“Siamo dalla parte delle vittime” dice un rappresentante del centro islamico, dopo che un maghrebino di 21 anni ha travolto e ucciso 7 persone con una mercedes. In condizioni molto gravi, ma stazionarie, uno dei feriti
La comunità marocchina di Lamezia Terme è in lutto, dopo che un connazionale alla guida di una Mercedes ha travolto e ucciso sette ciclisti, ferendone altri tre. “Siamo dalla parte delle vittime e dei loro familiari – fa sapere un rappresentante del locale Centro islamico, Hassan Qablaoui – e per dimostrarlo oggi abbiamo chiuso i nostri negozi e le nostre attività”. A Lamezia, come riferisce Qablaoui, vivono oltre mille marocchini, perlopiù attivi nel commercio e ben integrati. “Tra poco avremo un incontro con la Digos – ha aggiunto – per valutare l’opportunità di una nostra presenza ai funerali”.”Stiamo tutti male – ha detto ancora – e crediamo che l’investitore debba pagare per quello che ha fatto, ma vogliamo anche prevenire un offuscamento dell’immagine dell’intera comunità. Non siamo tutti cosi”.
Tra i feriti, sono sempre molto gravi, anche se stazionarie, le condizioni di Domenico Strangis. Ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Cosenza, l’uomo è stato sottoposto ad un intervento chirurgico per ridurre le fratture che ha subito.
Non è in pericolo di vita, invece, secondo quanto è stato riferito, Fabio Davoli, ricoverato nell’ospedale di Catanzaro. Complessivamente buone anche le condizioni di Gennaro Perri che si trova nell’ospedale di Lamezia Terme. Nell’incidente è morto il fratello di Perri, Rosario.
Intanto è stato chiariro che l’investitore (Chafik Elketani, di 21 anni), aveva la patente, anche se non la portava con sè al momento dell’incidente. Il documento infatti non gli era stato ritirato come riferito in un primo momento, ma sospeso sette mesi fa in seguito a un sorpasso pericolo e poi restituito.
Il giovane si trova ora nel reparto di detenzione dell’ospedale di Catanzaro con l’accusa di omicidio colposo plurimo aggravato dall’uso di sostanze stupefacenti. Sentito dai magistrati della Procura di Lamezia, ha cercato di giustificarsi per quello che è accaduto. “Quando ho visto i ciclisti – ha detto agli inquirenti – ho frenato ma ho perso il controllo dell’auto che è sbandata perchè l’asfalto era bagnato”. Il giovane, apparso ancora sotto choc, ha anche riferito di non essersi reso conto pienamente delle conseguenze del suo gesto.