Cover, parodie e doppi arcobaleni: questo e molto di più nella classifica dei video più cliccati dell’anno sulla piattaforma di condivisione di Google. E tra le news vince il filmato diffuso da Wikileaks su una strage di civili in Iraq
Tra le classifiche che fioriscono a fine anno, una delle più interessanti è quella dei video più visti su YouTube, la piattaforma di condivisione di filmati più popolare del pianeta. Questo perché i numeri del sito sono tali da diventare rappresentativi dei gusti e delle tendenze della rete: negli ultimi dodici mesi sono stati visti 700 miliardi di clip e caricate complessivamente 13 milioni di ore di contenuti. Le classifiche però sono più di una, e lo scorporo dei dati è dovuto al fatto che i videoclip ufficiali pubblicati dalle case discografiche sono nettamente i più cliccati. E questa è già una notizia, soprattutto per le proporzioni della differenza – dieci volte più visti dei video amatoriali – che sancisce un uso promozionale della piattaforma da parte dell’industria musicale.
Ma sono proprio fatti o condivisi dagli utenti a interessare di più per cogliere cosa accade sul web, quale è l’attenzione collettiva della rete. Quindi se il più visto in assoluto è Justin Bieber (che piazza addirittura quattro canzoni nella top ten, battendo nettamente Eminem e Lady Gaga) con oltre 400milioni di visite per la sua Baby, sono più rappresentative per il sentire comune le 40 milioni di visite raccolte da Bed Intruder Song, primo nella classifica emendata dai contenuti pubblicati dalle major della musica.
Bed Intruder Song è infatti un vero fenomeno del web, un brano creato a partire dallo sfogo del fratello della vittima di un tentato stupro e rielaborato dalla band The Gregory Brothers grazie al software auto-tunes, che modula il parlato intonandolo a una melodia. E così l’invettiva spontanea di Antoine Dodson che ha approfittato della presenza della telecamera di una tv locale per dirne quattro allo stupratore (“bed intruder”) con un linguaggio molto gergale e colorito, è presto diventata un tormentone, il classico successo ottenuto col passaparola tra utenti. 40 milioni di clic in meno di quattro mesi e un successo che è stato tradotto anche in termini commerciali con l’ingresso nella classifica top 100 di Billboard e la vendita del rap su iTunes.
Ai gradini bassi del podio si sono piazzate una cover (il tredicenne Greyson Chance che in uno spettacolo scolastico interpreta usando solo piano e voce la hit di Lady Gaga Paparazzi) e una parodia (di Tik Tok di Kesha, trasformata in Glitter Puke – vomito luccicante) realizzata per il programma satirico Key of Awesome. Le altre posizioni nella top ten sono occupate dalla frutta parlante e cinica di Annoying Orange, dalla pubblicità del deodorante maschile Old Spice, dall’entusiastica ripresa del doppio arcobaleno al parco naturale di Yosemite; la clip col domino di This Too Should Pass del gruppo Ok Go; il trailer di Twilight; la giovanissima fan (3 anni) del giovanissimo Justin Bieber che corona il suo sogno incontrandolo nel backstage di una trasmissione tv e per finire la spericolata gimcana di Ken Block in un autodromo francese.
Altra classifica interessante ricavata dai dati di YouTube è quella inerente le news e la politica, più visto in assoluto il video Collateral Murder diffuso da Wikileaks su una strage di civili compiuta dalle truppe Usa in Iraq. Si è trattato del primo importante scoop dell’anno da parte dell’organizzazione di Julian Assange.
A seguire un discorso contro la presidenza Obama e il discorso dello scrittore Pat Condell contro la costruzione di una moschea a Groud Zero. YouTube ha reso nota anche la top ten dei termini più cercati mese per mese, un corollario allo ZeitGeist di Google, che ripercorre gli argomenti più discussi in rete: Haiti a gennaio, l’iPad in aprile, Shakira a giugno, e il videogioco per Xbox Halo Reach a settembre.