Controreplica del premier al Senato sugli accordi segreti ITALIA-RUSSIA. Inoltre dichiara che in 56 giorni ha risolto il problema dei rifiuti a Napoli.
Bday – Al via la ‘due giorni’ decisiva per le sorti del governo Berlusconi. Una maratona parlamentare che vede il presidente del Consiglio impegnato contemporaneamente al Senato e alla Camera Dopo il discorso programmatico in Aula di lunedì, martedì si avrà il verdetto di Camera e Senato.
Palazzo Madama e Montecitorio, infatti, sono chiamati il 14 dicembre a confermare la fiducia al governo Berlusconi. Mentre al Senato il premier ha una maggioranza confortevole, al Senato essa sembra legata a un pugno di voti.
La controreplica di Berlusconi – Dopo gli interventi dei Senatori il presidente del consiglio è intervenuto per la sua controreplica. Ha iniziato invitando i senatori di Futuro e Libertà a “riflettere veramente con serietà su ciò che vi accingete a fare perché rompere il fronte dei moderati va contro la storia del nostro paese e non vorrei che domani vi possiate trovare con questo peso addosso”. Berlusconi ha quindi difeso l’operato del suo governo. Il Cavaliere ha dichiarato che a L’Aquila “è stato fatto tutto in modo superlativo”, denunciando “il fango che si è voluto gettare addosso alla Protezione Civile” che invece, ha detto, ha lavorato “in modo esemplare e con onesta”. Per quanto riguarda i rifiuti a Napoli, secondo il premier, la colpa è della sinistra che governa a livello locale.
Berlusconi infinte respinge le accuse secondo cui avrebbe interessi personali nei rapporti con la Russia. “Voi stavate con l’Unione Sovietica quando non dovevate starci e ora che dovreste avere a cuore la federazione russa siete contro – ha detto il premier rivolto ai banchi dell’opposizione – Nella mia vita ho conseguito una fortuna personale, garantisco sui miei figli che nessun dollaro è entrato nelle mie tasche grazie a questa diplomazia commerciale”. In conclusione il Cavaliere ha lanciato un accorato appello “agli amici di Fli” augurandogli di “passare una notte piena di riflessioni” e augurandosi che “la notte porti veramente consiglio”.
L’intervento in Aula – In mattinata Berlusconi aveva aperto i lavori con un discorso più lungo e articolato in cui aveva proposto un patto di legislatura a tutti i moderati, spiegando che la fiducia aprirà una fase nuova. Il Paese ha bisogno di continuità, ha detto, ed è follia politica aprire una crisi al buio. Ha definito grottesca la somma dei voti Pdl-Fli-Pd-Idv per un governo tecnico e ha invitato i finiani a non gettare via quanto fatto insieme in questi anni. Per la riforma elettorale, ha aggiunto il premier – che si è detto pronto a rafforzare la squadra di governo – il bipolarismo resta limite invalicabile. E no al tradimento del mandato, meglio elezioni.
Serve un patto di legislatura – Silvio Berlusconi offre un nuovo patto di legislatura a tutti i partiti che si riconoscono nell’area del Partito popolare europeo, proponendo quindi se ricevesse la fiducia alla fine del dibattito iniziato al Senato, di allargare l’attuale maggioranza di governo.
“Propongo un patto di legislatura di tutti i moderati”, ha dichiarato il premier a Palazzo Madama assicurando che sarà deciso poi tutti insieme “quale siano le strade e lo strumento più indicati” per attuarlo.
Il premier ha fatto appello ai tre partiti che nella prima parte della legislatura hanno sostenuto l’attività di governo (il “Pdl, il Fli e la Lega”, chiamati tutti e tre per nome dal capo del governo) di dare la fiducia al governo per potere andare avanti ma ha anche parlato esplicitamente di “allargamento” della maggioranza all’area che si riconosce nel Partito popolare europeo.
E’ parso chiaro il richiamo all’Udc di Pier Ferdinando Casini, finora in questa legislatura all’opposizione.
Ricomporre l’unità dei moderati – Berlusconi si trova a dover affrontare due voti di fiducia alla Camera e al Senato dopo aver litigato astiosamente con il presidente della Camera Gianfranco Fini che lo ha accusato di gestire il partito come un monarca.
La rottura politica con l’ex leader di Alleanza Nazionale lo ha privato di una maggioranza più che confortevole e ha messo in bilico la prosecuzione della legislatura. Prima delle elezioni del 2008 l’ex alleato Casini era stato espulso dall’alleanza elettorale tra Pdl e Lega Nord perché aveva rifiutato di sciogliere il suo partito e farlo confluire nel Pdl.
“E’ mia responsabilità ricomporre l’alleanza fra tutte le forze moderate che oggi ritroviamo oltre che nel Pdl, nella Lega, nel Fli e nell’Udc”, ha detto il presidente del Consiglio. “Le divisioni non sono insormontabili. Devono prevalere buon senso e misura. Questo è quanto ci chiede il popolo dei moderati”.
Berlusconi ha aggiunto che “l’unità dei moderati è il frutto più prezioso del mio ultradecennale impegno politico”. Si tratta di “un patrimonio di inestimabile valore e nessuno può essere così irresponsabile da distruggerlo volontariamente o involontariamente”.