In vista del via libera al Senato alla riforma Gelmini, il mondo di scuola e università ha organizzato per mercoledì sit-in e cortei. Il percorso non è ancora stato deciso. La Questura: chi partecipa a manifestazioni non organizzate sarà arrestato
Determinati a manifestare domani, a tornare per le strade di Roma per gridare il loro disagio e il loro dissenso, anche se il ddl Gelmini dovesse essere approvato entro oggi e non mercoledì 22. E’ questo lo stato d’animo che accomuna molti studenti della Sapienza al cui interno, anche stamane, ferve l’attività con dibattiti, confronti e preparativi per la mobilitazione di domani, tra sessioni d’esame e sedute di laurea.
Tutti sono d’accordo: scendere domani in piazza è un dovere morale, una necessità per ribadire il no del mondo studentesco alla riforma che entrerà in vigore con il voto del ddl. Alla notizia del possibile allargamento della zona rossa, gli studenti e gli organizzatori del corteo hanno deciso di ignorare quel perimetro e di creare disagio decidendo in modo estemporaneo il percorso della manifestazione che “dovrà essere e sarà pacifica – dice una studentessa – perché le violenze, che non avrebbero dovuto verificarsi neanche il 14, non fanno bene alla causa e ci fanno passare dalla parte del torto”.
Nessun assalto alla zona rossa – Lo assicurano gli studenti che mercoledì sfileranno nelle vie della Capitale e che organizzeranno altre iniziative in varie città della Penisola. Mentre sono ancora in corso le assemblee per mettere a punto i preparativi, gli studenti annunciano per il 22 dicembre due cortei a Roma. Uno partirà da piazzale Aldo Moro e vedrà la partecipazione degli universitari mentre gli studenti medi si sono dati appuntamento in piazzale Ostiense. Il percorso non è ancora definito nei dettagli ma, assicurano, “non ci sarà alcun assalto alla zona rossa”. “La nostra intenzione -spiega Giorgio Paterna, coordinatore nazionale dell’Udu (Unione degli Studenti) – è di cercare di sorprendere tutti con ‘iniziative creative’. Sarà il nostro modo di rispondere al clima di tensione che vogliono creare i vari Gasparri o Maroni con gli arresti preventivi, i daspo o le accuse di essere ‘potenziali assassini’. Un modo – evidenzia – per isolare la mobilitazione studentesca dalla società civile. Noi rispondiamo in maniera forte ma assolutamente non violenta riportando il clima a quelle che sono state tutte le manifestazioni degli studenti negli ultimi mesi.
Non solo a Roma ma anche in altre città italiane dove diverse mobilitazioni sono già in corso come, ad esempio, il funerale dell’università a Perugia”.
La polizia: denunce per i cortei non autorizzati – La Questura di Roma, intanto, ha annunciato che 60 persone sono state denunciate per manifestazione non preavvisata dopo il corteo dello scorso 14 dicembre seguito da gravi scontri tra dimostranti violenti e forze dell’ordine, e ha avvertito gli studenti che farà lo stesso se si dovessero svolgere nuove dimostrazioni senza il necessario preavviso.
I manifestanti, dal canto loto, si preparano a tenere nel pomeriggio un “flash mob”, cioè una breve assemblea improvvisata, davanti alla Camera dei deputati. E valuteranno se notificare alle autorità i due cortei programmati per mercoledì nella Capitale.
Le manifestazioni e i flash mob – Il ‘Flash mob’ degli studenti davanti a Montecitorio è organizzato sia contro il ddl Gelmini sia contro le dichiarazioni di Maurizio Gasparri. L’iniziativa “mordi e fuggi” avrà luogo alle 16 ed è annunciata dalla Rete degli Studenti. “Non possiamo accettare – sottolineano – che le nostre proteste che ormai proseguono ininterrottamente da tre mesi vengano liquidate come un problema di ordine pubblico, a cui Gasparri dà la solita risposta della repressione fascista che esaspera gli animi e alza la tensione. Domani saremo in piazza a Roma e in molte città d’Italia ancora una volta contro il ddl università che sarà in discussione al Senato e contro i tagli a tutto il mondo della conoscenza, questo deve essere il primo argomento di discussione del governo”.