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Sakineh è stata liberata

Lo riferisce l’organizzazione non governativa che ha seguito il suo caso. Liberi anche il figlio e l’avvocato. Sarebbe stato determinante l’intervento del presidente brasiliano Lula. Frattini: una bella giornata per i diritti umani

Sakineh Ashtiani, la donna condannata a morte per adulterio e omicidio in Iran, è stata liberata. Lo ha riferito O Globo, riportando quanto affermato dall’attivista per i diritti umani Mina Ahadi, presidente del Comitato internazionale contro la lapidazione. “Siamo felici”, ha detto, tra l’altro, Ahadi, che ha sottolineato l’intervento, nel percorso che ha portato alla rilascio della donna, del presidente brasiliano, Ignacio Lula da Silva, e del suo successore, Dilma Rousseff, eletta di recente. Sarebbero stati rilasciati anche il suo avvocato e suo figlio.

“E’ una bella giornata per i diritti umani”. Questo il commento del ministro degli Esteri, Franco Frattini. “Abbiamo appreso con gioia la notizia che il Comitato Internazionale contro la lapidazione ha dato e che stiamo verificando, per scrupolo, direttamente. La liberazione
di Sakineh – ha aggiunto Frattini – cui le autorità iraniane sono giunte dopo i diversi appelli del governo italiano e della comunità internazionale è una decisione che merita il forte plauso e la soddisfazione di tutti”.

La vicenda di Sakineh Mohammadi Ashtiani  è iniziata quattro anni fa, quando allora 38enne è stata messa sotto processo. Il figlio e l’avvocato della donna, Sajjad Qaderzadeh e Javid Hutan Kian, sono stati arrestati il 10 ottobre dagli agenti  dell’intelligence iraniana, mentre stavano rilasciando un’intervista a due giornalisti tedeschi. Della sorte dei due reporter europei non si hanno notizie.
Il processo contro Sakineh prende il via nel 2006, quando la donna viene accusata di adulterio, messa in prigione a Tabriz e condannata a 99 frustate. Ma subito dopo viene accusata di avere una  relazione con l’assassino di suo marito e per questo di nuovo messa sotto processo per adulterio e per complicità nell’omicidio. Una sentenza della Corte Suprema nel 2007 condanna Sakineh alla lapidazione, ma la sua esecuzione viene rinviata in seguito alla presentazione di un ricorso. Ma a luglio il ministro degli Esteri,  Manouchehr Mottaki, interviene per precisare che la sentenza non è stata sospesa ma, semplicemente, la procedura giudiziaria non è ancora conclusa. L’11 agosto Sakineh è intervistata in diretta, dal  braccio della morte della prigione di Tabriz, sulla tv di stato e  ammette di essere colpevole sia di adulterio che di complicità nell’omicidio del marito. Una confessione che, a detta degli attivisti e dei familiari della donna, le è stata estorta con la forza.
Ma l’intervista produce un effetto boomerang, accendendo ancor di più i riflettori internazionali sul caso. In una seconda confessione alla tv di Stato, il 16 novembre, la donna ammette di essere una peccatrice.
La vicenda balza all’attenzione dell’opinione pubblica mondiale all’inizio della scorsa primavera, quando una grande mobilitazione internazionale porta subito le autorità di Teheran a parlare di una sospensione della sentenza. Dagli Stati Uniti parte un appello di  premi Nobel e star di Hollywood, dalla Francia quello della premiere dame Carla Bruni (per questo definita ‘prostituta’ dalla stampa  iraniana ultraconservatrice), dall’Italia quello di media come Aki-Adnkronos Internazional, a cui si associano politici, intellettuali e star dello sport, tra cui Francesco Totti.

Sakineh è stata liberataultima modifica: 2010-12-09T22:56:07+01:00da
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