Secondo il sito dell’emittente GLOBO NEWS. «Il Brasile teme per la vita dell’ex terrorista». Alberto Torreggiani, figlio di una vittima: «Una presa in giro»
Un’immagine di archivio di Cesare Battisti (Ansa) |
Il presidente brasiliano, Luiz Inacio Lula da Silva, è orientato a non concedere l’estradizione in Italia di Cesare Battisti in quanto «il governo brasiliano teme che esista un rischio di morte» dell’ex terrorista se «tornerà in Italia»: lo scrive sul suo sito Globo News. Il sito dell’emittente scrive anche che Lula, che in quanto capo dello stato ha l’ultima parola in materia, «annuncerà questa decisione entro il 31 dicembre». Ma secondo il quotidiano Folha de São Paulo» e Radio Globo il presidente renderà pubblica la sua decisione già oggi. Lunedì, il presidente uscente del Brasile – il prossimo 1 gennaio si insedierà ufficialmente Dilma Roussef – aveva dichiarato che avrebbe preso una decisione entro il 31 dicembre e prontamente assecondato la decisione del presidente dell’Agu, Luis Inacio Adams. E secondo Globo e Folha de Sao Paulo, l’avvocatura ha presentato parere favorevole alla permanenza di Battisti.
I RAPPORTI – Concedere lo status di rifugiato politico all’ex militante dei Pac rischia di creare ripercussioni sul trattato di estradizione del Brasile con l’Italia, sottolineano i quotidiani. In Italia l’ex militante dei Pac deve scontare quattro ergastoli per altrettanti omicidi, commessi a fine anni Settanta e per i quali è stato riconosciuto colpevole. Arrestato, Battisti è riuscito a evadere ed è scappato prima in Francia e poi in America Latina. Nel novembre del 2009 il Supremo tribunale federale brasiliano autorizzò l’estradizione di Battisti, condannato all’ergastolo in contumacia in Italia per quattro omicidi compiuti negli anni di piombo.
TORREGGIANI – «Mi aspettavo una decisione simile. Vorrà dire che ci muoveremo in modo molto più deciso», ha detto a Cnrmedia Alberto Torreggiani, figlio del gioielliere ucciso nel 1979. Per l’omicidio Torreggiani, nel cui conflitto a fuoco Alberto rimase ferito e da allora è paralizzato, Battisti è stato condannato come mandante. «Sarei stato sorpreso se fosse stato il contrario – continua Torreggiani – ma non sono deluso perché‚ ero preparato. Adesso bisogna fare qualcosa di veramente forte perché‚ questa è una gran presa in giro. Le parole non bastano più, ora contatterò gli organi competenti e decideremo come mobilitarci perché‚ questa non è tanto una questione personale ma la scelta apre un precedente molto pericoloso. Qualsiasi delinquente – conclude – saprà di poter contare su una scappatoia, e questo non è giusto».
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