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I finiani: «Berlusconi bis? Già in 72 ore» Dipietrista in bilico, la Svp si astiene

Bocchino: Prioritarie una nuova agenda politica economica e una diversa legge elettorale. Giovedì Scilipoti (Idv), Calearo (ex Api) e Cesario (gruppo misto): «Giocheremo insieme da battitori liberi»

ROMA – «Il seguito nessuno è in grado di prevederlo». Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in visita alla Pinacoteca di Brera a Milano, liquida così una domanda sul possibile esito della verifica parlamentare del 14 dicembre, alla luce dell’ok alla finanziaria di martedì. Nessuno è in grado di prevedere come finirà, ha in buona sostanza ammesso il capo dello Stato, «può farlo solo chi ha una speciale sfera di cristallo. Non credo ci sia un nesso fra la conclusione dell’iter della legge di stabilità e la crisi politica» ha aggiunto l’inquilino del Quirinale. «Adesso – è stata la conclusione del presidente della Repubblica – si apre un altro capitolo. Vedremo insieme come andrà a finire».

DEPUTATI IN BILICO – Le parole del presidente della Repubblica rendono bene l’idea dell’incertezza del momento. Prova ne è il fatto che mentre le «colombe» di Fli e Pdl sono impegnate a far sì che si verifichino le condizioni per un Berlusconi bis, a sparigliare le carte ci pensano Massimo Calearo, ex Api, Bruno Cesario, del gruppo misto, e Domenico Scilipoti, dell’Idv. I tre hanno convocato per giovedì una conferenza stampa congiunta, nel corso della quale annunceranno che d’ora in poi «giocheranno insieme» da «battitori liberi». Calearo, Cesario e Scilipoti non hanno però ancora chiarito se voteranno la fiducia o sceglieranno l’astensione. In particolare, il dipietrista resta enigmatico. «Voterò quello che dirà il partito, fino a quando sarò al suo interno…» ha spiegato Scilipoti, restando vago in merito a un possibile addio all’Italia dei Valori («Nella vita non si sa mai»). Chi sicuramente il 14 dicembre si asterrà sarà la Svp (Südtiroler Volkspartei): non cederemo alle offerte che, eventualmente, venissero fatte ai due deputati che siedono in Parlamento, Brugger e Zeller, ha fatto sapere il partito leader in Alto Adige.

LA TRATTATIVA – Intanto, guardando a un Berlusconi bis, i finiani moderati al Senato hanno riproposto il documento preparato prima della fiducia del 29 settembre «aggiornato» con garanzie sul fatto che, in caso di un passo avanti del Cavaliere, non ci saranno tranelli. Silvio Berlusconi, da parte sua, non ha alcuna intenzione di dimettersi, come invece richiesto da Gianfranco Fini anche martedì sera a Ballarò. La linea resta la stessa: senza fiducia, si vota. Non esistono possibilità che io mi faccia da parte, avrebbe ripetuto il Cavaliere ad un esponente di spicco di via dell’Umiltà. Quanto alle voci di un colloquio tra il premier e Italo Bocchino, a Palazzo Grazioli, una smentita è arrivata dal diretto interessato. «È più facile che la Clinton sia andata a cena con Assange…» ha tagliato corto il finiano. Il capogruppo di Fli alla Camera ribadito che «non c’è nessuna preclusione» ad un Berlusconi bis, purché il premier si dimetta e lo faccia entro il 14 dicembre. «Non c’è nessuna preclusione a un’ipotesi del genere – ha detto Bocchino all’Adnkronos – a noi interessa il programma e che la maggioranza venga allargata all’Udc». Il reincarico al Cavaliere, secondo Bocchino, potrebbe arrivare anche entro 72 ore dalle dimissioni, ma a patto che il premier accetti una «nuova agenda economico-sociale» ed una nuova legge elettorale che preveda l’introduzione di una «soglia minima per far scattare il premio di maggioranza» e l’elezione «nei collegi di metà dei deputati». Poi una domanda su Scilipoti e Calearo. E se i due deputati votassero la fiducia al governo Berlusconi? «Diventa 316 a 311», gha risposto Bocchino, quindi ancora a favore di quelle forze che vogliono sfiduciare il governo. «Di Calearo – aggiunge poi il capogruppo di Futuro e libertà alla Camera – già sapevamo».

LA LEGA – Rompe, nel frattempo, il silenzio della Lega il capogruppo alla Camera, Marco Reguzzoni, spiegando che «il 14 il Carroccio confermerà il suo voto di fiducia al governo e al premier, rispettando in pieno il mandato degli elettori, a differenza di chi si dice intenzionato a tradire tale patto con inconcepibili manovre di palazzo». «Per noi – ha aggiunto Reguzzoni – non esiste alternativa a un esecutivo guidato da Berlusconi. C’è chi vuole ribaltare il risultato del voto e alimenta le tensioni creando un clima incandescente nel Paese. Noi rimaniamo ottimisti e fiduciosi: il 14 la manovra di palazzo è destinata a naufragare».

Redazione online

I finiani: «Berlusconi bis? Già in 72 ore» Dipietrista in bilico, la Svp si astieneultima modifica: 2010-12-08T20:32:26+01:00da
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