LA RIFORMA UNIVERSITARIA E LE PROTESTE. Dalle 16 seduta a oltranza dopo il caos di martedì. Il ministro: «Non c’è bisogno di farsi del male per un ddl»
Mariastella Gelmini al Senato (Infophoto) |
ROMA – Potrebbe chiudersi in tarda serata o in nottata la battaglia al Senato sul ddl Gelmini di riforma dell’università. Dopo lo scontro di martedì sulle norme contestate dall’opposizione, con l’annullamento delle votazioni nelle quali la vicepresidente di turno Rosy Mauro (Lega) aveva proclamato l’approvazione di quattro emendamenti delle opposizioni, la Giunta del Regolamento di Palazzo Madama ha deciso a maggioranza di rinviare all’aula la decisione di un eventuale intervento di “coordinamento testi”. Di fatto governo e maggioranza hanno chiuso a ogni modifica del ddl che possa costringere a un nuovo passaggio alla Camera. Non è servita a dirimere i contrasti fra gli schieramenti nemmeno una conferenza dei capigruppo convocata in mattinata dal presidente del Senato Renato Schifani. Da mercoledì mattina Pd e Idv hanno attivato una battaglia ostruzionistica in aula nel corso delle votazioni sugli emendamenti e sugli articoli, attraverso l’escamotage della dichiarazione di voto a nome del gruppo seguita da interventi «in dissenso dal gruppo» di singoli senatori. I tempi per gli oratori di ciascuna formazione però sono contingentati, quindi l’opposizione può prolungare solo fino a un certo punto i lavori. La seduta mattutina si è conclusa mentre era in corso l’esame degli emendamenti all’articolo 12 (il ddl ne contiene 29 in tutto). Sono ancora diverse centinaia gli emendamenti da esaminare, l’aula riprenderà i lavori alle 16 e non prevede orario di chiusura. Se nemmeno in nottata il ddl venisse approvato, è prevista una eventuale seduta giovedì alle 9.30. «Certamente non siamo aiutati nella conclusione dei lavori, ma la maggioranza è solida. Forse con qualche ora di lavoro in più, il provvedimento sarà approvato» ha assicurato dal canto suo il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, parlando con i giornalisti al Senato.
L’APPELLO DEL MINISTRO – Mentre a Palazzo Madama il ddl Gelmini è al rush finale, in tutto il Paese migliaia di studenti stanno manifestando contro la riforma. Protesta creativa a Roma, dove il presidente della repubblica Giorgio Napolitano si è detto pronto a incontrare gli studenti. Tensione a Milano. «Mi auguro tutto si svolga senza incidenti gravi» ha detto la Gelmini a proposito degli scontri avvenuti a Palermo. «Faccio un appello a tutti – ha ribadito – serve grande senso di responsabilità. Non c’è bisogno di farsi del male per un ddl. È un diritto manifestare, ma non bisogna mettere a repentaglio la sicurezza dei cittadini, la circolazione del traffico e creare problemi ai commercianti in un periodo particolare come quello natalizio».
«MOSTRO PROCEDURALE» – Fa ancora discutere intanto quanto accaduto martedì in Ula durante la votazione degli emendamenti con la leghista Rosi Mauro presidente di turno. Per la presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro, i fatti e le successive decisioni assunte dalla Giunta per il Regolamento confermano che questo governo e questa maggioranza «stanno costruendo un mostro» nella procedura legislativa. Le opposizioni insistono sulla necessità di modificare il ddl, spiegando che gli articoli 6 e 29 sono in contraddizione fra loro. La Gelmini ha annunciato che la contraddizione verrà sanata in sede di conversione del decreto legge milleproroghe.
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