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Fiat, Pomigliano verso l’accordo sul contratto

Il Lingotto e i sindacati (senza la Fiom) lavorano all’intesa sulle condizioni di lavoro dei dipendenti dello stabilimento. 50 operai che dissero sì al piano di Marchionne scrivono alla sinistra: “Offendete la nostra intelligenza”. Fiom verso lo sciopero

Grande attesa per l’incontro tra la Fiat e i sindacati metalmeccanici (senza la Fiom) sul nuovo contratto di lavoro per i 4.600 dipendenti di Pomigliano, che nel 2011 saranno riassunti da una newco, come previsto dall’accordo raggiunto a giugno. L’intesa presa in estate sblocca un investimento da 700 milioni di euro, portando in Campania (invece che in Polonia) la produzione della nuova Panda, in cambio di maggiore flessibilità e produttività del lavoro. Dal tavolo, che riprende presso la sede romana del Lingotto, potrebbe arrivare un accordo in giornata.

Ma a dividere i sindacati (e la politica) non c’è solo Pomigliano, ma anche l’intesa raggiunta, sempre senza la Fiom, per lo stabilimento torinese di Mirafiori. Marchionne dal Brasile si dice “dispiaciuto che alla Fiom non si rendano conto dell’importanza di questo progetto”, mentre nella Cgil la minoranza chiede al segretario Camusso lo sciopero generale.

E lo scontro, tra le rappresentanze dei lavoratori, si fa sempre più aspro. In un’intervista alla Stampa, il leader della Uil Angeletti afferma che, sugli accordi di Pomigliano e Mirafiori, la Fiom non ha firmato, “perchè ha smesso di essere un sindacato per essere un movimento politico in cerca di visibilità”.
“E’ solo l’autodifesa di un sindacato totalmente in mano all’azienda – replica il segreatrio nazionale della Fiom Giorgio Cremaschi – Angeletti e Bonanni sono la vergogna del sindacalismo italiano”. E la Fiom sembrerebbe decisa a proclamare 8 ore di sciopero per il 28 gennaio, secondo quanto proposto dal segretario generale Maurizio Landini al comitato centrale.

Intanto,  una cinquantina di lavoratori di Pomigliano che hanno detto votato sì al piano di Marchionne (sottoposto a un referendum tra gli operai dello stabilimento lo scorso 22 giugno) si rivolgono, con una lettera aperta pubblicata sul Giornale ai leader della sinistra Bersani, Di Pietro, Vendola.  “La questione Fiat, ieri Pomigliano, oggi Mirafiori e domani chissà cosa –  dicono – non può comportare sempre e comunque l’offesa dell’intelligenza altrui. Noi che abbiamo votato sì a quell’accordo ci siamo stancati di continue dichiarazioni tese a sostenere chi non aveva valide alternative da proporci”. “Noi che ogni giorno andiamo in fabbrica e per 1.200 euro mensili lavoriamo sulla catena di montaggio, con una pinza a saldare – continuano – non accettiamo più  questa ipocrisia da parte vostra”.

I firmatari rimproverano ai tre leader l’immobilismo della sinistra quando era al governo, su questioni come pause e malattia e attaccano: “Secondo voi se avessimo avuto una legge che prevedeva più  pause non era meglio?”. O se “avessimo una legge che tutelasse i lavoratori sulla malattia?”. Peraltro, aggiungono, “secondo voi gli operai si sono dimenticati di quando avete votato in Parlamento l’inizio del precariato attraverso il pacchetto Treu?”. Se la Fiom avesse proposto “una valida alternativa” sarebbe stato diverso spiegano. Ma “tutti urlano contro tutti e nessuno indica un percorso diverso e che sia, soprattutto, realizzabile”.

Fiat, Pomigliano verso l’accordo sul contrattoultima modifica: 2010-12-29T13:27:20+01:00da
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