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Fini: “Fli vota compatta la sfiducia”

Tentativo di mediazione delle colombe di Futuro e Libertà e il Pdl. Berlusconi intanto si dice sicuro: “Avremo una buona maggioranza sia alla Camera che al Senato”

ROMA – «Non ho la sfera di cristallo ma credo di poter dire che Silvio Berlusconi non avrà la fiducia alla Camera». Gianfranco Fini è ospite del programma «In mezz’ora» di Lucia Annunziata, ma gli bastano i primi 20 secondi di trasmissione per dare la notizia del giorno. Il presidente della Camera ha ribadito che il gruppo di Futuro e Libertà voterà compatto e sottolinea una volta di più che l’iniziativa delle «colombe» dei due partiti è legittima ma tardiva: «Se fosse arrivata una settimana prima e ci fosse stato il tempo di valutare concretamente l’agenda economica e politica dell’esecutivo se ne poteva parlare. Ormai non si può più fare». E se il Cavaliere fare in aula un discorso convincente? «Dò per scontato – ha sottolineato Fini – che Berlusconi ci dirà tutto quello su cui ci vogliamo sentir dire, ma delle sue parole non ci fidiamo più. Pensare che quello che dirà lunedì sia risolutivo significa non conoscere Berlusconi. Quando è alle strette è capace di dire tutto e il contrario di tutto». E ancora: «Berlusconi non vuole governare, vuole solo restare a Palazzo Chigi». Di più: ci vuole restare «finché c’è il legittimo impedimento» che per lui «è vitale» per evitare i processi.

L’«OPA» SUL CENTRODESTRA – Fini ha poi confermato che qualora la sfiducia non passasse, Futuro e Libertà dovrebbe considerarsi al di fuori dalla maggioranza. «Saremo all’opposizione ma in un’ottica di centrodestra – ha precisato -. Anzi, lanciamo un’opa sul centrodestra perché la destra si merita di più di quello che le viene offerto oggi da Berlusconi». «Quella di un nostro interesse per un’alleanza con la sinistra – ha aggiunto – è una barzelletta a cui ormai crede soltanto Berlusconi». E se per caso – ha chiesto la conduttrice – Berlusconi dovesse ottenere la fiducia non con uno o due voti di scarto ma con una decina? Sarà Fini a dimettersi? «Accetto la scommessa – ha detto il presidente della Camera – e prometto che in quel caso comincio anche a credere a Babbo Natale…».

«PREOCCUPAZIONI PERMANENTI» - «Ho preoccupazioni permanenti ma non me ne lascio schiacciare» ha invece detto poco prima di lasciare Vienna, dove ha incontrato il presidente federale Heinz Fischer, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, rispondendo ai giornalisti che gli chiedono se sia preoccupato della situazione politica in Italia. «L’Italia da troppo tempo vive uno stato di tensione nei rapporti politici e istituzionali» ha aggiunto il capo dello Stato, secondo cui «nell’interesse generale del Paese, che questa tensione venisse meno». Conversando con i giornalisti prima di ripartire per l’Italia, Napolitano ha puntualizzato che «da quando, circa quattro anni e mezzo fa, fui eletto presidente ho sempre constatato un clima di tensione». Per Napolitano, dunque questa «non è una novità di questo momento», anche se «adesso ha raggiunto una punta particolare».

Il presidente Napolitano a Vienna con Heinz Fischer, presidente federale austriaco (Ansa)

«SOLO SPETTATORE» - Come ovvio, considerando il suo ruolo istituzionale, il presidente non ha voluto esprimersi in merito alla crisi politica e al voto di fiducia di martedì. «Domani e dopo domani io sono atteso solo come spettatore televisivo – ha detto -. Vedremo quali conseguenze ci saranno».

«ALLARGAMENTO POSSIBILE» – Intanto il dibattito sulla sopravvivenza del governo e della legislatura resta aperto. Nella giornata di sabato l’appello delle «colombe» di Pdl e Fli per una tregua tra Berlusconi e Fini che scongiuri il voto pro o contro l’esecutivo è stato fatto cadere nel vuoto direttamente dai due leader che hanno di fatto dato la linea per la resa dei conti finale (per Fini tutto il gruppo di Fli voterà compatto la sfiducia, per Berlusconi chi lo farà pur essendo stato eletto nelle fila del Pdl avrà l’onta del disonore). Ma Ignazio La Russa, uno dei coordinatori del Pdl, non esclude che archiviato il voto e salvato il governo si possa pensare per l’immediato futuro ad un allargamento della coalizione. In particolare ai centristi di Casini: «Sia il Pdl sia l’Udc sono nel Partito popolare europeo: quindi discuteremo con chiunque voglia rafforzare questo governo».

«BERLUSCONI SI DIMETTA» – Ma da Pier Ferdinando Casini, a due giorni dal voto in aula, non arrivano altrettanti segnali di apertura. Perlomeno non di fronte alla scelta di Berlusconi di evitare qualunque tipo di passo indietro. «Silvio ha ancora qualche ora per pensarci – ha detto Casini -. Se capisce in queste ore che l’unica cosa seria è andare a dimettersi evitando una ridicola conta, non sarebbe una prova di debolezza, ma di forza, di responsabilità e di dignità. Anzi, forse si è pentito di non averlo fatto sei mesi fa». Casini non dà molto peso al voto di martedì perché se anche ci fosse una fiducia risicata, il Cavaliere «non riuscirà a portare a casa niente»: «Questa esibizione – ha fatto notare il leader centrista serve a logorare ancora di più l’Italia e a logorarsi ancora di più lui». Anche perché, ha evidenziato, «dove va con un voto in più se con 100 voti di vantaggio è stato più volte già battuto in Parlamento?».

Redazione online

Fini: “Fli vota compatta la sfiducia”ultima modifica: 2010-12-12T15:51:15+01:00da
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