Nello scalo francese il «terminal» diventa dormitorio. Dieci ore senza WC su un convoglio diretto in Calabria
Natale di disagi. All’aeroporto di Parigi come sul treno delle feste diretto a Reggio Calabria, passando la notte più attesa al terminal, prigionieri del gelo e della neve ma almeno rifocillati di cibo, oppure in viaggio attraverso tutta la Penisola senza neanche la possibilità di andare in bagno.
FESTE AL TERMINAL – Rassegnati o quasi divertiti quasi 200 passeggeri che hanno trascorso la notte della vigilia di Natale nell’aeroporto parigino di Roissy-Charles de Gaulle, dove a causa delle nuove abbondanti nevicate sono stati annullati almeno 400 voli. Per lo stesso motivo era stato evacuato in tutta fretta il terminal 2E sul cui tetto si era accumulata una quantità eccessiva di neve. Al terminal 2F una sala è stata adibita a dormitorio e i “naufraghi del trasporto aereo” sono stati rifocillati con un vero cenone a base di roastbeef, patate, salmone affumicato, formaggio e torrone di cioccolato. I bambini hanno ricevuto doni mentre la direzione dell’aeroporto ha organizzato per i fedeli che l’avevano richiesto una messa. Con una certa filosofia una mamma originaria dell’est della Francia ha detto: «I bambini sono contenti di stare qui: hanno avuto la foto con Babbo Natale, dei peluche e delle figurine di Toy Story». Sulla stessa lunghezza d’onda una donna diretta a Tunisi, che però ha sottolineato: «Quello che manca davvero è una buona doccia». Per sabato è previsto un completo ritorno alla normalità.
INTERCITY DA INCUBO – È andata parecchio peggio ai passeggeri di un treno intercity, partito venerdì alle 7:05 da Milano e diretto a Reggio Calabria, che si sono ritrovati su un convoglio privo di bagni agibili. Così, gli utenti sono stati invitati a scendere, a Roma e a Formia per utilizzare i servizi. «Io ho avuto paura di scendere rischiando che il treno partisse – ha raccontato Daniela – e quindi da dieci ore non bevo e non mangio sapendo di non poter contare su una toilette. È vergognoso, sono partita da Milano e devo andare a Palermo: una vigilia di Natale in queste condizioni proprio non me l’aspettavo». «A Formia abbiamo sentito questo annuncio anni ’20 – ha aggiunto Maria Lucia – ci invitavano a “usufruire delle ritirate” lasciando il treno. È pazzesco. E nei bagni non c’è nemmeno acqua». A Napoli il treno è giunto con un’ora e venti di ritardo e con i passeggeri ormai rassegnati: «Ci sono state due lunghe soste – dice Salvatore – una di cinquanta minuti a Roma, l’altra di quaranta a Formia, e ora siamo fermi qui, dove finalmente hanno ripristinato l’agibilità di un bagno, uno solo!». Sul treno, ovviamente, viaggiavano anche bambini e anziani: «Mio marito è cardiopatico, ha subito tre operazioni di ernia – ha spiegato Maria – e sono un po’ spaventata all’idea di continuare il viaggio in queste condizioni. Noi siamo diretti a Lamezia». Indignata anche una madre con le sue due figlie giovanissime: «Viaggiare così con due bambine piccole non è da paese civile». Il capotreno ha provato a giustificarsi mentre i passeggeri, ormai esausti, si sono lamentati: «Il problema è provocato proprio dagli utenti: se i servizi sono inaccessibili è forse anche perché vengono utilizzati male».
Meridionali come animali da trasporto
”… il comune cittadino in questa Repubblica è sempre più considerato al pari di un suddito, il quale deve solo dare e nulla pretendere, deve sempre zittirsi e nulla affermare, deve unicamente subire e nulla contestare … il nostro prossimo futuro potrebbe molto assomigliare a quello dei respingimenti a prescindere degli immigrati o alla loro espulsione alla scadenza del permesso di soggiorno dopo i sei mesi di attesa occupazione poiché così divenuti forzosamente dei clandestini … Insomma come dire, oggi è il turno degli immigrati, domani, forse, potrebbe anche essere quello di noi comuni cittadini italiani (’occhio!