La richiesta arriva dalla procura del Coni a carico del ciclista professionista Lorenzo Bernucci (coinvolto nell’inchiesta di Padova), di sua moglie Valentina Borgioli, di suo fratello Alessio Bernucci, di sua madre Antonella Rossi e del suocero Fabrizio
La procura antidoping del Coni ha disposto i deferimenti sulla base della documentazione inviata dalla procura della Repubblica di Padova, che in un’inchiesta sull’uso di sostanze proibite ha iscritto a luglio nel registro degli indagati Alessandro Petacchi. Il campione spezzino in quel momento stava disputando il Tour de France, nel quale ha poi conquistato la maglia verde della classifica a punti.
Con lui indagato anche Lorenzo Bernucci, componente della Lampre, la squadra di cui Petacchi è il capitano. In un’indagine collegata della procura di Padova, nell’aprile scorso, i Nas dei carabinieri avevano sequestrato farmaci nelle abitazioni di Petacchi e dello stesso Bernucci. Quest’ultimo già in passato era stato trovato positivo alla subutramina e sospeso dall’attività sportiva.
Il deferimento al Tribunale nazionale antidoping del Coni dei quattro parenti del ciclista professionista Lorenzo Bernucci, con proposta di inibizione per quattro anni ciascuno, è stato chiesto dalla procura per violazione, a vario titolo, degli articoli 2.7 e 2.8 del codice della Wada, l’agenzia antidoping mondiale. In sostanza si tratta di non tesserati che, secondo la procura antidoping, hanno concorso alla detenzione e all’uso di sostanze proibite e per 4 anni non devono potersi tesserare o rivestire in futuro cariche o incarichi al Coni, alle Federazioni sportive (Fsn) o Discipline sportive associate (Dsa). Inoltre, i parenti di Bernucci, se riconosciuti colpevoli, saranno inibiti “a frequentare in Italia gli impianti sportivi, gli spazi destinati agli atleti ed al personale addetto – si legge nella motivazioni dei deferimenti – ovvero a prendere parte alle manifestazioni od eventi sportivi che si tengono sul territorio nazionale o sono organizzati dai predetti enti sportivi”.