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Assange, contratto da 1,3 milioni di euro per la sua autobiografia

Wikileaks: Madrid chiese aiuto alla Cia contro apertura di una fabbrica spagnola in Libia. «Non voglio scrivere questo libro, ma devo farlo per pagarmi le spese legali»

Julian Assange ha firmato un contratto da 1,2 milioni di euro per la sua autobiografia. Lo ha rivelato lo stesso fondatore di Wikileaks in un’intervista al Sunday Times. Per i diritti 600.000 euro saranno pagati dall’editore americano Alfred A. Knopf e 380.000 euro dalla britannica Canongate. Altri contratti porteranno i suoi proventi complessivamente a 1,1 milioni di sterline.

Il 39enne australiano ha spiegato che non avrebbe voluto scrivere un libro sulla propria vita, ma ha bisogno di soldi per difendersi dalle accuse di stupro in Svezia. “Ho già sborsato 200.000 sterline per le spese legali e devo difendermi e proteggere Wikileaks”, ha affermato Assange, che si trova in libertà condizionata in Inghilterra in attesa dell’udienza dell’11 gennaio sulla richiesta di estradizione avanzata dalla Svezia.

Ma intanto continuano a venire fuori nuove rivelazioni da Wikileaks. Secondo l’ultima “indiscrezione”, il governo spagnolo avrebbe chiesto aiuto agli Usa, con l’intervento della Cia, per fermare la costruzione di una fabbrica spagnola in Libia per la produzione di acido nitrico. Secondo fonti dell’azienda interessata, la Espindesa filiale del gruppo Tecnicas Reunidas, all’origine della negata autorizzazione ci furono gli attentati dell’11 settembre 2001 e con la motivazione che la fabbrica potesse essere utilizzata dai libici per produrre combustibile destinato ai missili Scud.

La vicenda ebbe inizio nel 2000 quando Tecnicas Reunidas ottenne un contratto per la costruzione della fabbrica in Libia. Tutti i componenti della struttura, come i pezzi di un enorme puzzle, erano già a bordo di una nave pronta a salpare per la Libia il 23 settembre 2001, ma gli attentati di pochi giorni prima cambiarono tutto e il timore che la tecnologia destinata alla fabbrica spagnola venisse utilizzata a scopi militari bloccò il progetto: il governo spagnolo negò la costruzione degli impianti per i successivi tre anni e i macchinari in partenza per la Libia rimasero in deposito a Valencia. Nel 2005, però, la Espindesa tornò a spingere per impiantare la fabbrica in Libia con la motivazione che il periodo di blocco imposto dal governo era scaduto e che nel frattempo la Libia era tornata ad essere considerato un paese “normale”.
Così, secondo i cable diffusi da Wikileaks e citati da El Pais, nel 2005 l’incaricato per il Disarmo del ministero degli Esteri spagnolo, l’ambasciatore Tomas Rodriguez-Pantoja, durante un incontro bilaterale Usa-Spagna avanzò la richiesta di aiuto per impedire all’azienda spagnola di portare avanti il progetto. Rodriguez-Pantoja affermò che se gli Stati Uniti avessero ufficialmente appoggiato la posizione di Madrid il ministero degli Esteri sarebbe stato in grado di prorogare il divieto al 2008. Il diplomatico spagnolo comunicò inoltre al suo interlocutore che avrebbe potuto far pervenire la sua risposta attraverso gli abituali contatti tra Cia e Cni (intelligence spagnola).

Assange, contratto da 1,3 milioni di euro per la sua autobiografiaultima modifica: 2010-12-26T17:36:41+01:00da
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