sequestro di Yara.
Gli sviluppi gettano una nuova luce sul mistero della testimonianza del vicino di casa di Yara, Enrico Tironi, che non sarebbe stato creduto. Il giovane subito dopo la scomparsa di Yara aveva raccontato di aver visto la ragazzina nell’ora presunta del sequestro nei pressi dell’abitazione in compagnia di due uomini. Tironi era stato molto dettagliato nella sua testimonianza, descrivendo l’abbigliamento di Yara e i due uomini, che a lui erano sembrati due adulti. Poco distante, aveva aggiunto Tironi, era parcheggiata una Citroen rossa ammaccata. Ma gli inquirenti avevano ritenuto infondata, almeno in apparenza, questa testimonianza al punto che nei confronti del giovane era scattata la denuncia per procurato allarme e falso ideologico. Tironi era stato sentito un’altra volta anche dal pm e a quanto si era appreso nei giorni del suo interrogatorio avrebbe ritrattato la sua testimonianza.
Yara, che ha 13 anni, ed è una studentessa modello, e promessa della ginnastica ritmica, è stata vista l’ultima volta nella Polisportiva di Brembate, dove si allena regolarmente il 26 novembre verso le 18.30. Alle 18.45 ha risposto all’sms di un amico e dalle 18.50 in poi il suo cellulare è risultato spento. La madre l’ha chiamata alcune volte e dopo averla aspettata a casa fino alle 19.30 ha dato l’allarme ai carabinieri.
Pochi mesi prima, il 26 agosto, un’altra minorenne era scomparsa nel nulla senza lasciare tracce: Sarah Scazzi. La madre di Sarah ha voluto esprimere vicinanza ai genitori di Yara.