Il premier incassa la fiducia e boccia le elezioni anticipate: “Sconfitta manovra di palazzo che si proponeva di rovesciare il governo scelto dagli elettori, ora andiamo avanti”. Sul Terzo polo: “Dopo il voto di ieri è un’ipotesi che non ha più prospettive”. E su Fini: “Dimissioni? Scelta che attiene la sua dignità”. Il Fli va in pezzi: Moffa chiede la testa di Bocchino e se ne va. I finiani non sono più indispensabili: sospiro di sollievo del Vaticano. Le due donne che hanno messo ko l’ex An
«Dopo il voto di ieri l’ipotesi del terzo polo non ha più grandi prospettive». Silvio Berlusconi ha incassato la fiducia e da vincitore della partita si può ora permettere di esprimere giudizi che fino all’altro giorno sarebbero potuti apparire come azzardati. Nel corso della Telefonata con Maurizio Belpietro il presidente del Consiglio ribadisce che la sua è stata una vittoria anche politica, nonostante i finiani insistano sul valore puramente «numerico» del risultato del 14 dicembre, insistendo sul fatto che con soli tre deputati di vantaggio non si va da nessuna parte. Il premier è consapevole del fatto che la sua maggioranza è molto contenuta, ma come ha avuto modo di dire già martedì a poche ore dallo scampato pericolo, il sostegno al governo andrà via via aumentando perché altri parlamentari si potranno aggiungere allo schieramento che ha votato la fiducia. Concetto ribadito anche oggi nella prima intervista della giornata.
«UDC? NO, PENSO AI SINGOLI» - Berlusconi, che a domanda precisa di Bruno Vespa non aveva escluso neppure, come estrema ratio, l’ipotesi di una crisi pilotata che possa favorire l’ingresso dell’Udc nella maggioranza, ora corregge il tiro e dice chiaramente che la sua idea prioritaria non è quella di un coinvolgimento in blocco dei centristi, bensì di un’apertura a «singoli deputati che militano in partiti di cui non condividono più la linea». Nel dettaglio, il presidente del Consiglio ammette di pensare «anche a deputati di Fli, che non sono più d’accordo con Fini ma al quale hanno già pagato il debito di riconoscenza per averli messi in lista». Di più: «I voti erano già ieri sera diversi e di più, perchè tanti, avendo visto che l’attacco è andato male, hanno scelto diversamente». Insomma, diversi finiani, secondo il Cavaliere, avrebbero già manifestato l’intenzione di ritornare tra le fila del Pdl.
«MOLTI POSTI LIBERI» - E del resto, fa notare il presidente del Consiglio, «abbiamo diversi posti liberi nel governo e quindi possiamo rinforzare la squadra, ma non offriamo posti per convincere qualcuno: se vi sarà la disponibilità di altri gruppi parlamentari a partecipare al nostro progetto offriremo loro la possibilità di lavorare con noi anche in ruoli di governo». Un’apertura, dunque, ad eventuali rimpasti, come peraltro aveva detto anche lunedì nel suo intervento alle Camere, ma senza che vi sia uno smaccato do ut des. Chi vuole partecipare, è la sostanza, lo può fare senza pretendere nulla in cambio, poi chi lo meriterà potrà anche essere coinvolto direttamente nell’azione dell’esecutivo. Del resto, ci tiene a far notare Berlusconi, l’attuale governo va bene, anzi, «è la migliore squadra che l’Italia abbia messo in campo nell’era repubblicana».
«DIMISSIONI FINI? DIPENDE DA LUI» - Quanto a Fini e alla richiesta delle sue dimissioni da presidente della Camera avanzata da diversi deputati del Pdl, Berlusconi prova ad essere diplomatico: «È una scelta sua, che riguarda la sua dignità. Non ho mai detto nulla al riguardo e vorrei mantenere questa posizione». Ribadisce però che il suo partito non è una caserma «come lo era Alleanza nazionale» e che «nessuno è mai stato espulso»: «Noi abbiamo solo detto che il partito non si sentiva più rappresentato dalle sue posizioni, Fini avrebbe potuto ravvedersi e restare tranquillamente nel nostro partito».
Al. S.